Attualità Fede e dintorni

I Missionari della Misericordia

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

 

I Missionari
della Misericordia.

042a-missionarioIeri, mercoledì delle Ceneri, Papa Francesco ha dato il mandato ai Missionari della Misericordia: “Aiutate i penitenti a vincere la vergogna, la rigidità non serve”. E’ stata una sorta di investitura ufficiale dei missionari, 1142 in totale,  provenienti da tutto il mondo. Hanno ricevuto la facoltà di perdonare i peccati riservati alla Sede Apostolica e saranno il segno della vicinanza e del perdono di Dio per tutti.  

Sono 1.142 in tutto il mondo e 726 presenti ieri a Roma i Missionari della Misericordia che hanno ricevuto da papa Francesco, nel corso della Santa Messa del Mercoledì delle Ceneri, un mandato di straordinaria responsabilità: testimoniare la “vicinanza di Dio e del suo modo di amare”.
♦ I Missionari sono sacerdoti che provengono dalle diverse parti del mondo e sono stati indicati dai propri vescovi per svolgere questo servizio peculiare. A partire da ieri, Mercoledì delle Ceneri, hanno ricevuto il mandato da parte del Santo Padre di essere predicatori della misericordia e confessori ricolmi di misericordia. Hanno ricevuto la facoltà di perdonare i peccati riservati alla Sede Apostolica e saranno il segno della vicinanza e del perdono di Dio per tutti.
♦ I peccati che non possono essere assolti nemmeno dal vescovo sono cinque e per essi si deve ricorrere direttamente al Papa: il primo è la profanazione della Santa Eucaristia, il secondo è l’assoluzione del complice, il terzo l’ordinazione episcopale di un vescovo senza il mandato del Papa, il quarto la violazione del sigillo sacramentale (che consiste nel far trapelare quanto ascoltato in confessione), il quinto infine la violenza fisica contro il Pontefice.
♦ Già ai 726 Missionari della Misericordia ricevuti in Vaticano il giorno prima, Papa Francesco aveva raccomandato di esprimere la “maternità della Chiesa”, la quale continuamente genera “nuovi figli nella fede”. La Chiesa, quindi, è “madre” perché “nutre la fede” ed “offre il perdono di Dio, rigenerando a una nuova vita, frutto della conversione”.
Ha detto Papa Francesco ai Missionari: “Entrando nel confessionale, ricordiamoci sempre che è Cristo che accoglie, è Cristo che ascolta, è Cristo che perdona, è Cristo che dona la pace”. Ma sono proprio i ministri di Dio – ha aggiunto il Papa -, ad aver “bisogno di essere perdonati da Lui” e, qualunque peccato essi assolvano, sono chiamati a ricordare la propria esistenza di peccatore e a porsi umilmente come ‘canale’ della misericordia di Dio”.
A questo proposito, Papa Bergoglio ha rievocato con gioia” la sua confessione più importante: quella fatta a 16 anni, il 21 settembre 1953, che orientò la sua vita verso la vocazione sacerdotale. “Cosa mi ha detto il prete? Non mi ricordo” – ha raccontato a braccio -. Solo mi ricordo che mi ha fatto un sorriso e poi non so cosa è successo”.
Ogni confessore dovrà sempre saper guardare al “desiderio di perdono presente nel cuore del penitente”, alla sua “nostalgia di Dio, del suo amore e della sua casa”. Tale desiderio si rafforza in modo particolare “quando si decide nel proprio cuore di cambiare vita e di non voler peccare più”.
La “vergogna” del penitente. Non è infatti facile confessare il proprio peccato a un altro uomo, “pur sapendo che rappresenta Dio”. Tale sentimento di vergogna “richiede da parte del confessore un atteggiamento di rispetto e incoraggiamento”. Un buon confessore,dovrà capire non solo il linguaggio della parola, ma anche il linguaggio dei gesti”. Amministrare la confessione “secondo il cuore di Cristo, equivale a coprire il peccatore con la coperta della misericordia, perché non si vergogni più e possa recuperare la gioia della sua dignità filiale”.
♦  Non è certo con la “clava del giudizio”, che si potrà “riportare la pecorella smarrita all’ovile, ma con la santità di vita che è principio di rinnovamento e di riforma nella Chiesa” e che porta su di sé “il peso di chi è più debole”, consolandolo “con la forza della compassione”.
♦  Anche ai Missionari della Misericordia, il Santo Padre ha indicato l’esempio di San Leopoldo Mandic e San Pio da Pietrelcina, due “santi ministri del perdono” che, “nella loro vita hanno testimoniato la misericordia di Dio”.
(fonte: zenit.org, passim).

Tra i Missionari della Misericordia, 1.142 in tutto il mondo e 726 presenti a Roma, vi era anche il gruppo dei Missionari Redentoristi.
Tra i Missionari della Misericordia, 1.142 in tutto il mondo e 726 presenti a Roma, vi era anche il gruppo dei Missionari Redentoristi.

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