Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Gesù Cristo ponte
tra l’umanità e Dio.
L’immane tragedia del crollo del Ponte Morandi a Genova, oltre al dolore e alle polemiche che ha suscitato, può diventare per i credenti una occasione di riflessione. Pioggia e nebbia su quel ponte il 14 agosto 2018 alle 11,30 e automezzi di ogni specie procedevano con la consueta fiducia di chi lo ha fatto sempre, addentrandosi nel vuoto pur non vedendo l’altro terminale. La presenza di tante vetture e autocarri, le luci di posizione e i fari accesi assicuravano che nonostante il maltempo, si poteva andare avanti. E invece all’improvviso il vuoto, il crollo, i morti, i feriti, lo strazio impotente dinanzi ali’immane tragedia. – Il ponte… Una icona che può significare la vita che parte da una sponda diretta all’altra, anche se non si vede. E in mezzo, non la tecnologia e la scienza degli uomini, che tante volte viene meno, ma la fece in Colui che è venuto tra noi per guidarci al cielo. Cristo è il ponte tra l’umanità e l’eternità in Dio.
Dal vangelo di questa domenica (Gv 6,51-58)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Un Ponte verso Dio
♦ I ponti sono delle strutture affascinanti, non solo per come sono costruiti, ma soprattutto perché in un balzo solo accorciano distanze e tempi, rendendo le due sponde di un fiume o di una valle improvvisamente comunicanti. Sulla costruzione dei ponti l’ingegno umano ha investito molto, fin dai tempi antichi, basta pensare ai ponti costruiti dagli antichi romani, che sono spesso le strutture giunte a noi in maniera più integra rispetto a tutte le altre costruzioni elevate. La tecnologia e la scienza degli uomini riesce a fare cose grandiose.
♦ Anche la nostra vita è su due sponde. Una cosa resta necessaria al di là delle altre: che l’uomo raggiunga la sua meta finale, quella per cui è stato creato: la beata eternità.
♥ Per rendere possibile ciò Dio ha mandato il suo Figlio a farsi via per uomini per arrivare alla mèta, e Cristo è diventato il ponte sicuro per approdare alla sponda desiderata. E per questo ha dato la sua vita e ha detto: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
♥ Gesù ha gettato un ponte, anzi Lui stesso si è fatto ponte. Tutta la sua vita è stata un porre le basi di questo ponte tra la realtà di Dio e la realtà degli uomini, che sembrano sempre così incomunicabili e distanti.
♥ Quante volte anche per noi la realtà di Dio ci appare distante e quasi quasi inesistente. Sono così tante le preoccupazioni che abbiamo su questa sponda della vita, che pensare a quella di Dio ci pare inutile e alla fin fine una perdita di tempo. A volte l’altra sponda ci appare immersa nella nebbia, tanto da non riuscire a vederla. Ma il ponte ci assicura che camminiamo la raggiungeremo.
♥ Gesù risorto che sale al cielo lo sentiamo come un ponte gettato verso Dio. Nelle durezze della vita e nella nebbia della fede, la sponda di Dio non è scomparsa o irraggiungibile, non la vediamo, ma se seguiamo il ponte ci arriveremo.
Il nostro compito di cristiani è indicare questo ponte, testimoniarlo e infondere fiducia e speranza. Anzi, anche noi, tante volte, possiamo essere ponte per chi cerca Dio aiutandolo nella sua fede.
(fonte: da una riflessione di don GioBa, 2010)