“Speranza” è un canto d’amore, di passione ed emigrazione
La storia di un giovane emigrante calabrese il quale piange la lontananza dalla sua terra e dalla sua donna
Ricordo Francesco Sicari da piccolo. Un bambino dagli occhi grandi, attenti e pieni di vivacità che ti colpiva solo a guardarlo. Dai modi sempre educati e molto mite con tutti. Aveva ed ha, una dote innata per la musica. E’ cresciuto all’improvviso il caro Francesco. E’ diventato un uomo che sa quello che vuole e soprattutto che coltiva la sua passione più grande: la musica nella sua amata terra di Calabria.
Francesco nasce e cresce a San Costantino di Briatico, con la sua bella ed unita famiglia. Un ragazzo d’oro lo amo definire. Di quei ragazzi che è raro incontrare oggi. Dedito allo studio e alle sue passioni. Ora è iscritto alla facoltà di giurisprudenza a Roma.
Poco tempo fa, noto su facebook la condivisione di un video con il suo primo singolo: Spartenza. Un pezzo che ascolto e riascolto con immensa emozione e che definisco struggente, profondo, ben ritmato. Ha una musica che ti rapisce ed un testo molto evocativo. E’ un canto d’amore, di passione ed emigrazione. Racconta la storia di un giovane emigrante calabrese il quale piange la lontananza dalla sua terra e dalla sua donna e ne soffre a causa della sua lontananza. Descrive le paure e le ansie per una nuova vita che sta per iniziare e per una vecchia che si sta per abbandonare. Ascoltare il pezzo, che è in visione su you tube (http://youtu.be/I19Ihi6VvE0 ), da sempre la sensazione di essere catapultati come in un vecchio film, e di essere dinanzi alla sofferenza di questo giovane emigrante calabrese e della sua giovanissima amata. Sembra quasi di vedere anche il sofferto saluto e di poterne sentire la stretta al cuore; l’abbraccio d’amore, le lacrime che bagnano i visi e i vecchi vestiti, La valigia di cartone a terra, vicino a loro e la grande nave che lo porterà via per molto tempo o per sempre: “La navi ‘nta lu portu si pripara, pe’fari ‘sta partenza amara e scura; cu li lagrimi toi la navi vara, cu li suspiri mei si ferma ogn’ura.”
Un vecchio film? Mentre si ascolta Spartenza, ci si rende conto dell’ attualità del tema e del grande disagio: Giovani di oggi come quelli di ieri. Cambiano dei particolari ma, il problema resta sempre lo stesso. Un problema mai risolto quello del lavoro in Calabria. Spartenza rappresenta un bel lavoro, che inorgoglisce Francesco e chi ha collaborato con lui a questo progetto.
Come mi ha raccontato lui stesso “Questo progetto nasce dal desiderio di ricercare un equilibrio tra elementi diversi. I suoni degli strumenti tradizionali, il suono classico dell’orchestra e il suono elettrico si fondono tra loro dando vita ad un sound nuovo, capace di avvicinare culture musicali distinte. Ho voluto seguire l’anima poetica popolare attraverso lo studio dell’opera di Raffaele Lombardi Satriani che ne offre una visione quanto mai ampia e suggestiva per la varietà dei temi trattati, la ricchezza delle immagini, l’efficacia del linguaggio e la musicalità del verso. Questo mio primo lavoro discografico è un omaggio all’illustre folklorista calabrese, la cui opera, veramente benemerita, ha assicurato agli studiosi del folklore un ricco patrimonio che, diversamente, sarebbe andato perduto nel giro di pochi decenni.”
Il testo di Spartenza è un vecchio canto popolare della gente di San Costantino di Briatico, raccolto dal grande studioso Raffaele Lombardi Satriani, nobile, Barone del piccolo paese, nel quale è nato e vissuto. Lamore per le materie umanistiche e la sua grande dote di ascolto e il carattere generoso e particolarmente aperto verso il mondo contadino, gli permise di raccogliere nella sua vita, migliaia di proverbi, canti e racconti popolari, trascritti nella lingua originale, in varie opere. Grazie a questo immane e appassionato lavoro che ricoprì l’intero territorio regionale, Raffaele Lombardi Satriani è considerato il più grande folklorista della Calabria. Francesco Sicari ha recuperato dei frammenti di questo canto che ha poi elaborato a suo modo per adattarli alla musicalità del testo.
Il progetto nasce, quindi, da un’idea di Francesco Sicari e Alessandro Luvarà. Grazie ad Alessandro, Francesco ha conosciuto molti dei musicisti che hanno collaborato al progetto musicale e con i quali hanno curato musiche e arrangiamenti. Tutti ottimi musicisti come:
Silvio Ariotta, Francesco Loccisano, Meki Marturano.
