Grazie a un progetto destinato alle classi III delle elementari
Dario Godano si cala nei panni docente di archeologia e storia e racconta ai bimbi le meraviglie della nostra città.
Qualche giorno addietro sarà capitato a molti veder passeggiare per le vie del centro una piccola comitiva di studenti tropeani, guidata da un’altro giovane concittadino, il dottor Dario Godano. Questa escursione “casalinga” è stata frutto di un progetto scolastico che ha permesso ai più piccoli di scoprire assieme tanti aspetti di Tropea, dai beni artistici a quelli storici e archeologici. Per i bambini è stato come partecipare a un viaggio nel tempo, accompagnati dai propri docenti e guidati da un’esperta guida, durante il quale hanno imparato a guardare con occhi nuovi la propria città. Un’esperienza che con molta probabilità potrà ripetersi, visti i risultati positivi, e che ci viene raccontata in questa intervista proprio da Dario Godano. Gli abbiamo fatto alcune domande e lui ci ha risposto con molta gentilezza, non nascondendo la gioia di aver vissuto questa esperienza assieme ai bimbi delle scuole elementari.
Chi ha ideato questa iniziativa?
L’iniziativa nasce da un progetto che coinvolge gli alunni delle terze della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo di Tropea. Tale progetto chiamato “Ambiente Tropea” ha per finalità la sensibilizzazione dei piccoli studenti verso temi legati all’ambiente, alla storia e al paesaggio del nostro territorio. Verso la fine di ottobre il padre di un’alunna interessata a questo progetto mi ha proposto di aderirvi, ossia di far da guida storico-archeologica per le tre classi all’interno del Centro Storico di Tropea. Ho subito accettato e offerto la mia completata disponibilità alle docenti per la “Prima giornata alla scoperta di Tropea”.
Come si è svolta la giornata?
Giovedì 31 ottobre alle 11:30 con le tre classi accompagnate dalle docenti Caterina Di Bella, Antonella Rossi, Giulia Macrì, Domenica Naso, Domenica La Torre, Caterina Bruni, Monica Pizzirusso e Domenica Cotroneo ci siamo dati appuntamento in Largo Duomo. Dopo essermi presentato agli studenti ho iniziato a raccontare la storia della necropoli paleocristiana rinvenuta nel 1980 proprio sotto il pavimento di Largo Duomo. I bambini disposti intorno a me a semicerchio si sono subito mostrati attenti e incuriositi, man mano che prendevano appunti, alcuni di loro, mi hanno chiesto i nomi degli antichi tropeani sepolti in quel luogo, il significato del nome delle tombe dette a “cupa”e tante altre domande con osservazioni acute e intelligenti. Subito dopo siamo entrati nel Museo Diocesano, dove insieme al gentile ed esperto Pasquale Schiariti abbiamo guidato le classi nelle diverse sale museali. Anche qui i bambini pieni d’entusiasmo e meraviglia hanno rivolto domande sui corredi della necropoli dell’età del Ferro di Torre Galli, sulle ceramiche greche, sui reperti paleocristiani e sulla ricca e prestigiosa collezione di arte sacra della Cattedrale di Tropea. Prima di uscire ho fatto notare lo scavo archeologico all’interno del cortile del Museo Diocesano, quasi subito i bambini hanno notato che sul sito vi è ben visibile una tomba con segnacolo a “cupa”, proprio come quelle che avevano visto poco prima nelle sale del Museo. Dopo un breve giro tra il suggestivo affaccio del Vescovado e Piazza Ercole, ho raccontato la storia del Castello di Tropea e dell’antica cinta muraria attribuita a Belisario.
