Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Fuoco che distrugge e fuoco che dà vita.
In questo mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, al suo amore che Egli desidera accendere in tutti i nostri cuori, gli abitanti del Guatemala hanno dovuto fare i conti con il terribile fuoco di un vulcano. – Davvero impressionante l’eruzione del vulcano del Fuego, in Guatemala. Gli osservatori la paragonano a quella di Pompei nel 79: un territorio sepolto sotto la lava incandescente e la cenere che copre tutto, come un velo di misericordia. E da questo velo spuntano di qua e di là piedi, braccia, corpi ormai senza vita. L’eruzione del vulcano, alto 3.763 metri e a 35 chilometri da Città del Guatemala, ha ricoperto interi villaggi e le vittime accertate e i dispersi crescono col passare delle ore. – E in mezzo a tanta devastazione la luce della solidarietà nazionale e internazionale. Tra gli scampati anche un prete italiano che invoca accoratamente: «Aiutateci». Il Sacro Cuore di Gesù accenda il fuoco dell’amore e della solidarietà in ogni cuore.
Dal Vangelo di questa domenica (cf Marco Mc 3,31-35)
♦ [Mentre Gesù parlava] giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
♥ Breve preghiera = O Dio, sorgente di ogni bene, ispiraci propositi giusti e santi e donaci il tuo aiuto, perché come tuoi figli li possiamo attuarli nella nostra vita.
Guatemala come Pompei
♦ Il vulcano Fuego è in fase di eruzione dal 2002 ed è rimasto attivo nel 2017: solo il mese scorso c’erano state esplosioni, colonne di cenere e colate di fango vulcanico. le vittime e i dispersi crescono col passare delle ore. L’eruzione del vulcano, alto 3.763 metri e a 35 chilometri da Città del Guatemala, ha ricoperto interi villaggi.
♦ Soldati e pompieri sono alla ricerca dei dispersi nelle comunità sul fianco sud della montagna. Ci sono feriti, per la maggior parte in condizioni gravi, e sono più di un milione e 700.000 le persone che vivono nella regione e che sono state toccate in qualche modo dal disastro naturale.
♦ L’eruzione violenta del vulcano di 3.763 metri che si trova tra i dipartimenti di Escuintla, Chimaltenango e Sacatepequez, a circa 50 chilometri a est della capitale, ha “sparato” ondate di rocce bollenti, cenere e fango sui villaggi sottostanti, che sono andati distrutti.
♦ I soccorritori sono all’opera per cercare tra le comunità che sono state colte di sorpresa e travolte. “Ci sono dispersi, ma non sappiamo quanti”, ha spiegato Sergio Cabanas dell’agenzia governativa guatemalteca per i disastri. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, si è detto profondo rattristato per la “tragica perdita di vite umane e i danni significativi causati dall’eruzione” e ha assicurato che le Nazioni Unite sono pronte a fornire assistenza.
♦ A migliaia hanno dovuto abbandonare le proprie abitazione e trovare rifugi di fortuna.
Il sacerdote italiano: dolore e solidarietà.
♥ Da Città del Guatemala arriva anche la testimonianza di un sacerdote italiano, Don Angelo Esposito, giovane prete fidei donum italiano, da 10 anni nel Paese centroamericano. “Gli scampati dal fuoco che sommergeva tutto si sono presentati con piedi bruciati, impolverati e atterriti: immagini indimenticabili. L’eruzione del Vulcano di fuoco in Guatemala ha prodotto morte e paura”.
Don Angelo racconta con sofferenza un evento terribile, iniziato domenica alle 16. Si è accorto che la sua auto era coperta di cenere, arrivata dalla montagna di fuoco che sorge al centro del piccolo Stato. Anche se lontano dal vulcano, le conseguenze, fumo e polvere nera, sono giunte alla sua comunità di San Marcos.
♦ “Le immagini erano strazianti, con i soccorritori accorsi in una coltre nera di polvere e fumo, mentre raccoglievano bambini e adulti”. Corpi carbonizzati, ancora caldi, bruciati da un misto di fuoco e gas sprigionato dal Vulcano di Fuoco, con i suoi 3700 metri di altezza in una moderna Pompei nella foresta. “Quando il fumo nero, enorme, avanzava, alcuni abitanti dei campi fuggivano, altri gridavano cercavano i familiari mentre la lingua di fuoco bruciava tutto”, descrive emozionato.
Per le strade di Los Lotes e El Rodeo i sopravvissuti, molti i poveri, con le lacrime agli occhi, cercavano scampo mentre il fumo si gonfiava come una panna nera e la lava fumante scorreva nei campi coltivati a caffè e frutta.
♦ Manca l’acqua potabile e si stanno organizzando dei centri di raccolta nel centrodiocesi e nelle aree rurali per farmaci, vestivi e viveri. La diocesi di Escuintla e la Caritas hanno richiesto un sostegno per la situazione di emergenza in cui un milione di persone, molti indigeni, ora senza casa.
“Anche la nostra onlus Hermana Tierra, una organizzazione che sta aiutando i piccoli indios a curarsi, da Napoli organizzerà una raccolta di fondi per inviare aiuti a chi ha perso tutto”, spiega don Esposito, presidente dell’associazione dalla capitale Guatemalteca in cui si era recato per la festa della Repubblica Italiana e che, a causa dell’eruzione del vulcano, è stata sospesa.
♦ Ci sono gravissimi danni anche a infrastrutture pubbliche, soprattutto strade e ponti, per cui le comunicazioni sono molto difficili. Dice il signor Mario Arévalo, segretario esecutivo della Caritas guatemalteca: “Purtroppo a livello governativo manca una struttura per gestire le emergenze e il rischio è quello di che nessuno pensi alle persone colpite dalla catastrofe. Perciò, come Caritas dobbiamo pensare sia all’emergenza immediata, sia guardare a medio termine. Per questo faccio un appello anche alle Caritas europee e a tutte le persone di buona volontà”.
(fonte: cf Avvenire.it, 5 giugno 2018).