Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
L’imperatore Francesco I
ad un funerale.
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La partecipazione ad un funerale è opera buona, ma ancora migliore e meritoria quando il defunto ci è sconosciuto.
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L’imperatore d’Austria, Francesco I, nell’anno 1832, essendosi recato in un pomeriggio, in compagnia di un cameriere, nei dintorni di Vienna, s’imbattè in un povero funerale. Innanzi alla bara andava il prete ed un sacrestano, ma dietro ad essa non vi era alcuno.
Ciò vedendo, disse l’imperatore al suo servo: «Questo povero defunto è veramente degno di compassione, perché non ha alcuno che si ricordi di lui dopo la morte e che lo segua all’estrema dimora». Quindi ambedue, a capo scoperto, si misero dietro alla bara.
Allorché questa entrò in città e la gente vide l’imperatore camminare a piedi dietro di essa, centinaia di persone la seguirono, e il corteo si ingrossò tanto, che raramente si vide in città maggior numero di gente prender parte ad un funerale. – Così il nobile sovrano dava un buon esempio ai suoi sudditi e insegnava loro che è anche opera di misericordia rendere gli estremi onori ai defunti.
Gesù ad un funerale
Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: “Non piangere!”.
E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Giovinetto, dico a te, alzati!”. Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre.
Vangelo di Luca, cap. 7,11-15