Fede e dintorni

Gesù, la Missione, la Chiesa

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Gesù, la Missione, la Chiesa.

«Andate: vi mando come agnelli in mezzo a lupi». L’invio alla missione Gesù lo fa senza peli sulla bocca, senza sdolcinature.
– Gesù non vuole fare tutto da solo; sceglie altri 72 collaboratori e li manda davanti a sé come suoi discepoli, associandoli  alla sua missione mediante la preghiera e la predicazione e chiede loro che siano messaggeri di pace.
– I discepoli missionari devono avere l’audace mitezza dell’agnello, essere liberi da ogni peso e legami terreni, portare la pace e annunciare la venuta del Regno di Dio.
– Il risultato è sorprendente, entusiasmante. Pieni di gioia, riferiscono che anche i demoni sono sottomessi. Gesù stesso partecipa alla loro gioia.
– Ogni cristiano, per il battesimo ricevuto, diventa testimone di Cristo e missionario del suo Vangelo. Sulla parola di Cristo deve rallegrarsi perché anche il suo nome sarà scritto nei cieli.

Dal Vangelo di questa domenica (Lc 10,1-12.17-20)
♦ In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Il cristiano è missionario con lo stile del vangelo.
♦ Tutti i cristiani devono riconoscersi nei 72 discepoli inviati da Gesù ad annunciare il Vangelo in ogni città e luogo dove egli stava per recarsi. 72 discepoli = non è una semplice notazione quantitativa; 72 erano le nazioni conosciute della terra secondo l’antica tradizione ebraica.
E’ come dire che fin dall’inizio l’orizzonte evangelico si apre a tutti popoli, a tutte le culture; nessuno è escluso dallo sguardo e dalla preoccupazione di Gesù. Di fronte a questa moltitudine immensa Gesù rileva: “La messe è molta, gli operai son pochi”. C’è sproporzione tra l’enorme attesa della gente e il piccolo numero dei discepoli.

♦ Gesù ci suggerisce anche il come andare. “Mandò i discepoli a due a due, perché la prima predica fosse anzitutto l’amore reciproco; le parole devono essere testimoniate dalla vita: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35)
♦ Ogni comunità cristiana sente la verità delle parole di Gesù: “Io vi mando come agnelli in mezzo a lupi”. Non è un compito agevole per un “agnello” far cambiare vita al “lupo”. Non è facile sconfiggere l’arroganza, la sete di danaro e di potere mentre si deve badare alla dignità e agli interessi di tutti, al bene comune.
♦ Questi agnelli debbono presentarsi senza borsa, né bisaccia, né sandali. L’unica loro forza sarà la verità, la pace e l’amore vicendevole; la verità su Dio e sull’uomo. Su Dio che vuole il bene di tutti gli uomini e sull’uomo.
Quanti lungo i secoli che si sono convertiti a Dio ed al vangelo, sono diventati nuova creatura! Ma a volte si è avuta l’impressione che, come cristiani, siamo stati un po’ disincarnati dalla storia, al punto da far dire che “la religione è l’oppio dei popoli”.
Di ciò chiediamo perdono a Dio e agli uomini: ed ecco “i nostri nomi saranno scritti in cielo!” (Lc 10,20).
Sono questi i grandi valori e lo stile di vita che ci distinguono e che dobbiamo annunziare.
(Padre Nicola Fiscante, redentorista).

Immagini di una missione redentorista. “Quando arriva una delle nostre Missioni in un Paese, per lo più, la maggior parte di quella Gente sta in disgrazia di Dio e priva del suo Amore; ma ecco che appena passano cinque o sei giorni, che molti, come svegliati da un profondo sonno, cominciando a sentire le Istruzioni e le Prediche, e vedendosi offrire la Divina Misericordia, cominciano a piangere i loro peccati, con concepire il desiderio di unirsi con Dio” (S.Alfonso).

Condividi l'articolo