Fede e dintorni

Giovanni Battista il Precursore

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Giovanni Battista il Precursore.

– La seconda domenica di Avvento presenta la figura di Giovanni Battista come segno della venuta della salvezza di Dio; il momento più atteso e più desiderato, il momento dell’annuncio del regno di Dio che comincia: il Messia sta per arrivare.
– Nella tradizione dei grandi profeti dell’Antico Testamento, la parola di Dio è rivolta a Giovanni nel deserto. Giovanni – figlio di Zaccaria – diventa così profeta e precursore del Messia. – “Popolo di Sion, il Signore verrà a salvare le genti, e farà udire la sua voce maestosa nella letizia del vostro cuore”.
– Giovanni predicava un «battesimo di conversione per il perdono dei peccati». – Così anche attendere il ritorno glorioso di Cristo significa credere in lui, fare spazio perché venga ad abitare in noi, lasciare che lui converta la nostra vita e ci faccia conoscere il volto del Padre suo che accoglie e perdona.
– Giovanni Battista ha parole esigenti e impegnative: occorre chiedere la grazia di custodirle e di concretizzarle nella vita quotidiana e invocare con fiducia Dio: “Fa che noi ci prepariamo con mente vigile, cuore ardente e mani operose alla venuta del tuo Figlio”.. 

Dal Vangelo di questa domenica (Lc 3,1-6).
♦ Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
♦ Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
♦ «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

La Parola di Dio venne Su Giovanni.
♦ Malgrado le paure e il terrore che ispira, il deserto è, nella memoria religiosa del popolo di Israele, il luogo di riunione, dove Dio ha parlato al cuore del suo popolo, il luogo dove Dio è stato più che mai il pastore del suo gregge.
♦ Nel deserto il Dio d’Israele parla al suo popolo e, fedele al suo legame, mantiene le sue promesse di salvezza.
Giovanni riceve il compito si annunciare al popolo l’arrivo del Messia. Egli non è nell’elenco dei personaggi titolati, politici e religiosi, né vive in città, ma nel deserto. Però proprio a lui Dio affida la missione di inquietare le coscienze assopite, di indicare vie di salvezza, di far fiorire i deserti spirituali ed esistenziali.
 Quale precursore del Messia, Giovanni incarna bene lo spirito dell’Avvento. – Dio libera e salva; ci viene incontro nella Chiesa, in ogni persona e circostanza; ci sorprende. Ma Egli si aspetta sempre dall’uomo un minimo di collaborazione ed esigerà da lui un battesimo di conversione, la purificazione dei suoi peccati, e lo sforzo di superare gli ostacoli che gli impediscono di vedere l’alba della salvezza.
Dio guida la storia, ma a modo suo; egli si fa presente al momento giusto e sempre per un fine di felicità, perché ama tutti e vuole il bene di ciascuno. All’uomo, guidato dall’intelligenza illuminata dalla fede e dall’amore, l’impegno di riconoscerlo oin tutti i giorni della vita.

Per la preghiera.
♦ Dio grande e misericordioso, fa’ che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio che viene, ma la sapienza che viene dal cielo ci guidi all’incontro con Lui.
♦ Dio, grande nell’amore, donaci di raddrizzare i sentieri e di appianare la via per accogliere con fede la venuta del nostro Salvatore.
♦ O Cristo, mentre il nutrimento si trasforma in noi che lo mangiamo e diventa nostro sangue, il tuo Pane di vita che mangiamo, che è il tuo Corpo sacrificato ci assimila in te. (San Nicola Cabasilas).
♦ O Spirito Santo, ti rendiamo sempre grazie, perché la tua grazia ci è necessaria per diventare una sola cosa con Cristo.

8 dicembre 2021: chiude l’Anno di san Giuseppe
San Giuseppe, così vicino ai tesori di Dio, così vicino a noi…
♦ Papa Francesco ci ha donato un anno di riflessione, memoria e celebrazione dedicato a san Giuseppe, Custode del Redentore e Patrono della Chiesa.
♦ Pensate! Un uomo come noi, chiamato a vivere nella vicinanza costante di Maria, l’Immacolata senza peccato, e di Gesù, il Figlio di Dio. Nella comunione della famiglia di Nazaret, nel silenzio e nel suo fedele servizio, Giuseppe resta per sempre modello per tutti noi.
♦ Lungo i giorni che verranno non dimentichiamolo, ma torniamo spesso a lui con la nostra memoria e la nostra gratitudine.

Chiudiamo questo Anno speciale con una preghiera, preparata dal nostro collaboratore don Francesco Dell’Orco e ispirata dalla Lettera apostolica Patris Corde di papa Francesco. Ci potrà sempre servire.

O beato Giuseppe, padre tenerissimo di Gesù,
ti amiamo e ti invochiamo con fiducia, desiderosi di imitare le tue virtù e il tuo slancio.
Tu sei al servizio dell’intero disegno salvifico.
Accogli Maria senza mettere condizioni preventive.
Sei il vero “miracolo” con cui Dio salva il Bambino e sua madre. Davvero, ciò che conta Dio riesce sempre a salvarlo, a condizione che usiamo il tuo stesso coraggio creativo, con il quale sai trasformare un problema in un’opportunità, anteponendo sempre la fiducia nella Provvidenza.
Patrono della Chiesa, aiutaci ad amare la Parola e i Sacramenti, la Chiesa e i poveri, riconoscendo che ognuna di queste realtà è sempre il Bambino e sua madre.
O umile carpentiere, da te Gesù ha imparato il valore e la dignità del lavoro. A noi insegni che il lavoro è partecipazione all’opera stessa della salvezza.
O sposo castissimo di Maria Vergine, tu hai amato e messo al centro Maria e Gesù.
La tua felicità è stata il donarti. Prega per tutti i chiamati al matrimonio, al sacerdozio ministeriale e alla vita consacrata, perché giungano alla maturazione del dono di sé, facendosi segno della bellezza e della gioia dell’amore.
Da te imploriamo la grazia delle grazie: la nostra conversione.
Patrono della buona morte, prega per noi. Amen!
(ladomenica.it).

Nonostante che la pandemia del Covid non vuole abbandonarci e nonostante i tentativi di omologare il Natale e i suoi contenuti a “festività generica”, noi siamo fermamente convinti che l’albero di Natale e il presepe ci aiutano a contemplare il mistero della nascita di Gesù. Sono “simboli affascinanti del Natale. – Nelle famiglie e nei luoghi di socializzazione già compaiono in varie forme. – Possano questi simboli portare un riflesso della luce e della tenerezza di Dio, per aiutare tutti a vivere la festa della nascita di Gesù. Contemplando il Dio Bambino che sprigiona luce nell’umiltà del presepe, possiamo diventare anche noi testimoni di umiltà, tenerezza e bontà” (papa Francesco).

Condividi l'articolo