La Pro Loco di Tropea ricompre un ruolo di assoluta utilità per l’intero territorio
Gli uffici di Informazione ed accoglienza turistica con i pochi fondi a disposizione non riescono a fronteggiare le spese
Quale territorio o cittadina rappresenta la capitale del turismo calabrese riconosciuta a livello internazionale? La risposta è scontata e per nulla campanilistica, stando anche alle diverse classifiche sul turismo circolanti ormai da decenni: Tropea e la sua costa, più ingenerale la provincia di Vibo Valentia, che con le sue spiagge spazia da Pizzo a Nicotera ed è da sempre ai vertici del turismo regionale tanto da far registrare la presenza del numero maggiore di strutture alberghiere.
Adesso immaginate che una cittadina come Tropea non abbia ad offrire all’avventore di turno un ufficio d’ informazioni turistiche ed un punto di riferimento per chi si appresta a trascorrere qualche giorno di riposo nella Perla del Tirreno o in una delle strutture recettive del suo comprensorio.
Bene, o meglio male, questa ipotesi appare sempre più possibile venendosi a configurare la “sciaugurata” possibilità di non poter garantire un servizio pubblico di assoluta utilità per zone come quelle indicate, che di turismo, cultura, storia, gastronomia hanno fatto l’unica fonte di guadagno e di sviluppo economico sociale.
A lanciare questo grido d’allarme i rappresentanti degli uffici IAT della provincia di Vibo Valentia, uffici di “Informazione ed Accoglienza Turistica”, riuniti presso il salone dell’Antico Sedile di Tropea proprio per fare un punto della situazione e per monitorare le criticità. Al tavolo dei lavori il presidente provinciale Unpli (unione nazionale proloco italiane) Giuseppe Maiuli, Franco Todaro di Vibo Valentia, consigliere nazionale Unpli, Luigia Turino della Pro Loco di Pizzo, Mario Lorenzo della Pro Loco di Tropea, Maria Lasorba della Pro Loco di Capo Vaticano, che insieme all’ufficio di Serra detengono tutte il marchio IAT garantito ed affidato dalla Regione, e Tommaso Belvedere della Pro Loco di Parghelia. Gli uffici IAT affidati per legge ad associazioni ed enti di volontariato a carico dei soci, in molti territori coincidono con gli uffici Pro Loco, anch’essi ad organizzazione volontaria ed associativa, sodalizi che oltre alle quote dei soci possono contare su cifre irrisorie a carattere ordinario elargite dalla Regione tramite le Province: “ Le cifre per mandare avanti un ufficio Pro Loco, più un punto IAT, come quello di Tropea sono praticamente misere – ha sostenuto Lorenzo che da più di vent’anni con tanta passione apre i battenti della Pro Loco cittadina – Le quote del 2010\2011 di fatto sono state bloccate e quelle del 2011\2012 pare siano ridotte al 50 percento, cioè l’ufficio turistico per eccellenza di tutta la Regione rischia di percepire quest’anno una cifra intorno ai 750 euro per tutto l’anno s’intende”. Lorenzo ricorda che a Tropea soprattutto nei mesi estivi la gente bussa alla porta dell’ufficio IAT dalle ore 7 alle ore 24 ed anche oltre, il turista pretende e cerca informazioni 24 ore su ventiquattro: “ In tutti questi anni, soprattutto da quando nel 2001 ci hanno riconosciuto lo stato di ufficio IAT abbiamo cercato sempre di far fronte alle esigenze del turista facendoci carico, con escamotage e risorse ballerine, di offrire la presenza di operatori altamente qualificati, almeno che avessero competenze linguistiche, qui dove la presenza degli stranieri è sempre stata forte. Abbiamo per più anni sopperito con la presenza di personale che ci veniva affidato tramite il Servizio Civile, adesso nemmeno quello”. Analoghe situazioni si registrano per gli altri punti IAT del territorio così come ha fatto notare Todaro: “ Presto saremo costretti a chiudere tutti; quello che doveva essere un’opera di volontariato praticamente si è trasformato negli anni in una prestazione lavorativa gratuita, diventando noi con il tempo veri uffici pubblici da cui il turista pretende risposte ed informazioni. Partendo dal fatto che comunque è la passione che ci muove, oggi la maggior parte di noi si ritrova a far fronte a spese di gestione che esulano dall’azione del volontario, ci si ritrova a dover metterci la faccia con le persone che pretendono servizi di qualità. Un ufficio come Tropea visitato in qualsiasi ora del giorno e della notte rischia da qui a poco la chiusura, in questo caso chi ci rimetterà la faccia? Il comune, la Provincia, la Regione? Noi pensiamo tutti, la Calabria intera”.
Anche Maiuli ha rincarato la dose: “ Elargire etichette come quelle di uffici IAT non deve bastare per far sentire la coscienza a posto a chi preposto, ma è necessario soprattutto per il nostro territorio garantire un minimo di finanze che possano permetterne il funzionamento dignitoso di questi uffici. E’ necessario, se la nostra Regione si connatura come territorio a vocazione turistica, che inizi a pensare di investire in questi presidi di utilità pubblica”.
Lasorba dal canto suo, invece, ha ricordato l’esistenza di un Piano Strategico di Marketing Turistico del luglio del 2011 fatto proprio dalla Regione, con il quale si fissano le priorità da sostenere a livello territoriale, in cui però le zone vibonesi non sembrano rientrarvi.
E se Tropea iniziasse a pretendere i diritti d’Autore sul nome e l’immagine? Ricordiamo a chi forse dimentica: “Tropea è il turismo calabres