Il Duomo
(Largo Duomo)
di Bruno Cimino
Foto Salvatore Libertino
I
n stile normanno, il duomo di
Tropea, che è il più importante luogo di culto cittadino, si raggiunge arrivando da
Piazza Ercole, attraverso Via Roma. Esso sorge su qualche rudere di una antica chiesa di
rito greco.
I documenti più antichi, a conferma che già nel IV secolo a Tropea officiava una
comunità religiosa, sono le lapidi trovate nei pressi dove si innalzava la "torre
Lunga", i cui scritti onoravano le spoglie di alcuni cristiani del luogo.
Tali tracce, ossia di quella terrucola Ecclesiae nostrae, come scrisse anche San Gregorio
Magno ai monaci di S. Angelo, erano solo una parte dellantica necropoli cristiana.
Altre testimonianze rimasero sotto le mura della torre costruita dai Bizantini che,
durante il loro dominio, per un breve periodo, trasferirono il culto dei cristiani nella
cappella del castello, ricordata dallabate Sergio con il nome di Santa Maria del
Bosco.
Tra gli anni 840
e 850 i tropeani ebbero una nuova chiesa "La Cattolica" (citata dallo storico
Teofane). In quellepoca, i cristiani di Calabria erano sotto il rito greco e quando
fu ristabilito quello latino si passò alla costruzione di una nuova chiesa, dalle cui
ceneri, avanti negli anni, dovette sorgere lodierna cattedrale.
LUghelli è il primo a parlarne ne "lItalia Sacra". Egli scrisse: -
Basilica haec cathed. Architecturae sanae antiquae et magnificae - (questa Basilica
Cattedrale è di architettura robusta, antica e grandiosa).
Danneggiata gravemente dal terremoto del 1905, che ne demolì una buona parte, venne
restaurata tra gli anni 1927-1931 con modifiche alla struttura e alle decorazioni barocche
(stucchi e marmi colorati), e quindi riportata alla sua quasi tradizionale figura
artistica, fatta eccezione per il pavimento che doveva essere a mattoni quadrangolari, ma
che per motivi di economia è stato rifatto con mattonelle rossoscure.
La parte esterna offre un aspetto sontuoso ammirando, per esempio, il fianco sinistro con
finestre arcuate in alto e in basso e, sul retro, le tre absidi semicircolari, ma anche
semplice per lo stile lineare romanico-normanno con lievi accenni alla scuola barocca.
Linterno si presenta a tre navate con transetto incluso fra le pareti e le fiancate
suddivise da due linee di pilastri a forma ottagonali ricostruiti come erano
allorigine, ma irrobustite secondo le norme antisismiche con linserimento di
nervature in ferro.
Sulla parete sinistra, sopra il portale, è posta una pala marmorea
raffigurante la Resurrezione (secolo XVI) opera di Fazio Gagini. In fondo allabside
minore della stessa navata laterale, il piccolo altare ospita un ciborio marmoreo di arte
toscana del 400 con iscrizione bilingue, in latino e in greco; sopra il ciborio è
esposta la Madonna della Libertà, una statua marmorea risalente al 500.
Laltare maggiore espone, in una cornice dargento, il quadro della Madonna di
Romania dal volto bruno, una tavola di cedro di stile bizantino del secolo VIII che, come
vuole la tradizione, pare essere stata salvata dallira delle eresie iconoclaste,
raccogliendo e conservando sino ai nostri giorni la totale venerazione dei cattolici del
luogo.
Sin dal 9 settembre 1877, per decreto Vaticano, la sacra immagine porta una corona
doro, dono dei cittadini che vollero sostenere anche la spesa della cornice e del
trono in argento.
Laltare della navata minore di destra, separato da quello centrale da un organo a
canne, custodisce, sotto la semicupola della sua abside, una statua in marmo della Madonna
del Popolo (del 1555), opera dello scultore Montasoli
ed ordinata da Francesco Nomicisio, cittadino di Tropea e vescovo di Lesina (Foggia) nel
1503 e di Alife (Caserta) nel 1507, e dalle sue sorelle, unitamente ad un bassorilievo
marmoreo raffigurante la Natività e incasellato nel settecentesco pulpito sito nella
navata centrale.
Nel lato destro, la prima cappella, dedicata al Sacramento, è arricchita di due sepolcri
in stile barocco della famiglia Galluppi e più avanti, allingresso della sacrestia,
il sepolcro dello famiglia Cazetta di scuola gaginesca. Si passa poi nella sala Capitolare
dove si trovano i ritratti di tutti i vescovi di Tropea che si sono succeduti dal 499 in
poi.
Nella seconda cappella troneggia il famoso "Crocifisso Nero", interessante
intaglio ligneo di grandezza quasi naturale del quale non cè nessun riferimento sul
nome dellautore. Il Crocifisso, prima del 1700, era esposto sotto larco
dellabside maggiore, fu poi collocato nellattuale cappella per ordine del
vescovo Figueroa.
Lesterno destro della chiesa affaccia, attraverso un portale del 500, in un
giardino che porta alle absidi e al Vescovado, la cui sede ha ospitato un
"seminario", la caserma dei carabinieri, scuole ed associazioni cattoliche.
La parete con gli ingressi principali ospita due delle sei "famose" bombe
inesplose (si vuole per grazia della Madonna di Romania) sganciate dagli americani durante
la II guerra mondiale e cadute in un campo (dove attualmente cè il mercato
ortofrutticolo), vicino lattuale Via Montevideo.
Già in altre occasioni
si ravvisò lintervento della Protettrice, ma in particolare si ricorda il terremoto
del 27 marzo 1638 che distrusse tantissimi paesi del circondario di Tropea che, invece,
non fu colpita dallimmane catastrofe. Ciò avveniva nel momento in cui si svolgeva
lannuale processione della sacra effigie. Una lapide, in Via Roma, ricorda questo
straordinario avvenimento.
Nella cattedrale si trovano, inoltre, una statua in argento di Santa Domenica martire,
cittadina e primeva protettrice della città, e una Sua reliquia racchiusa in una preziosa
urna sotto laltare maggiore; due sculture in marmo risalenti allarte veneziana
del 500, raffiguranti S. Pietro e S. Paolo; due medaglioni marmorei
sullAnnunciazione; tre bassorilievi raffiguranti la Madonna col Bambino, quello
collocato sopra il portale è stato rifatto, in parte, con i resti del materiale
originale, gli altri due si trovano rispettivamente sulla settecentesca porta del fianco
sinistro e sulla parete del fianco destro; un Pastorale miniato con rilievi del XVI
secolo, dono attribuito al conte Ruggiero; un Ostensorio ed un artistico Tosello
dargento per lesposizione, entrambi del 1700; i Codici del XV secolo; il
Presepe: rilievo marmoreo del 500; due medaglioni raffiguranti uno lArcangelo
Gabriele e laltro lAnnunziata; le mitre dei Vescovi che hanno governato la
Diocesi; un libro Corale in pergamena del XV secolo e vari arredi sacri.
La piazza sagrato ha la rara loggia porticale sveva del 1300 che collega la cattedrale al
palazzo vescovile; per molti anni, i locali sopra adiacenti sono stati adibiti ad uffici,
scuole e sale ricreative, oggi ospitano il Museo Comunale.