Politica

Giovanni Macrì interviene ancora sul Referendum

Il politico tropeano continua la sua campagna a favore del “NO”

“Da buon presentatore e venditore, confida molto sulle amnesie di quella grande fetta di pubblico indecisa

Avv. Giovanni Macrì
Avv. Giovanni Macrì

Trovo surreali e grottesche le principali critiche che il premier rivolge al fronte del “NO”. Una, la più ipocrita, è quella di rappresentare un mega inciucio, un’accozzaglia di livorosi tenuta unita da fini del tutto estranei all’interesse nazionale. L’accusa è assolutamente risibile provenendo la stessa dal figlio di un colpo di mano reso possibile da un inciucio che via via si è andato sempre più estendendo in nome dell’ormai notorio senso di responsabilità nell’accezione parlamentare italiana. Come può un soggetto nominato, mantenuto in vita da orde di nominati rimpolpate da transfughi che per senso di responsabilità hanno rinnegato il proprio mandato parlamentare, urlare seriamente al complotto ed accusare l’avversario di incoerenza ed incoscienza?

La riforma è un aborto e Renzi un fiasco che ha dimostrato con la sua azione spavalda e spicciola, scarso senso dello Stato

Evidentemente, da buon presentatore e venditore, confida molto sulle amnesie di quella grande fetta di pubblico indecisa facilmente ammaliabile con dichiarazioni ad effetto, spot vergognosamente subdoli, misure di breve respiro dal chiaro sapore clientelare. Le armi nelle mani di Renzi sono enormi e l’istinto di sopravvivenza lo spinge ad un utilizzo disinvolto e spregiudicato di tutte le leve a sua disposizione.
Lo spot referendario della TV di Stato è qualcosa di veramente disdicevole che oggi fornisce la prova di quanto siano state lungimiranti, importanti e giuste le iniziative giudiziarie del M5S, di Sinistra Italiana e del costituzionalista Valerio Onida. Un quesito consapevolmente e premeditatamente confezionato in modo ingannevole per potere essere utilizzato come strumento di convincimento di quella massa di titubanti senza il rischio di incorrere in sanzioni. Ed ecco che il quesito: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?», si trasforma, gratuitamente ed in modo apparentemente legittimo, a 15 giorni dal voto, in un chiaro spot a favore del “SI’”. Una trovata diabolica, da repubblica delle banane, sulla quale è bene riflettere. E cosa dire, poi, dello spot confezionato da RAI3 e dalla Boschi che, cinicamente, si serve della sofferenza di un malato di cancro? Siamo di fronte ad un uso e ad un allineamento della TV di Stato (di tutte e tre le principali reti) mai conosciuti in passato. E che dire ancora dell’uso sconsiderato delle risorse statali che anziché essere impiegate in politiche di crescita vengo utilizzate per dispensare mance elettorali?
Tanto basta per condividere l’impietosa analisi dell’Economist su Renzi e sulla qualità della sua riforma costituzionale. In effetti la riforma è un aborto e Renzi un fiasco che ha dimostrato con la sua azione spavalda e spicciola, scarso senso dello Stato. La pericolosa divisone che ha determinato nel Paese deve darci l’idea della sua statura e del suo modo squallido ed irresponsabile di operare. Un altro motivo per invitarlo con un sorriso a togliere al più presto il disturbo e a dire “NO” alla sua riforma.

Giovanni Macrì

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Redazione
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