“La somma si aggira sui 28.000 euro”
Rapina ai danni dell’Azienda sanitaria provinciale
Colpo grosso all’Ufficio ticket dell’ospedale civile di Tropea, dove l’altra notte è avvenuto un furto di danaro ai danni dell’Azienda sanitaria provinciale. Ad accorgersene per primi gli impiegati di turno, che dopo aver preso servizio si sono accorti dell’ammanco dalla cassaforte installata nei locali di lavoro e hanno prontamente avvisato gli uomini dell’arma. «La somma si aggira sui 28.000 euro» precisano i carabinieri della locale compagnia di Tropea, la cui caserma dista dal nosocomio circa cento metri. L’ufficio, infatti, è ubicato al pian terreno in coincidenza con uno dei due ingressi laterali della struttura ospedaliera. Forse chi ha messo a segno il furto è riuscito ad allontanarsi con il bottino senza dare troppo nell’occhio proprio sfruttando questa uscita laterale. Anche se il colpo è di per sé riuscito, le modalità con cui esso è stato compiuto lasciano spazio ad alcune ipotesi preliminari, che serviranno per le indagini degli uomini guidati dal tenente Giovanni Migliavacca. Il furto, infatti, non presenta alcuna traccia di scasso. Secondo la versione dei carabinieri «per aprire la porta è stata utilizzata una chiave o un duplicato». Che l’autore del furto fosse in possesso delle chiavi lo dimostra una strana circostanza: gli impiegati hanno trovato la porta così come l’avevano lasciata, cioè chiusa a chiave. Questo dimostra anche che il Lupin dell’Ufficio ticket non andava troppo di fretta. I carabinieri spiegano di essere già al lavoro sul caso, anche se ammettono che «il colpo deve essere stato studiato nei dettagli per un po’ di tempo, durante il quale, probabilmente, i movimenti attorno all’ufficio sono stati monitorati con attenzione». In effetti la ruberia non è certo il frutto di un’improvvisazione, visto che la cassaforte viene riempita durante la settimana e l’incasso non viene depositato quotidianamente dagli addetti al servizio. Rimane un mistero chi possa aver architettato il colpo, anche se chi ha rubato – oltre ad essere in possesso delle chiavi – conosceva di certo la cadenza dei depositi e sapeva, di conseguenza, di non rischiare di trovarsi di fronte ad una cassaforte vuota.