La vivacità, l’entusiasmo e il
sorriso lucente di sorpresa e
meraviglia di questi piccoli tropeani
è la soddisfazione più grande
Anche in questa circostanza le domande dei bambini non si sono fatte attendere, infatti, sempre con sguardo attento e desideroso di apprendere, mi hanno chiesto il perché del nome dell’antico bastione della Munizione e della Porta di Mare, la storia dell’Antico Sedile e la leggenda di Ercole mitico fondatore della città. In seguito ci siamo messi in cammino verso la zona del Carmine, anche durante questa lunga passeggiata i bambini continuavano a chiedermi informazioni sui ruderi dei mulini “saraceni” del torrente Lumia, sulla cinta muraria superstite, ben visibile da quel punto, e sullo scoglio di San Leonardo. Dopo una breve pausa pranzo ci siamo addentrati lungo l’antico vicolo che porta alla suggestiva Chiesa della Michelizia. All’interno ho raccontato l’origine mista a storia e leggenda dell’edificio, l’aneddoto del ritrovamento di una camera segreta sotto il pavimento e sempre sotto richiesta dei bambini il perché molti quadri precedentemente esposti in quell’edificio adesso siano custoditi nel Museo Diocesano. Verso le 16:00 ci siamo rimessi in cammino per rientrare nelle scuole elementari, passando da Piazza Vittorio Veneto ho descritto e raccontato la storia del Monumento ai Caduti, anche se un po’ stanchi, i bambini hanno continuato a rivolgermi domande sulla statua e sulle due guerre mondiali. Appena giunti davanti casa mia, che si trova nella stessa via delle scuole elementari, in un coro vivace tutti i piccoli studenti mi hanno salutato affettuosamente.
Quali sono stati i momenti più importanti secondo te?
Non saprei scegliere un momento preciso. Ogni momento è stato caratterizzato dalla gioia e dalla voglia di scoprire e di conoscere dei bambini. La vivacità, l’entusiasmo e il sorriso lucente di sorpresa e meraviglia di questi piccoli tropeani è la soddisfazione più grande per chi come me ha scelto il campo della conservazione e della valorizzazione del nostro patrimonio storico e archeologico.
Ci sono in programma altri interventi educativi come questo, se sì, quando?
Sì. Di comune accordo con le docenti stiamo vagliando il giorno e gli orari per altre visite nel territorio tropeano. Ho già in mente di fargli visitare le molte chiese della cittadina tirrenica e magari alcuni edifici importanti come l’Antico Sedile e Palazzo Sant’Anna.
Cosa ti è piaciuto del rapporto con i bambini e cosa, secondo te, è piaciuto di più a loro?
Coi bambini ho subito instaurato un bellissimo rapporto. All’interno delle sale diocesane ho più volte sollecitato la loro immaginazione chiedendogli ad esempio cosa potevano contenere alcuni vasetti tondeggianti oppure a quale utilizzo potevano essere destinati certi strumenti rinvenuti nei corredi tombali. Devo proprio dire, con immenso compiacimento, che hanno sempre risposto intelligentemente individuando la risposta precisa ad ogni mia domanda, frutto di un precoce e vivido intuito unito a precedenti conoscenze storiche organizzate armonicamente. Il giorno dopo a scuola hanno riassunto quest’esperienza in modo a dir poco dettagliato ed esauriente, con grande piacere delle maestre e altrettanta soddisfazione di chi li ha guidati in questa “piccola avventura”. Credo che ai bambini sia piaciuto scoprire che la vastissima storia della loro città sia sempre in continuo aggiornamento, che c’è sempre un continuo desiderio di riscoprire il nostro passato per comprendere, pur sempre sotto lo sguardo di un bambino, il nostro presente.
Cosa ci racconti di questa esperienza?
Ad un certo punto della giornata, alcuni bambini su un foglio di un squadernino a righe hanno stilato una lista coi loro nomi e cognomi per consegnarmela. Quando gli ho chiesto il motivo mi hanno risposto che se un giorno avessi iniziato uno scavo archeologico a Tropea quella era la lista dei miei futuri aiutanti! A parte questa tenera e simpatica proposta, credo di aver suscitato l’interesse e la voglia di scoprire di questi piccoli tropeani, così come anch’io alla loro età mi accostavo allo studio della storia patria, quando lessi il mio primo libro di storie, miti e leggende su Tropea. So che può sembrare una frase di circostanza, ma è proprio vero che i bambini sono la più grande ricchezza di una comunità. Per descrivere questa giornata mi avvarrei della celebre “teoria del fanciullino” del grande poeta Giovanni Pascoli. Nell’animo di ognuno di noi, in ogni persona a prescindere dal lavoro che svolge, c’è sempre un fanciullino pronto a stupirsi e a meravigliarsi delle tante bellezze di questo mondo. La mia gratitudine va a questi bimbi che con la loro fantasia e innocenza hanno dato ulteriore forza e stimoli ai miei progetti e alla mia speranza di lasciargli, per quando saranno più grandi, una Tropea migliore.