Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Ho fatto te.
La toccante celebrazione giubilare “Asciugare le lacrime”, svoltasi l’altro giorno nella Basilica di San Pietro in Roma, ha mostrato concretamente la strada che tutti dobbiamo percorrere. Di fronte al dolore e al male spesso chiediamo “perché?”… perché Dio permette tutto quello che a noi sembra un male?
Ma la domanda corretta dovrebbe essere “come posso fare per aiutare chi sta soffrendo, come posso fare per evitare il male e il dolore?”. Iddio ci ha creato e posto accanto ad altre persone: apriamo gli occhi e vediamo cosa possiamo fare per chi soffre (Madre Teresa di Calcutta).
Un giorno, un uomo timorato di Dio doveva fare delle commissioni in città. In un angolo della strada che stava percorrendo vide una ragazzina che tremava per il freddo pungente di quel triste inverno, coperta sola di un vestito strappato, e dai buchi nella stoffa entrava la gelida aria.
La piccola ragazza allungava la mano tremante verso i passanti in cerca di cibo, ma la gente passava indifferente chiusa nei cappotti, sembrava fosse invisibile ai loro occhi.
Il buon uomo si arrabbiò e disse a Dio: «Perché permetti questo? Perché non fai qualcosa? Perché questo dolore?».
A quelle domande Dio non disse nulla, lasciando il buon uomo nel silenzio e nel tormento.
Quella stessa notte, proprio mentre si stava per addormentarsi, sotto le pesanti coperte che lo difendevano dal freddo, egli comprese la risposta racchiusa nel silenzio.
«Certo che ho fatto qualcosa. Ho fatto te!».
Di fronte a quella risposta così assordante il buon uomo non poté più chiudere occhio e rivestitosi corse nuovamente in città alla ricerca di quella giovane donna.
♥ Ogni uomo deve cominciare a sentirsi responsabile del più debole e meno fortunato della vita, per non essere come Caino:
Allora il Signore disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello?”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”. Riprese: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!” (Genesi 4, 9-10).