Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Gesù promette il dono dello Spirito.
In questa domenica sul finire del mese di maggio, leggiamo nel vangelo che nel suo discorso di addio il Signore Gesù non abbandona i suoi discepoli; promette di essere presente con il dono dello Spirito Santo, nell’esperienza dell’amore e nel dono della pace. Così i discepoli vinceranno ogni paura.
– Nella grande babele delle lingue e delle parole oggi stiamo constatando che si dice tutto e il contrario di tutto, a volte anche all’interno della stessa Chiesa. Non c’è che dire: rimaniamo spaesati e confusi e pertanto ancora oggi è necessario accogliere ogni giorno il dono del Spirito.
– Dio ci manda lo Spirito Santo per insegnarci la sua volontà. Il suo Spirito ci insegna a penetrare il vero senso delle parole. Possiamo allora rivolgerci a lui quando siamo disorientati, quando ci sentiamo deboli, quando non sappiamo più cosa fare.
– Ed è soprattutto un aiuto al quale possiamo ricorrere quando ci aspettano decisioni difficili da prendere. Lo Spirito ci aiuta!
Dal Vangelo di questa domenica (Gv 14,23-29)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
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Ricordare è necessario
Non capiamo tutto, e nemmeno la Chiesa possiede Dio interamente, ma da lui è posseduta.
Gesù ha detto e dato tutto, la Rivelazione è conclusa, non necessitiamo di veggenti che ci spieghino come fare.
Ma non abbiamo ancora capito. O ci siamo dimenticati.
Lo Spirito ci viene in soccorso e ci illumina.
♦ Illumina la Chiesa nella comprensione delle parole del Maestro.
♦ Illumina la nostra coscienza e ci permette di capire cosa c’entri la fede con la nostra vita e le nostre scelte quotidiane.
♦ Ricorda quando ci scordiamo come quando, nel recente passato, i cristiani si erano “dimenticati” della radicalità del vangelo rispetto alla non violenza dissertando sulla guerra “giusta” (e a volte, purtroppo, benedetta e giustificata).
♦ Invocare lo Spirito prima di ogni scelta, prima della preghiera, prima delle celebrazione dell’eucarestia ci permette di avvicinarci al vangelo con la freschezza che merita, con lo stupore di chi vi trova sempre delle novità (Paolo Curtaz).
Vivere la Pace
“Vi do la mia pace, non come la dà il mondo”: il confine del male e del bene è nel nostro cuore, il nemico è dentro di noi, non fuori, e la prima autentica pacificazione deve avvenire nel nostro intimo con noi stessi e la nostra violenza.
♦ I cristiani, spesso, quando parlano di pace… pensano al cimitero!
La pace, secondo la Parola di Gesù, è il primo dono che egli fa, risorto, apparendo agli impauriti discepoli.
♥ Un cuore pacificato è un cuore saldo, irremovibile, che ha capito il suo posto nel mondo, che non si spaventa nelle avversità, non si dispera nel dolore, non si scoraggia nella fatica.
♥ La scoperta di Dio, nella propria vita, l’incontro gioioso con lui, la percezione della sua bellezza, la conversione al Signore Gesù riconosciuto come Dio, suscita nel cuore delle persone una gioia profonda, sconosciuta, diversa da ogni altra gioia.
È la gioia del sapersi conosciuti, amati, preziosi. E la scoperta dell’amore di Dio ci apre a scenari nuovi, inattesi: il mondo ha un destino di bene, un amorevole disegno che, malgrado la fatica della storia e dell’umanità, confluisce verso Dio.
♥ Credere in questo, ed è un’adesione alla fede quasi sempre tormentata e sofferta, non immediata e leggera, dona la pace del cuore. Pace profonda, salda, pace irremovibile, ben diversa dalla pace del mondo, quella che viene venduta come assenza di guerra, o peggio ancora… come guerra, ritenuta necessaria per imporre la pace.