Fede e dintorni

Fratelli tutti nella unica religione dell’amore

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Fratelli tutti nella unica religione dell’amore.

– «Informato del feroce attentato che è stato perpetrato il 29 ottobre nella basilica di Notre-Dame di Nizza, causando la morte di alcune persone innocenti, Papa Francesco si è unito attraverso la preghiera alla sofferenza delle famiglie provate e condivide il loro dolore…
– Ha pregato per le vittime e per i loro cari, perché la violenza cessi, perché si torni a guardarsi come fratelli e sorelle e non come nemici, e perché l’amato popolo francese possa reagire unito al male con il bene».
– Il terrorismo e la violenza non possono mai essere accettati come soluzione ai problemi religiosi. Essi trovano radici non nelle convinzioni religiose fondamentali, ma nelle loro deformazioni. – Il comandamento della pace è inscritto nel profondo delle tradizioni religiose che oggi viviamo. Perciò la violenza offende Dio e l’umanità. – Occorre andare alle radici di ciò che alimenta odio, forme di disprezzo, xenofobia e negazione degli altri. E forse scopriremo che queste radici sono nel nostro cuore, che non vuole convertirsi a Dio, ma restare rigidi in tradizioni che non lo onorano. – La vera religione segue l’amore, perché Dio è Amore.

 Ogni fondamentalismo religioso genera tristezza, violenza e morte.
♦ Due settimane fa, un professore decapitato all’uscita di scuola. giovedì 29 ottobre tre persone, due sgozzate, un’altra decapitata, stavolta in chiesa, nel pieno centro di Nizza.
♦ Sono le conseguenze del fondamentalismo religioso che si annida del cuore dei credenti creando forme di intolleranza, odio, di disprezzo, xenofobia e negazione degli altri. Eppure, al fondo, ogni religione  fa appello e comanda l’amore del prossimo. E’ il cuore dell’uomo, del credente, di ogni credente che deve essere purificato.

♦ Io ho incrociato gli scritti di Fratel Carlo Carretto in un periodo di riformulazione della mia vita sacerdotale: passare dalle certezze ereditate da una tradizione forse appena vissuta a quelle certezze che solo la fede nel Dio-Amore rivelatoci da Gesù può dare.
♦ Ricordo di aver letto con vera passione le Lettere dal deserto, spinto dalla testimonianza di chi, come Fratel Carlo Carretto, pur essendo già qualcuno in mezzo a noi (Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica), ha voluto cominciare tutto da capo, senza paura.
♦ Fu così che scoprii l’importanza dell’amore: più che avere l’amore alla verità, occorre avere avere la verità dell’amore, come testimonia la bella storia di Abdaraman che Carlo Carretto descrisse in una lettera.
♦ Ma intanto quante vittime del fanatismo, dal fondamentalismo terroristico… Ma anche  dello zelo intempestivo dei cosiddetti “uomini di Dio”, che manderebbero all’inferno metà del genere umano, solo perché “non sono dei loro”.

La storia di Abdaraman.
♦ Abdaraman, il caro ragazzino mussulmano, mi accompagna anche stasera all’eremitaggio.
Ha sempre conversato amichevolmente con me, ma stasera è muto, è triste…
– Ma parla, Abdaraman, – insisto – apri il cuore al tuo amico fratel Carlo.
Abdaraman allora scoppia in pianto. Gli chiedo:
– Amico, che cosa ti fa piangere?
– Fratel Carlo, piango perché tu non ti fai musulmano!
– Oh! – esclamo io – e perché dovrei farmi musulmano? …
Abdaraman mi grida:
– Se tu non ti fai musulmano, vai all’inferno, come tutti i cristiani!
– Oh questa è bella, Abdaraman! Chi t’ha detto che andrò all’inferno, se non mi farò musulmano?
– Me l’ha detto il “Taleb” (maestro della scuola coranica) che tutti i cristiani vanno all’inferno; e io non voglio che tu vada all’inferno.

♦ Siamo giunti vicino all’eremitaggio e Abdaraman si ferma: non entrerebbe in quel luogo cattolico per tutto l’oro del mondo. Gli dico:
– No, Abdaraman; Dio è buono e ci salverà tutti e due; e salverà tuo padre e tutti andremo in paradiso…
Sta tranquillo; va a casa a recitare la tua preghiera, mentre io reciterò la mia…
Le nostre preghiere vanno nello stesso cielo, perché Dio è uno solo. E il mio Dio è il tuo Dio. E’ lui che ci ha creati, ci nutre, ci ama…
Se osserveremo i comandamenti, tu ed io andremo nello stesso paradiso… Non piangere più!…
Entro triste nel mio eremitaggio… Ma stasera mi sarà difficile pregare.

♦ Povero, piccolo Abdaraman! Anche tu vittima del fanatismo, dello zelo intempestivo dei cosiddetti “uomini di Dio”, che manderebbero all’inferno metà del genere umano, solo perché “non sono dei loro”.
(fonte: C. Carretto, Lettere dal Deserto).

Tra i suoi ricordi Fratel Carlo Carretto spesso andava alla sua fanciullezza, quando, ancora bambino inconsapevole, spinto dagli adulti, insieme ad altri compagni accoglieva a pietrate l’arrivo in paese  di alcuni missionari protestanti venuti a diffondere la Bibbia: “Barbet! (avevano la barba) Andate via! Voi siete diavoli!”.

Il terrorismo e la violenza non possono mai essere accettati come soluzione ai problemi religiosi. Essi trovano radici non nelle convinzioni religiose fondamentali, ma nelle loro deformazioni. – Il comandamento della pace è inscritto nel profondo delle tradizioni religiose che oggi viviamo. Perciò la violenza offende Dio e l’umanità. – Occorre andare alle radici di ciò che alimenta odio, forme di disprezzo, xenofobia e negazione degli altri. E forse scopriremo che queste radici sono nel nostro cuore, che non vuole convertirsi a Dio, ma restare rigidi in tradizioni che non lo onorano.

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