Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il Beato Carlo Acutis, una vita giovane e luminosa.
– Ad Assisi, nella terra benedetta dalla vita di san Francesco, sabato 10 ottobre ha avuto luogo la beatificazione del venerabile Carlo Acutis, il giovane che aveva “con Gesù un rapporto personale, intimo, profondo”, come sottolineato dal cardinale Agostino Vallini, rappresentante del Papa, nell’omelia della Messa celebrata nella Basilica Superiore.
– Nacque il 3 maggio 1991 a Londra, dove i genitori si trovavano per lavoro. Morì il 12 ottobre 2006, all’ospedale San Gerardo di Monza, a causa di una leucemia fulminante. – È il primo «millennial» a essere beatificato: la sua salma è stata composta e poi esposta al pubblico in tuta e scarpe da ginnastica. – Carlo è anche il primo beato ad aver avuto in vita sua un profilo social su Facebook, attraverso il quale ha dato testimonianza della sua profonda fede. Da lì raccontava di sentire la presenza di Gesù «come un amico e «una persona viva». – Il Beato Carlo sarà celebrato ogni anno il 12 ottobre, giorno della sua nascita al Cielo. – Il giovane Beato per molti è già «il patrono di internet».
♦ I riccioli scuri accarezzati dal vento, l’accenno di un sorriso, uno sguardo di pace. Carlo Acutis è raffigurato così nel drappo che viene svelato non appena il cardinale Agostino Vallini, legato pontificio per le basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli in Assisi, pronuncia la formula di beatificazione.
♦ Accanto all’altare la reliquia con il suo cuore; un cuore che palpita ancora in quello di molti e soprattutto in quello dei suoi genitori, Antonia e Andrea, che il cardinale Vallini chiama a sé per salutare. Nel suo abbraccio c’è quello della Chiesa, riconoscente verso questi sposi per aver lasciato libero Carlo di camminare sulla strada indicata da Gesù.
Faro di luce.
E proprio la Chiesa da oggi ha un “faro di luce” che qui, nel cuore dell’Umbria, ha attirato al Signore migliaia di persone. Carlo ha sollevato domande, interrogato sul proprio cammino di fede, ha suggerito l’unica “autostrada” da percorrere per il Cielo. Stupisce la sua semplicità. Stupisce il sì al Vangelo detto con convinzione fin da bambino, stupisce la rivoluzione che quella breve risposta compie in lui e in tutti quelli che lo hanno conosciuto, perché una volta che la luce ti investe non puoi più scivolare nel buio.
Gesù, l’amico.
♦ Il cardinale Agostino Vallini ripercorre nella sua omelia i tratti della vita del giovane, stroncato nel 2006 da una leucemia fulminante. Si interroga su quanto aveva di speciale, pur essendo come tutti gli altri ragazzi della sua età, ma in lui spiccava la passione per internet, via “per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza”, come sottolineato da Papa Francesco nella Christus Vivit.
♦ Grande era l’amore per il Signore, suo “Amico, Maestro e Salvatore”, fonte della sua energia per offrire ancora di più l’amore alle persone e fare loro del bene. “Aveva il dono di attrarre e veniva percepito come un esempio”.
L’immagine della vite e dei tralci è molto eloquente per esprimere quanto sia necessario per il cristiano vivere in comunione con Dio. La sua forza sta proprio qui: avere con Gesù un rapporto personale, intimo, profondo, e fare dell’Eucarestia il momento più alto della sua relazione con Dio.
Toccava il cuore.
♦ Infiammato dall’amore di Gesù, Carlo era diventato “annunciatore del Vangelo anzitutto con l’esempio della vita”, portava gli altri a Lui testimoniando quello in cui credeva, “anche a costo di affrontare incomprensioni, ostacoli e talvolta perfino di essere deriso” spesso per la sua incrollabile difesa della “santità della famiglia “, della “sacralità della vita contro l’aborto e l’eutanasia”.
♥ Carlo sentiva forte il bisogno di aiutare le persone a scoprire che Dio ci è vicino e che è bello stare con Lui per godere della sua amicizia e della sua grazia.
Il comunicatore.
