Il sindaco: radici identitarie come strumenti di governo
La celebre cacciata degli invasori saraceni ad opera di tre valorosi pescatori tropeani, fatto storico consegnato al patrimonio culturale e leggendario del Principato e della Calabria, diventa una rappresentazione teatrale
Lunedì 1° maggio le gesta de “I Tri da’ Cruci” saranno portate in scena in piazza Cannone.
Tramandare e consegnare a futura memoria un fatto storico come quello che ha visto protagonista più di 4 secoli fa – sottolinea il Sindaco Giovanni Macrì – la nostra Città rientra tra le priorità dell’Amministrazione Comunale con l’obiettivo di stimolare costantemente la conoscenza, l’approfondimento, il senso di appartenenza, la trasformazione epistemologica delle radici identitarie in chiave di lettura e strumenti del governo del presente e del futuro.
I Tri da’ Cruci, festa sentita ed attesa che la comunità celebra il 3 maggio di ogni anno, in corrispondenza del giorno del Trionfo della Santa Croce, sarà portata in scena dalla Compagnia Teatrale BA17 di cui è regista e performer Angelica Artemisia Pedatella.
La storia presentata dal sodalizio artistico con sede a Lamezia Terme ma che raccoglie il talento e l’estro di attori provenienti da tutta la Calabria, riprende uno dei tanti episodi in cui il popolo tropeano ha dimostrato il proprio coraggio nella lotta alla pirateria saracena che dal medioevo in poi per lunghi secoli ha vessato le popolazioni della costa. C’è una spiaggetta sulla costa chiamata Gabbaturchi, in onore dell’episodio che vide una povera imbarcazione di pescatori tropeani riuscire ad avere la meglio su una feluca turca. I marinai tropeani, la cui inferiorità numerica li avrebbe condannati a morte, si lasciarono inseguire ed avvicinare presso i bassi fondali scogliosi della baia che essi conoscevano benissimo e che divennero una trappola per i turchi. Fu uno dei tanti episodi in cui la gente umile di questo luogo dimostrò il proprio valore contro l’invasione ottomana.
Ad interpretare la storia nei ruoli dei fratelli pescatori saranno Massimo Rotundo, Luigi Cantoro, Giada Guzzo, accompagnati dalla suadente voce di una novella Penelope, Kristal Berlingieri, tessitrice di reti a metà tra una divinità del mare e la rappresentazione della voce del popolo. Dopo essere riusciti a far naufragare la feluca turca, i tre fratelli pescatori si mettono alla ricerca dei superstiti interpretati da Giuseppe Marvaso, Angelica Artemisia Pedatella e Raphael Burgo.
Accompagnata dai Giganti di Mastru Miciu Famà e dalla musica dal vivo dei musicisti popolari Loris Paola, Francesco Stranges, Angelo Santoro e Daniele Gallo, con la regia della stessa Angelica Artemisia Pedatella, la narrazione si concentra sulla festa cosiddetta de “I tri da’ cruci” trasferendo sui fratelli pescatori il significato profondo di questa festa cristiana molto sentita.