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Florian del cassonetto: storia di un piccolo rom

Il romanzo per ragazzi di Ornella Della Libera edito da Rizzoli

L’autrice è ispettore Capo di Polizia a Napoli e si occupa di reati commessi sui minori

Florian del cassonetto – Ornella Della Libera – edito da Rizzoli

Le 161 pagine del romanzo Florian del cassonetto: storia di un piccolo rom emozionano e fanno riflettere. È una di quelle storie che, dalla sola lettura del titolo, pensiamo di conoscere, crediamo di aver letto nel recente passato o ascoltato dal racconto di qualcuno, oppure abbiamo visto al cinema o in tv. No, siamo fuori strada, soprattutto se il nostro approccio al romanzo è quello del lettore “superficiale”, se non siamo interessati a conoscere la vita degli altri e migliorare la nostra, se non abbiamo ancora il coraggio di stupirci della significativa e a volte commovente semplicità dei gesti umani.
Florian è il piccolo rom ritrovato in un cassonetto e cresciuto con amore dalla zingara Violeta, che ha il marito in carcere e deve mantenere altri quattro figli.
Dopo l’introduzione in prima persona di Florian, che costituisce l’antefatto della vicenda, dove il ragazzo descrive la sua giornata, si passa al racconto narrato in terza persona. Qui la scrittrice racconta che cos’è la scuola per Florian e i suoi fratelli: un luogo che spaventa e incuriosisce. In realtà Florian non sa, non può sapere che i bambini a scuola ci vanno volentieri, che amano i libri e li considerano importanti, perché nessuno glielo ha mai spiegato; pensa che la scuola sia un luogo dove i ragazzi subiscono punizioni e vengono torturati. Allora Florian e i fratelli fanno irruzione nell’edificio scolastico, imbrattano le aule con i colori, allagano il bagno, rompono gli armadietti e rubano alcuni libri con l’idea di fare un piacere agli alunni.
La storia abbraccia poi le vicende personali dei figli di Violeta che si cacciano nei guai, e del gesto che la porta – per la paura di perdere i figli- a incendiare la baracca, scatenando la rabbia degli abitanti del quartiere. Nel racconto si alternano personaggi che addolciscono le vicende vissute dai ragazzi rom, donne e uomini “severi ma delicati”, persone che incontrano per strada e non si voltano dall’altra parte, bensì li accolgono portando nel cuore il solo desiderio di offrire loro alcuni momenti di spensieratezza. Perché è importante immedesimarsi nella vita degli altri, è importante capire, è umano cogliere negli occhi di un bambino le cicatrici che gli hanno segnato l’anima. Loro, queste anime nobili in cui si imbattono i ragazzi, regalano momenti di serenità e di gioia ai bambini che non hanno mai vissuto da bambini, e hanno pensato bene di non allontanarli, di non ingiuriarli, di non deriderli e farli ripiombare tra la tensione e il pericolo della strada. A volte basta poco, e l’autrice, che è anche ispettore capo di polizia a Napoli e si occupa di reati commessi sui minori, lo sa bene. Lei ha vissuto e vive in prima persona le storie che racconta.
Florian del cassonetto è un romanzo che tocca le coscienze, che colora l’anima. È una storia unica e al contempo universale. In poco meno di duecento pagine è racchiuso tutto ciò che dovremmo essere e talvolta non siamo, è svelato con semplicità il significato profondo di molte nostre azioni e gli errori di coloro che continuano a vivere nel pregiudizio. Florian è un personaggio riuscitissimo. È lui l’artefice di un miracolo: il miracolo della vita, quello dei destini che si incrociano. Dice Florian, parlando della madre: “Senza di lei sarei morto. Senza di me loro potevano morire di fame. Ci aveva uniti il destino, un destino di spazzatura. Avevamo solo la vita, eppure, ci sentivamo molto ricchi, insieme”. Florian dà una bella lezione di vita a coloro che non sanno andare oltre le apparenze, a coloro che non sanno o non vogliono capire l’importanza del confronto. Dopo aver letto questa storia ti senti una persona migliore, e sei consapevole di aver aggiunto nella tua libreria un’altra piccola pietra preziosa.

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Redazione
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