Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il bambino che ha preferito morire piuttosto che uccidere.
Il bambino che ha preferito morire piuttosto che uccidere
La storia di Angel del Guatemala. – A dodici anni, Angel Ariel Escalante Pérez ha preso una decisione che lo ha posto letteralmente davanti ad una scelta: vita o morte. – I membri di alcune bande lo hanno minacciato di ucciderlo se non avesse ucciso il conducente di un autobus. Egli ha rifiutato ed è stato buttato giù da un ponte, riportando gravi ferite e dopo 15 giorni di agonia è morto. Ecco la sua storia.
Il 18 giugno 2015 intorno alle 13,00 un gruppo di residenti dell’insediamento di Gesù Buona Speranza, che si trova sotto il ponte di Belize, nella zona 6 di città del Guatemala ha trovato un bambino molto malconcio.
Sei membri della banda di ragazzi lo avevano gettato giù dal ponte. I soccorritori dicono ai media locali che lo hanno sentito dire: “Volevano che uccidessi un autista, perciò mi hanno gettato dal ponte”.
Javier Soto, portavoce del Vigili del Fuoco municipali, ha detto che i rami degli alberi e i cespugli sottostanti hanno attutito la caduta di Angel, che ha riportato la frattura delle due gambe. La caduta è stata di circa 125 metri. Di solito, le persone che vengono lanciate o si gettano dal ponte non sopravvivono.
Nelle reti sociali è stata diffusa una foto di Angel che abbraccia suo padre dopo essere stato trovato.
Ma dopo 15 giorni di cure intense, il piccolo è morto nell’ospedale generale di San Juan de Dios.
Angelo Ariel Escalante Pérez frequentava la prima media nella scuola Benjamin Carlos Paiz Ayala, vicino al luogo in cui è stato lanciato dal ponte. Gli piaceva il disegno, la musica e il calcio.
Invece di essere sepolto in Guatemala, è stato trasportato a Managua (Nicaragua), dove è stato sepolto accanto alla tomba di suo zio che rimase ucciso nel 2007.
Walter Sánchez Silva su Aci prensa 14 luglio 2015
Traduzione dallo spagnolo: P. Salvatore Brugnano
♦ ♦ ♦ A fronte di certi orribili scenari divulgati dai feroci estremisti dell’ISIS in cui vedono ragazzi costretti ad uccidere ostaggi e prigionieri, l’atto di coraggio di Angel di Guatemala offre uno spiraglio di speranza: si può resistere alla malvagità e l’atto di coraggio dimostrato assocerà il piccolo eroe a Gesù, che ha offerta la sua vita per l’umanità intera.