Fede e dintorni

Il Beato Donizetti, ma non è il musicista

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il Beato Donizetti, ma non è il musicista.

– La Chiesa ha un nuovo Beato, don Donizetti Tavares de Lima, che del celebre musicista porta il nome, come gli altri suoi fratelli portavano il nome Rossini, Bellini, Mozart, Verdi. Una famiglia innamorata della musica e che nella musica ha trovato l’onesto sostentamento.
– E’ stato beatificato a Tambaú (Brasile) lo scorso 23 novembre 2019 dal cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in rappresentanza di Papa Francesco.
Dopo la “missione musicale”, ha voluto diventare sacerdote e fu un parroco secondo il Cuore di Cristo: si spese in difesa dei deboli, dei lavoratori, degli ultimi, ed impresse un segno indelebile nella vita della sua parrocchia e del Brasile.
– Fu conosciuto non solo nel suo Paese ma anche all’estero per il carisma che aveva di compiere segni prodigiosi, soprattutto la guarigione dalle malattie. Solo dal 1954 al 1955 andarono da lui per incontrarlo circa tre milioni di persone. Tra il 1955 e il 1956 furono documentate circa 700 guarigioni constatate dai medici locali, con firme autenticate da un notaio. In questi ultimi anni sono sono arrivare ad oltre 1800 guarigioni. Era chiamato il taumaturgo.

Una famiglia di musicisti.
♦ Donizetti nacque a Cássia, piccolo paese dello Stato brasiliano di Minas Gerais, il 3 gennaio 1882. Il padre Tristão era avvocato e grande appassionato di musica; la madre Francisca Cândida era professoressa. Ebbero sedici figli, ma solo la metà di essi sopravvisse. Donizetti era il quinto dei sopravvissuti e fu battezzato il 22 dello stesso mese di nascita. Il nome gli fu imposto in onore del compositore italiano Gaetano Donizetti: anche i suoi fratelli avevano nomi di grandi musicisti, come Rossini, Bellini, Mozart, Verdi.

♦ La musica diventò anche una fonte di sostentamento per la famiglia; infatti i figli, per mantenersi negli studi, cominciarono a dedicarsi a questa arte, sia come insegnanti, sia come suonatori nelle chiese. A dodici anni Donizetti, per iniziativa del padre, fu iscritto a un corso preparatorio nel seminario diocesano di San Paolo. Lo scopo era farlo studiare in una scuola di alta qualità e forse avvicinarlo al sacerdozio. Dato che non aveva il denaro per pagare la retta, d’accordo con i superiori, divenne professore di musica per i seminaristi e organista nelle cerimonie religiose.
♦ Con la morte del fratello maggiore, Rossini, dovette rientrare a casa. In quel periodo la famiglia fu costretta a fare i conti con una grave crisi economica e i figli dovettero far fronte alla difficile situazione. Donizetti si mise a dare lezioni di musica e di pianoforte; si offrì anche come organista nelle chiese.

Diventare sacerdote.
Fondamentale fu l’incontro con monsignor João Batista Corrâ Nery (1863-1920), considerato all’epoca uno dei più preparati vescovi della Chiesa in Brasile. Monsignor Corrâ Nery lo aiutò nella formazione sacerdotale. Dal vescovo Corrâ Nery apprese l’amore incondizionato per i poveri e gli ammalati. Il 12 luglio 1908, ricevette l’ordinazione sacerdotale dallo stesso presule, che lo inviò a prestare servizio nella parrocchia di San Gaetano a Pouso Alegre. Questo fu il primo campo della sua attività pastorale, dagli anni 1909-1926.
Non volle mai fare carriera ecclesiastica, avere posti di prestigio o vantaggi economici. Viveva in povertà e austerità molto amato dal popolo Il vescovo, dietro richiesta del Comune, nel 1926 lo trasferì alla parrocchia di Sant’Antonio, nella città di Tambaú, dove rimase fino alla morte. In quel piccolo paese fu un pastore per tutti: i poveri, i bambini, i malati. Non temette di denunciare le ingiustizie, gli abusi subiti dagli operai e dagli altri lavoratori.
Si preoccupò della promozione umana e religiosa del popolo. Promosse l’ospizio San Vincenzo de’ Paoli per gli anziani, l’Associazione di protezione per la maternità e l’infanzia, un asilo per bambini, un magazzino-spaccio alimentare per i poveri, dove si poteva acquistare a basso prezzo, un Circolo operaio per i dipendenti delle fabbriche, una squadra di calcio e la banda musicale. Inoltre, quanto alla formazione religiosa e di fede, per i giovani fondò la Congregazione mariana e le Figlie di Maria. Morì il 16 giugno 1961.

Essere vangelo vivo al servizio degli ultimi.
Vissuto in un periodo complesso per la storia del Brasile, questo zelante ministro di Dio spicca come integerrimo pastore di anime, che nel corso della sua vita sacerdotale fu guidato dall’amore di Dio e del prossimo. Come parroco, non si risparmiò nel servizio alla sua gente: nessuno era escluso dalla sua attenzione, per lui tutti gli uomini in quanto figli di Dio erano uguali, non guardava al colore della pelle, alla cultura, alla fede. Profondo conoscitore delle encicliche sociali del Papa Leone XIII, fu un anticipatore dei diritti dell’uomo, contro la sfrenata corsa imposta dagli interessi economici, che schiacciano la persona umana.
Dimostrò indomito coraggio nella difesa della giustizia sociale, difese i poveri, gli ammalati e gli operai, e denunciò senza paura i soprusi e le irregolarità che avvenivano nella società; al tempo stesso cercava di mettere accordo tra le parti sociali in conflitto. Sfidando contrarietà e persecuzioni, talvolta anche a rischio della vita, predicava apertamente in difesa degli indigenti, come pure per l’abolizione della schiavitù e la promozione umana e cristiana degli emarginati. In tutte queste creature sofferenti vedeva il volto di Cristo, per questo si batteva contro ogni discriminazione sociale e razziale.