E questi invece i nomi e i ruoli delle diverse collaborazioni al singolo Spartenza:
Meki Marturano – Batteria e Percussioni
Silvio Ariotta – Basso e Contrabbasso
Francesco Loccisano – Chitarra Classica e Battente
Massimo Cusato – Percussioni
Daniele Morelli – Chitarre Elettriche
Clemente Ferrari – Arrangiamento Archi, Fisarmonica, Glokenspiel, Pianoforte, Synth, Charango, Farfisa Matador, Elka Synthex, Hammond, Minimoog, Rhodes
Prisca Amori – Violino
Alessandro Luvarà – Pianoforte e Tastiere
Angelo Pisani – Sax, Lira calabrese e Marranzano
Stefano Mujura – Chitarre acustiche, Percussioni e Cori
Salvatore Gullace – Mandolino
Rocco Cannizzaro – Fisarmonica
Paolo Nicotra – Ukulele e Lap Steel Guitar
Meissa, Paolo Sofia, Francesco Loccisano – Cori
Giuliana De Donno – Arpa
Alfredo Verdini – Percussioni
E, infine, la collaborazione con Mimmo Cavallaro
il progetto è stato realizzato allo studio Spainaudio di Molochio (RC)
“Insieme” – racconta Francesco – “abbiamo intrapreso un percorso artistico. Un lavoro di squadra dunque. Loro sono tutti grandi musicisti e provengono da esperienze musicali diverse e collaborazioni prestigiose. ”
Spartenza è il singolo che anticipa l’album in uscita il prossimo 10 ottobre. Francesco ha avuto anche l’onore di avere sul suo sito (www.francescosicari.it) un commento, valutazione al suo progetto musicale, da parte dell’antropologo calabrese (nipote del folklorista calabrese, Raffaelele) Maria Luigi Lombardi Satriani, che in merito ha scritto:
“Francesco Sicari, per ragioni familiari e in quanto compartecipe della comunità di San Costantino di Briatico, ha avuto numerosi motivi per assumere la figura e l’opera di Raffaele Lombardi Satriani in una dimensione di domesticità, che in qualche modo legittimava il suo ricorso a esse per mutuarne materiali e sollecitazioni.
Il suo itinerario discografico ha fatto tesoro di tutto ciò, intrecciandosi con contatti ed esperienze con altri noti operatori della musica popolare calabrese.
E’ un risultato di notevole efficacia ed interesse e che testimonia come una figura e un’opera che appartengono a una trascorsa temperie culturale possano essere estremamente eloquenti anche oggi per i giovani, purchè vi si accostino, come in questo caso, con reale volontà di ascolto.”
Vi consiglio vivamente di ascoltare il singolo Spartenza e, di seguire Francesco nel suo progetto musicale attuale e in quelli futuri. Il suo sogno e di poter fare molti concerti e di continuare questa meravigliosa esperienza musicale con chi ha collaborato con lui. Sono sicura, e non parlo da amica per non essere di parte ma, da appassionata e ascoltatrice obiettiva di musica popolare calabrese, che sentiremo parlare molto di Francesco e di questo fantastico progetto: voce e sentimento del sud, curato meticolosamente nella ricerca di testi della tradizione contadina calabrese e musicalmente, con l’uso di strumenti e accordi musicali idonei ai testi cantati.
Raffaele Lombardi Satriani affermava che “alla conoscenza dei racconti popolari si sia sollecitati ad avvicinarsi alla Calabria con comprensione ed amore”. E’ proprio di questo che la Calabria ha bisogno: di essere capita e amata, innanzitutto dalla sua gente. Ed è per questo che sempre più giovani ricercano nel suo passato, nella sua storia e nella sua gente, dai racconti, ai proverbi, ai suoi canti, ciò che ha fatto grande e unica una regione così meravigliosa come la Calabria. Onore ai giovani che vogliono imparare ad amare questa terra riscoprendo il suo passato, perché avranno delle basi più solide su cui costruire il proprio futuro.
Voglio terminare con un profondo pensiero di Francesco, dedicato alla nostra terra e alla sua più umile gente:
“Antonio Gramsci dice una cosa molto importante, molto lusinghiera per i calabresi: un contadino calabrese è più filosofo di un filosofo che insegna in un’università tedesca. Ed è vero. Studiando l’opera di Raffaele Lombardi Satriani ho capito che i contadini avevano pensieri altissimi senza rendersene conto.”