Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Franz Jägerstätter, martire due volte.
– Si può essere martire due volte? In un certo senso sì; ed è ciò che si dice del coraggioso contadino austriaco Franz Jägerstätter.
– Oggi i biografi parlano liberamente del suo doppio martirio: quello subito con la decapitazione ad opera dei nazisti il 9 agosto 1943 e quello infamante di essere additato (insieme ai suoi familiari) come “traditore della patria” per essersi opposto (pacificamente) alla ideologia e alla scelta nazista fatta dal suo popolo.
– Ma poi è stato rivalutato e salutato come modello del cristiano libero di fronte ad ogni assolutismo.
– Franz Jägerstätter (1907-1943), contadino cattolico austriaco, fu chiaro obiettore di coscienza, venne messo a morte per essersi rifiutato di arruolarsi nell’esercito nazista. È stato beatificato nel 2007.
– La moglie Franziska Schwaninger (1936–1943) e i figli Maria Dammer, Rosalia Sigl, Aloisia Maier soffrirono a lungo per la decisione del loro caro; ma oggi è un Beato a cui evangelicamente ispirarsi. – Recuperare la memoria di chi è stato testimone di libertà, fraternità e di amore pieno è una eredità che deve interessare tutti.
Il doppio martirio di Franz Jägerstätter.
♦ Dodici marzo 1938: l’Austria vota il referendum sull’Anschluss alla Germania nazista: finirà con una valanga di «sì», il 99,71 per cento.
♥ A Sankt Radegund, paesino dell’Alta Austria, l’unico a votare «no» è un giovane contadino, Franz Jägerstätter.
Qualche mese prima aveva scritto: «Credo che Dio mi abbia dimostrato con sufficiente chiarezza che devo decidermi se essere nazista o cattolico». La sua scelta coraggiosa lo porta all’arresto.
♦ Finisce a Tegel, nello stesso carcere in cui sarà rinchiuso Dietrich Bonhoeffer. Decapitato il 9 agosto 1943, Jägerstätter lascia l’amatissima moglie Franziska e le tre figlie.
♥ Una famiglia devastata dal dolore, che ha dovuto attendere molti anni prima che la figura del congiunto venisse riscattata dall’oblio e dall’infame etichetta di “traditore della patria”.
♥ Già, perché quella di Franz Jägerstätter è la storia di un doppio martirio: il suo, quello di una persona che si immola in ragione della fedeltà al Vangelo ma che, proprio dalla Chiesa austriaca (salvo poche eccezioni), non fu capito e accettato, e quello dei familiari, costretti a convivere per lunghi anni con il forte ostracismo della comunità civile e cattolica.
Il cammino di rivalutazione di Franz Jägerstätter.
♦ Ebbene. Se oggi conosciamo la vicenda di questo cattolico tutto d’un pezzo, esemplare obiettore di coscienza, il merito è di un oscuro sociologo, di una fervente femminista cattolica e di un monaco sui generis, tutti statunitensi, esattamente
♦ Sono Terrence Malick, il regista che ha firmato l’intenso film A Hidden Life che ripercorre, in modo suggestivo, ma fedele alla storia, la vicenda del terziario francescano che disse Signornò a Hitler (come suona il titolo di un bel documentario Rai del lontano 1989, a firma di Paolo Giuntella e di Enzo Chiodi).
♦ A proporre una dettagliata ricostruzione della fortuna (tardiva) di Jägerstätter è Francesco Comina, giornalista e scrittore, per dieci anni coordinatore del Centro per la Pace del Comune di Bolzano e autore di “Solo contro Hitler”: Franz Jägerstätter, il primato della coscienza (Verona, Editrice missionaria italiana, 2021, pagine 176, euro 16), da pochi giorni in libreria.
L’intenso interessamento di Thomas Merton.
♦ «Agli inizi degli anni Sessanta la vicenda di Franz Jägerstätter varca l’oceano e di lì suscita grande interesse fra i leader dell’imponente movimento contro la guerra del Vietnam».
♦ Tra i protagonisti indiscussi di quella stagione c’è Thomas Merton, monaco trappista dell’abbazia di Nostra Signora del Gethsemani nel Kentucky, famoso in tutto il mondo per i suoi scritti appassionati.
♥ Merton è uno dei riferimenti più importanti del variegato popolo pacifista, che si batte per l’affermazione di pari diritti civili per la popolazione nera, per il dialogo ecumenico e interreligioso.
♥ Nel 1965 Merton pubblica “Fede e violenza”, nel quale fin dalle prime pagine rilancia la figura di Franz Jägerstätter come modello di uomo che ha avuto la forza e il coraggio di opporsi al più spietato regime della storia, mettendosi di traverso contro una guerra ingiusta e crudele.
♥ Per il monaco trappista americano, Franz è un’icona del concilio Vaticano II , il simbolo di un cristianesimo militante, che interpreta in maniera autentica la novità di una Chiesa nonviolenta e pacifista».
Tempi nuovi col Concilio Vaticano II.
♦ Com’era arrivato Merton a conoscere la storia di questo oscuro contadino austriaco?
♥ Grazie al sociologo e giornalista pacifista Gordon Zahn, il quale, una dozzina di anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, si era recato in Germania per studiare il comportamento della Chiesa nei confronti del nazismo e scoprire eventuali casi di obiezione di coscienza al regime.
♥ Nel 1962 il frutto del suo lavoro diverrà una pubblicazione nella quale Zahn raccoglie le testimonianze di alcuni sacerdoti e qualche vescovo che avevano avuto il coraggio di opporsi a Hitler. Si imbatte così nella storia di Jägerstätter: ne rimane colpito al punto di pensare a un secondo libro, tutto dedicato al contadino austriaco.
♥ Nell’estate del 1961 Zahn parte per Sankt Radegund per raccogliere testimonianze dirette su Franz, che confluiranno in un nuovo testo, che uscirà nel 1964 (poi tradotto in italiano nel 1968 col titolo “Il testimone solitario”. Vita e morte di Franz Jägerstätter).
♥ Il libro esce a puntate anche sul «Catholic Worker» — la rivista dell’omonimo movimento, all’epoca molto diffusa — e cattura l’interesse di Dorothy Day, la celebre attivista cattolica, fondatrice del «Worker», che ne parla nei suoi diari il 25 maggio 1965.
♥ Siamo nell’epoca del Concilio, lo scenario ecclesiale muta, la Chiesa si accorge di Jägerstätter e gradualmente lo rivaluta. Fino alla beatificazione, avvenuta, finalmente, nel 2007, per volere di Benedetto XVI .
(fonte: cf l’Osservatore Romano, 21 ottobre 2021).