La signora Sirignano: «Questi ragazzi sono stati nostri figli»
Il video del concerto diretto dal Maestro Antonio La Torre tenutosi martedì 19 marzo presso Palazzo “Santa Chiara”: il tributo al maestro Antonio Sirignano
«Oggi, San Giuseppe, festa del papà, permettetemi di fare gli auguri a tutti i papà presenti e ad estenderli al grande papà, che in fondo fu per noi tutti, che da lassù ci starà guardando e incoraggiando a fare bene». Così Lucio Ruffa, allievo del Maestro Antonio Sirignano e presentatore nel corso della serata dedicata ai 50 anni del “Complesso Bandistico Vincenzo Bellini Città di Tropea”.
19 marzo 1969, 19 marzo 2019. Un concerto per i 50 anni del “Complesso Bandistico Vincenzo Bellini Città di Tropea”, un tributo al compianto Maestro Antonio Sirignano, scomparso il 25 febbraio scorso, che per Tropea e i tropeani è stato un punto di riferimento, un uomo che ha dedicato la propria vita alla musica, all’impegno sociale e che ha dato l’opportunità a molti ragazzi di intraprendere questa nobile professione.
«Alla memoria di Antonio Sirignano, raffinato cultore dell’arte sublime della musica e illuminato Maestro di vita per tanti giovani tropeani che guida nella scoperta del valore dell’impegno a lui che ha scritto una pagina bella di Tropea sentimento perenni di ammirazione e gratitudine». Queste le parole sulla targa firmata dal sindaco del Comune di Tropea, l’avvocato Giovani Macrì, e consegnata dai consiglieri Francesco Monteleone e Annunziata Pensabene alla signora Sirignano. La donna, visibilmente emozionata, accanto ai figli Rosanna, Marilena, Carmine e Verio ha ringraziato tutti, ricordando i musicisti con le seguenti parole: «Questi ragazzi sono stati nostri figli».
I ringraziamenti dell’Amministrazione, sono giunti dal consigliere Pensabene: «Vorrei ringraziare per aver fatto nascere, crescere e sviluppare l’arte musicale in questo bel paese».
Nel suo intervento il consigliere di minoranza Giuseppe Maria Romano ha detto:«La scommessa nasce da questa sera. Quello che ha fatto il Maestro Sirignano 50 anni fa non deve morire».
Biografia del Maestro Antonio Sirignano
La banda musicale, è stata sempre un veicolo di cultura e di vivo interesse, soprattutto per i giovani. Il fascino di una strumentazione, ricca e polifonica, non può lasciare indifferenti. Al M° Antonio Sirignano ragazzino, ma già sensibile al richiamo dei suoni, accadde di scoprire la sua vocazione ascoltando, durante una festa al suo paese natale (Camposano), un concerto bandistico.
La svolta decisiva per il Maestro avviene nel 1948. A New York muore il maestro De Sarno, primo oboe dell’orchestra del “Metropolitan”, anch’egli originario di Camposano. L’orchestra del Teatro San Carlo di Napoli mette in programma una messa funebre in onore del grande scomparso. La suggestione e successivamente la convinzione sono forti, prepotenti: Sirignano comprende che la sua strada deve essere segnata dallo studio dell’Oboe. I primi passi con il maestro Sgambati Britti, e col suo concittadino, Francesco Capolongo, quindi, nel 1950 l’ammissione, come interno, al Conservatorio di Musica “S. Pietro a Majella” di Napoli, ove si diploma più tardi, sotto la guida del maestro Raimondo Sorrentino, dopo aver ottenuto due borse di studio.
Ma Sirignano, per quanto soddisfatto dallo studio dell’oboe, non trascura l’approfondimento della sua cultura musicale, apprezza così il pianoforte e si dedica alla composizione sotto la guida del suo concittadino M° Domenico Quatrano, autore della prima marcia che avete ascoltato.
Il diploma ed il perfezionamento non possono di certo rappresentare un punto di arrivo, bensì la partenza per la sua poliedrica attività che si esprime in manifestazioni concertistiche, in lavoro didattico, nella organizzazione di gruppi strumentali giovanili, creando un vivaio qualificato.
Nel ’68 in piena contestazione, anno in cui si pongono in discussione tutti i valori, l’anno di una delle crisi più profonde nel processo di crescita civile, culturale e sociale del mondo, riesce a fondare a Tropea, dove nel frattempo si è trasferito con la famiglia, il complesso bandistico municipale “V. Bellini” Città di Tropea.
Con umiltà diede ai giovani discenti amore, affetto e sapienza. In sette mesi fecero quello che altri avrebbero fatto in quattro anni di studio ed il risultato lo si scoprì il 19 marzo quando fu il debutto, i 67 “ragazzini” selezionati sfilavano per le vie del paese, eseguendo marciabili sotto gli occhi meravigliati dei cittadini.
Per Tropea fu una grande festa, un giorno storico, si era verificato un fenomeno unico e irripetibile, tanto che, per il breve tempo impiegato e l’alto livello artistico raggiunto, si gridava al miracolo. Ecco perchè RAI, Sindaci, Associazioni e Comitati, anche di paesi lontani, furono interessati ad avere un concerto.
Lanciato in questa spirale creativa, il Maestro, acquisisce man mano quei riconoscimenti e quei titoli che lo portano a diventare docente di oboe e per 18 anni “Reggente” del Conservatorio di Musica di Vibo Valentia.
La frenetica attività, quasi in contrasto con la sua apparente indole pacata, sembra non conoscere soluzione di continuità. La riprova è nei fatti: insegnamento, concertismo, composizione; nascita di complessi musicali, reggenza, impegno affettuoso, paterno per i giovani.
La fiducia nei giovani è uno dei punti di forza del suo successo, perchè rappresenta la convinzione, maturata nel crogiuolo delle sofferenze personali, delle ansie, delle trepidazioni secondo cui il Maestro deve sapere e poter donare agli allievi tutto quanto egli stesso non ha potuto avere dagli altri.
La produzione compositiva comprende: la creazione di proprie composizioni e di trascrizioni di opere di altri autori.
Notevoli sono i riconoscimenti, a lui attribuiti, da vari enti pubblici e privati la cui elencazione sarebbe lunga.
In terra calabra trova l’humus fertile per seminare la sua passione, la sua dedizione, il suo impegno quotidiano per l’arte dei suoni. E i risultati sono evidenti e tangibili. Questa sera uno di quei risultati è sotto gli occhi di tutti.