Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Fine primario della educazione.
Il problema della educazione (nella chiesa e nella società) oggi risulta essere ancora gravissimo e nello stesso tempo entusiasmante. Nel 1965 il Concilio Vaticano II promulgò la dichiarazione “Gravissimum Educationis” sulla fondamentale educazione cristiana. Da allora sono passati oltre 50 anni. Anche nell’ambito della scuola, di ogni ordine e grado, con preoccupante frequenza si incontrano docenti sfiduciati per le difficoltà che sta apportando il rapido evolvere delle situazioni generazionali. Ma quanta soddisfazione si legge sui loro volti quando, svolgendo il loro compito, ricevono la riconoscenza della comunità e degli allievi stessi. E’ bello sentire i ragazzi rivolgersi con affetto ai loro prof, ma è oltremodo doloroso quando essi rifiutano la loro opera. A che cosa deve mirare principalmente un educatore?
♦ Un preside di liceo
Un preside di un liceo americano aveva l’abitudine di inviare questa lettera ai suoi insegnanti all’inizio di ogni anno scolastico.
♦ Caro professore,
sono un sopravvissuto di un campo di concentramento.
I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere:
camere a gas costruite da ingegneri istruiti,
bambini uccisi con veleno da medici ben formati,
lattanti uccisi da infermiere provette,
donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiori e università.
Io diffido, perciò, della “educazione”.
♥ La mia richiesta è la seguente: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani.
♥ I vostri sforzi non dovranno mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli aguzzini istruiti.
♥ La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani.
(fonte: da “Les mémoires de la Shoah” di Anniek Cojean, “Le Monde”, 29 aprile 1995).
* I ragazzi non sono contenitori da riempire, ma coscienze da formare!