♥ Usava ogni mezzo per comunicare questo bisogno spirituale, convinto che la rete fosse “uno spazio di dialogo, di conoscenza, di condivisione, di rispetto reciproco, da usare con responsabilità, senza diventarne schiavi e rifiutando il bullismo digitale”. Da qui la nascita della mostra sui miracoli eucaristici, che ha toccato tutti i continenti, la devozione alla Madonna, il catechismo ai bambini, il Rosario, compagno di ogni giorno.
♥ Preghiera e missione dunque: sono questi i due tratti distintivi della fede eroica del Beato Carlo Acutis, che nel corso della sua breve vita lo portò ad affidarsi al Signore in ogni circostanza, specialmente nei momenti più difficili.
Controcorrente.
E’ la malattia, lo schiaffo che riceve dalla vita, ma è anche l’occasione per offrire “al Signore, al Papa e alla Chiesa” le sue sofferenze.
Il novello Beato, ancora, rappresenta un modello di fortezza, alieno da ogni forma di compromesso, consapevole che per rimanere nell’amore di Gesù, è necessario vivere concretamente il Vangelo, anche a costo di andare controcorrente.
Farlo voleva dire: occuparsi dei “poveri, degli anziani soli e abbandonati, i senza tetto, i disabili e le persone che la società emarginava e nascondeva”. Occuparsi così del volto di Cristo. “Una vita luminosa dunque tutta donata agli altri, come il Pane Eucaristico”
Conquistato da Cristo.
♦ La vita di questo quindicenne mostra che percorrere la strada della santità è possibile soprattutto quando si è giovani e determinati “a non trovare gratificazione soltanto nei successi effimeri, ma – sottolinea il cardinale Vallini – nei valori perenni che Gesù suggerisce nel Vangelo, vale a dire: mettere Dio al primo posto, nelle grandi e nelle piccole circostanze della vita, e servire i fratelli, specialmente gli ultimi”.
♦ La beatificazione di Carlo Acutis, figlio della terra lombarda, e innamorato della terra di Francesco di Assisi, è una buona notizia, un annuncio forte che un ragazzo del nostro tempo, uno come tanti, è stato conquistato da Cristo ed è diventato un faro di luce per quanti vorranno conoscerlo e seguirne l’esempio.
Testimone di una fede che ci immerge completamente nella vita, indicandoci il cammino che si può percorrere come ha fatto Carlo perché solo su quella via la nostra vita può “brillare di luce e di speranza”.
Mons. Sorrentino: una mensa per i poveri e un premio dedicato a Carlo
Al termine del rito, monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, ha ringraziato per il dono di Carlo alla Chiesa, a quanti si sono impegnati a sostenere il cammino di fede del giovane e a quanti si sono impegnati nell’organizzare la cerimonia di beatificazione.
San Francesco e Carlo – ha detto il presule – sono ormai indissociabili”, alcuni fili d’oro li uniscono.
Il programma di vita di Carlo – essere sempre unito a Gesù – il suo amore per l’Eucaristia, la sua devozione per la Vergine Santa, il suo farsi amico dei poveri, tutte cose che lo avvicinano alla spiritualità del Poverello. Entrambi ci invitano a vivere secondo il Vangelo.
Annunciate due iniziative di carità: una mensa per i poveri e il “Premio internazionale Francesco di Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità”.
“Una piccola risposta all’Enciclica Fratelli tutti – ha concluso il vescovo – che esattamente una settimana fa papa Francesco ha firmato in questo luogo di grazia”.
(fonte: cf vaticannews.va, 2020-10).
Il miracolo riconosciuto dalla Chiesa.
Il miracolo è avvenuto in Brasile nel settimo anniversario della morte, il 12 ottobre 2013, a Campo Grande.
Matheus, 6 anni, era nato con il pancreas biforcuto e non riusciva a digerire alimenti solidi.
Padre Marcelo Tenório invitò i parrocchiani a una novena e appoggiò un pezzo di una maglia di Carlo sul piccolo paziente, che l’indomani cominciò a mangiare.
La Tac dimostrò che il suo pancreas era divenuto identico a quello degli individui sani, senza che i chirurghi lo avessero operato. Una guarigione istantanea, completa, duratura e inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche.