“Basta aggressioni agli uomini in divisa”
Piazza gremita di partecipanti convenuti nella Capitale da tutta Italia, la manifestazione nazionale dei sindacati SAP e LES Polizia di Stato
Si è svolta oggi a Roma, in una piazza del Popolo gremita di partecipanti convenuti nella Capitale da tutta Italia, la manifestazione nazionale dei sindacati SAP e LES Polizia di Stato, SAPPE Polizia Penitenziaria, SIM Sindacato Italiano Militari Carabinieri e Guardia di Finanza e CONAPO dei Vigili del Fuoco. Possiamo dire che Il governo Conte è riuscito ad avere contro anche le forze di polizia. La storica tecnica del divide et impera, non è riuscita, anche se qualche tentativo vi è stato perché si è tentato di impedire ai Carabinieri di poter manifestare insieme alle altre forze dell’ordine. Invece la manifestazione è pienamente riuscita, ed il rispetto delle regole anti Covid, ha costretto gli organizzatori persino a contingentare le presenze in piazza, che comunque si è riempita, pur nel distanziamento voluto dalle regole. La manifestazione è stata promossa sotto lo slogan «basta aggressioni agli uomini in divisa». Insieme agli uomini e donne delle Forze dell’Ordine, vi è stata la partecipazione di leader politici e parlamentari, soprattutto dell’opposizione. I dati statistici citati dagli oratori sono abbastanza eloquenti perché si parla di un ferito in uniforme ogni tre ore, e per i motivi più disparati e questo fa sì che i numeri non facciano nemmeno più notizia e ciò non fa che mortificare ancora di più gli animi e continuare «a fingere che tutto vada bene non è più possibile», hanno affermato tutti gli oratori dal palco. Il Segretario Generale del SAP Stefano Paoloni, che ha rivendicato la promozione dell’iniziativa, ha affermato: «Sono passati molti mesi da quando questa organizzazione sindacale ha deciso di rendere noti i numeri delle aggressioni subìte da uomini e donne appartenenti a tutte le Forze di Polizia e sollevando il problema che oggi è emerso in tutta la sua gravità. Registriamo in media un’aggressione ogni 3 ore, circa 8 al giorno, praticamente più di 235 al mese, poco meno di 3 mila ogni anno. È indispensabile ridare piena dignità alla nostra funzione attraverso tutele giuridiche e garanzie funzionali, retribuzioni dignitose, ripianamento degli organici e libertà sindacali. Ne abbiamo parlato con Giovanni Iacoi Segretario Generale del LeS (Libertà e Sicurezza Polizia di Stato), appena sceso dal palco, dopo il suo accalorato intervento.
D.: Segretario Iacoi, abbiamo sentito l’indignazione che vi accumuna ma quali sono le vostre proposte?
R.: Viviamo da anni un clima di esasperazione contro di noi fomentato da video che non ritraggono l’intero accaduto, bensì solo i momenti che fa comodo far vedere a chi li diffonde, e, spesso, quei video ottengono una diffusione notevole e notevolmente veloce, grazie ai vari social network e non sono rari i casi in cui sia i nostri vertici che la magistratura utilizzano proprio quei video incompleti ed infedeli per incolpare gli operatori di Polizia anziché i delinquenti, anche quando sono questi ad aver aggredito palesemente le Forze dell’ordine.
D.: Se non andiamo errati, sul tappeto ci sono alcune proposte per la vostra tutela.
R.:E’ vero, il SAP chiede anche a nome nostro e dei nostri colleghi la fornitura delle Bodycam e dei Taser e noi condividiamo pienamente la richiesta che proviene dalle nostre file, come pure dalle file dei colleghi appartenenti alle altre forze di Polizia. Tuttavia, se ne parla da qualche anno, ma fino ad ora non si è visto nulla di concreto e noi rimaniamo in balia di chiunque, senza efficaci strumenti di difesa se non le nostre pistole che, tuttavia, quando le usiamo, rischiamo di essere incriminati.
D.: Però voi di LeS avete anche un’altra proposta.
R.: Certo, è una proposta che riteniamo importante e che riteniamo possa dare una risposta efficace in termini di tutela giuridica alle Forze dell’Ordine.
D.: Di che si tratta?
R.: Si tratta di una proposta di legge, perché la situazione che viviamo richiede un radicale cambiamento giuridico. Per questo abbiamo dato mandato ad un nostro amico, l’avv. Antonio Bottoni, di elaborare una proposta di legge in questo senso.
D.: Ce la vuole illustrare in breve?
R.: Certamente. La proposta mira a far equiparare la divisa indossata dagli uomini e donne delle Forze dell’ordine al territorio dello Stato. La divisa, sulle cui mostrine, non dimentichiamolo, vi è riportato il simbolo della Nazione e la scritta R.I., cioè Repubblica Italiana, non sarà più soltanto la stoffa che ricopre il corpo di chi la indossa ma diviene una vera e propria estensione del territorio statale, per cui ogni aggressione portata agli operatori di polizia diviene un atto ostile contro lo Stato. E’ chiaro, a questo punto, che prima di tutelare le persone che indossano la divisa, deve essere tutelata l’incolumità dello stesso Stato da ogni tipo di aggressione, invertendo radicalmente la posizione giuridica del personale delle Forze dell’Ordine rispetto agli atti lesionistici portati nei loro confronti.
D.: Complimenti, mi pare proprio una proposta eccellente anche per garantire una efficace tutela giuridica ai suoi colleghi e colleghe che vestono le divise più disparate.
R.: Noi siamo convinti che sia una proposta di legge molto valida: speriamo che il Parlamento sia dello stesso nostro parere e che la approvi nel più breve tempo possibile. L’avv. Bottoni l’ha illustrata durante il nostro 1° Congresso Nazionale che si è svolto recentemente a Roma e insieme ne abbiamo parlato in maniera diffusa con l’on. Tonelli che era tra gli ospiti, il quale, come tutti gli altri parlamentari intervenuti, si è mostrato particolarmente sensibile al problema della nostra incolumità ed è rimasto particolarmente colpito da questa proposta, tanto da offrirsi di portarla in Parlamento.
Roma, 14/10/2020
Ufficio Stampa Segreteria Nazionale