I corpi dei defunti devono essere trattati con rispetto
La nostra città che vanta un nobile passato, dove hanno vissuto uomini e donne di grande fede e amore per la vita, segnata dalla testimonianza di santità di Don Mottola e Irma Scrugli e da tante opere di carità, ricca di storia e di bellezze, ammirate da ogni parte del mondo, è costretta a registrare questo orrendo fatto che offende l’uomo e la sua dignità.
“Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti”.
Sono le parole pronunciate da Papa Francesco lo scorso 27 marzo 2020, in occasione della Veglia in Piazza San Pietro durante il lockdown.
Fitte tenebre sono scese anche sulla nostra amata e bella città di Tropea, offesa nell’animo e violentata nel profondo dagli atti sacrileghi contro la pietà dei defunti, compiuti nel nostro cimitero cittadino.
Di fronte a gesti cosi atroci e ad immagini cosi aberranti, risuona più che mai attuale la domanda di Dio che troviamo nel libro della Genesi: uomo dove sei? Uomo chi sei?
Quando si assiste a simili nefandezze e a tanto male, dobbiamo riconoscere che questo uomo ha smarrito e perso la sua verità e la sua identità!
E’ innegabile affermare che la pietà verso i defunti è sempre stata uno dei segni dell’elevatezza della comunità cristiana, ma anche di ogni popolo e cultura. Questa pietas ha costruito e continua a costruire la civiltà e il progresso della vita umana, e si esprime in tanti gesti, come ricordare i morti, seppellire i morti, rispettare i corpi morti, curare le tombe dei morti e anche scoprire i luoghi dove i morti sono stati sepolti.
Come insegna il catechismo della Chiesa Cattolica: “I corpi dei defunti devono essere trattati con rispetto e carità nella fede e nella speranza della risurrezione. La sepoltura dei morti è un’opera di misericordia corporale, rende onore ai figli di Dio, templi dello Spirito Santo” . Questa pietas non serve solo a proseguire il rapporto con i morti, ma anche migliorare i rapporti tra i vivi.
Atti come quelli compiuti al cimitero di Tropea non sono solo delitti contro la pietà dei defunti secondo il codice penale, ma sono un grave atto di inciviltà e un atto sacrilego da condannare.
La nostra città che vanta un nobile passato, dove hanno vissuto uomini e donne di grande fede e amore per la vita, segnata dalla testimonianza di santità di Don Mottola e Irma Scrugli e da tante opere di carità, ricca di storia e di bellezze, ammirate da ogni parte del mondo, è costretta a registrare questo orrendo fatto che offende l’uomo e la sua dignità.
Sono violenze inaudite che non ci appartengono e a cui tutti dobbiamo ribellarci!!!
Questo è il tempo dello sconcerto, del dolore, della rabbia, della preghiera e degli atti di riparazione, ma anche della riflessione. Urge da parte di tutti l’impegno di rimboccarsi le maniche per un grande investimento educativo e per riscrivere insieme l’alfabeto umano, ancorato ai quei valori indiscutibili che i nostri antenati ci hanno trasmesso.
Sono fiducioso che la comunità tropeana saprà reagire. Sappiamo bene infatti che il male fa più notizia, ma dobbiamo riconoscere che “c’è un oceano sommerso di bene che merita di essere conosciuto e che dà forza alla nostra speranza” ( Papa Francesco).
Ed è ripartendo da questo bene silenzioso che ogni giorno si continua a seminare dalla parte sana della città, fatta di famiglie ricche di principi e valori, di onesti lavoratori, di giovani impegnati nello studio e nel lavoro e di associazioni di volontariato che Tropea può cancellare questa pagina indegna della sua storia e dei suoi valori.
Fratello maggiore dei Sacerdoti Oblati del Sacro Cuore
Don Francesco Sicari