Nel suo intento di promozione umana e religiosa del popolo, si dedicò con attenzione ai problemi della famiglia: fondò l’associazione della maternità e infanzia e numerose opere assistenziali in particolare per gli ammalati e gli anziani; cercava di provvedere in tutti i casi di povertà con medicine, vitto e vestito; costruì un ospizio per i bisognosi, un ricovero per i tubercolotici, una rivendita di alimenti a basso costo; avviò i giovani allo studio, istruendo quanti non potevano frequentare le scuole pubbliche a causa della povertà delle loro famiglie. Sempre si mostrò refrattario alla carriera ecclesiastica, al prestigio e a qualsiasi vantaggio economico; viveva poveramente e in grande austerità, tutto dedito al bene del gregge di Cristo a lui affidato.

Profonda vita spirituale: modello per tutti.
♦ I testimoni riferiscono che pregava molto, celebrava con fervore, sostava spesso in adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Inoltre nutriva una devozione filiale verso la Madonna, venerata come Nostra Signora Aparecida: ma non fece in tempo a vederne ultimato il famoso santuario. Amava ripetere: «Io sono niente, ma posso ottenere tutto da Dio attraverso Nossa Senhora».
♦ L’intensa unione con Dio faceva ardere il suo cuore e alimentare la sua fantasia per venire incontro alle necessità pastorali e materiali della sua gente.
La speranza nel premio eterno, riservato agli operatori di giustizia e di pace, era talmente radicata nel suo animo che lo rendeva pronto ad affrontare le prove quotidiane con calma, serenità e abbandono alla divina volontà.
♥  Questo nuovo Beato si presenta come figura esemplare di sacerdote, completa dal punto di vista umano, spirituale e sociale che si distinse nel vivere in pienezza il Vangelo. Esempio concreto e vivo di sacerdote zelante, uomo di preghiera e di azione, che visse con coerenza e determinazione la dottrina sociale della Chiesa.
Nella sua grande umiltà egli si considerò l’ultimo dei preti, ma la Chiesa ora lo pone sul candelabro come modello per tutti, sacerdoti e laici. Egli incoraggia noi pastori di anime a dedicare la nostra vita totalmente al ministero, diventando voce di quanti non hanno voce nella società, difendendo gli indifesi e sostenendo gli scartati della società.
♥  Don Donizetti si presenta come discepolo di Gesù in costante cammino, costituendo una testimonianza integrale di uomo cristiano. Pertanto rappresenta un esempio luminoso di vita evangelica anche per i fedeli laici, chiamati a porre i loro talenti al servizio dell’evangelizzazione; in particolare animando con lo spirito cristiano le realtà temporali. Si tratta di impegnarsi con coraggio nei vari ambiti culturali, sociali e politici, attuando la Dottrina sociale della Chiesa e portando il messaggio vivificante del Vangelo con atteggiamento propositivo e in un’ottica di collaborazione e di dialogo aperto alle varie istanze.
I discepoli di Gesù con umiltà ma gioiosa convinzione, sono consapevoli di dover contribuire alla costruzione della città dell’uomo, favorendo la civiltà dell’amore.

♥  La testimonianza cristiana e sacerdotale del beato Donizetti è stimolo per affrontare, alla luce del messaggio evangelico e secondo l’insegnamento della Chiesa, l’oggi della società segnata da una profonda crisi sociale, culturale e morale, che tocca il patrimonio dei valori dell’intero villaggio globale, bisognoso della luce del Vangelo.
♥  C’è bisogno di sacerdoti che siano “vangelo vivo”, animati dal forte desiderio di essere uomini totalmente dediti al servizio del Regno di Dio e pastori che abbiano l’odore delle pecore, cioè che si sentano pienamente coinvolti nella vita di fede della propria gente.
♥  C’è bisogno di fedeli laici, specialmente le famiglie e i giovani, in un momento di smarrimento dei veri valori. Guardando al nuovo Beato ognuno può fare la sua chiara testimonianza di fede con la coerenza delle scelte di vita, ispirate al Vangelo e divenire sale della terra e punto di riferimento ai tanti contemporanei desiderosi di verità e di luce.
Beato Donizetti, prega per noi!
(fonte: cf L’Osservatore Romano, 22 e 23 novembre 2019).

La Chiesa ha un nuovo Beato, don Donizetti Tavares de Lima, che del celebre musicista porta il nome, come gli altri suoi fratelli portava il nome Rossini, Bellini, Mozart, Verdi. Una famiglia innamorata della musica e che nella musica ha trovato l’onesto sostentamento. E’ stato beatificato a Tambaú (Brasile) lo scorso 23 novembre 2019 dal cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in rappresentanza di Papa Francesco. – Dopo la “missione musicale”, ha voluto diventare sacerdote e fu un parroco secondo il Cuore di Cristo: si spese in difesa dei deboli, dei lavoratori, degli ultimi, ed impresse un segno indelebile nella vita della sua parrocchia e del Brasile. Il Signore lo ha fatto taumaturgo di molti segni prodigiosi.

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