Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Giubileo dei Malati 2016.
A Roma è in corso da venerdì 10 il Giubileo di malati e delle persone disabili nell’Anno della misericordia che culminerà oggi, domenica 12 giugno 2016 con la celebrazione conclusiva in piazza San Pietro. Tante le iniziative e tanti gli incontri diversificati per lingue e per varie disabilità, ognuna delle quali con apostoli specializzati: sacerdoti e personale volontari per aiutare i ciechi, i sordi, i disabili mentali ecc. – Una umanità ferita e sofferente in cerca di riscatto spirituale e umano. Il mondo sta a guardare quasi incredulo davanti alle loro manifestazioni di gioia.
♦ Il senso e significato di questo Giubileo nella mente di papa Francesco è far risaltare l’importanza fondamentale del malato: Gesù, dinanzi alle persone che lo seguivano, vedendo che erano stanche e sfinite, sentì una forte compassione per loro.
In forza di questo amore guarì i malati che gli venivano presentati. Ciò che muoveva Gesù non era altro che la misericordia (Misericordiae Vultus, 8).
♦ La disabilità e la malattia fanno parte del mistero dell’uomo. Certo, è giusto lottare contro la malattia, perché la salute è un dono di Dio.
♥ Ma è importante anche saper leggere il disegno di Dio quando la sofferenza bussa alla porta. Cristo è la Porta per gli ammalati. (Enzo Petrolino, Presidente Comunità del diaconato in Italia).
Dal vangelo della domenica (cfr. Lc 7,36-50)
♦ In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
♦ Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
♦ Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati».
Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?».
♥ Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
♦ Il Signore guarda al cuore dell’uomo. Solo lui conosce il nostro intimo. Egli è più grande di qualsiasi peccato possiamo commettere e di qualsiasi colpa il nostro cuore ci rimproveri, perché la sua misericordia è senza limiti.
♦ La peccatrice che piange ai piedi di Gesù e asciuga le lacrime con i suoi capelli rappresenta chiunque comprenda l’intensità dell’amore con cui è amato da Dio e quanto non vi abbia corrisposto. È l’immagine dell’uomo peccatore che, sentendosi indegno di avvicinarsi a Cristo, con umiltà chiede perdono per tutte le sue colpe. È in quel momento che la misericordia di Dio riceve la massima glorificazione, perché la vita vince sulla morte.
♥ Gesù dice alla peccatrice: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». Il cuore guarisce. La vita risorge.