Cultura e Società

Feltri? “Un moralista immorale”

La riflessione Dr. Mazzitelli sulle parole del direttore di Libero contro i meridionali

“La sua rozza dichiarazione sui dequalificati meridionali, nella quale è difficile separare l’infondatezza specifica e la volgarità dell’analisi, ha suscitato un coro unanime di proteste, di reazioni che vanno dall’incredulità per tanta improntitudine allo sconcerto, allo stupore, all’indignazione di quanti si sono sentiti ingiustamente umiliati”

Dr. Tino Mazzitelli (Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea) – foto Libertino

Esiste una stupidità lieve, oppure dovuta all’effettiva scarsa intelligenza di una persona, e allora che farci…pazienza, non è rovinosa per nessuno. Invece fa paura e sconcerta la stupidità aggressiva che si esprime solo con la violenza verbale e con l’idiozia nella convinzione d’essere nel giusto. Questa stupidità diventa poi deleteria e per nulla giustificabile allorquando a manifestarla è un giornalista di “chiara fama” come Vittorio Feltri, oggi più che mai, il prototipo dell’intellettuale antipatico, sempre nervoso, isterico, intollerante.
Quando appare in tivù, spesso per il suo modo di porsi, provoca un fenomeno abbastanza raro: i telespettatori che non si riconoscono nella sua fede politica e nelle sue soventi non azzeccate riflessioni critiche o nei suoi sermoni abbrancano il telecomando e si affrettano a cancellarlo dal video. Sono costretti a fare questa scelta perché non possono consentire di dilatare la potenza di battute infelici in un effetto mediatico tale da mantenerlo sulla ribalta della cronaca per giorni, consentendogli di entrare in sintonia con i propri fans, perfino di aumentarne il numero. Ha sempre fatto così. Scimmiottando il principe dei giornalisti, Indro Montanelli, la cui statura morale e il cui spessore intellettuale sono di gran lunga soverchianti, si diverte come un pazzo a fare il bastian contrario. Passerebbe sul cadavere della madre per una battuta ritenuta sagace, anche se, di certo, la battuta sui “meridionali inferiori” è certamente infelice al punto tale da non consentire di far passare sotto silenzio e inosservata una tale stupidaggine, gratuita e infondata, frutto evidente di sentimenti di frustrazione e, forse, di pentimento per scelte sbagliate ma ancora oggi, evidentemente, mal digerite.
Sappia “l’eccelso” direttore che gli effetti di quanto spesso si proclama non sono così per come auspicati perché c’è un limite a tutto, ai finti censori, ai poco credibili demagoghi, a chi, al colmo di rabbia e di livore per un evidente crollo continuo di quei consensi indiretti, sparge solo veleni e bugie tentando di ingannare il lettore, e non solo. La sua rozza dichiarazione sui dequalificati meridionali, nella quale è difficile separare l’infondatezza specifica e la volgarità dell’analisi, ha suscitato un coro unanime di proteste, di reazioni che vanno dall’incredulità per tanta improntitudine allo sconcerto, allo stupore, all’indignazione di quanti si sono sentiti ingiustamente umiliati. Verrebbe voglia di non parlarne più, ma non è possibile omettere di guardare la realtà per quanto banale essa possa presentarsi nel suo concreto dispiegarsi, o scegliere il silenzio perché quanto c’era da dire è stato detto.
Alcuni punti possono comunque essere ribaditi: la “boutade” dello sprovveduto direttore deve accompagnarsi ad una serie di provvedimenti governativi, oggi come ieri, che si traducono in enormi tagli di natura politica, sociale ed economica a discapito del meridione d’Italia, nell’eliminazione di fatto o nella drastica riduzione di risorse al mondo economico imprenditoriale, alle università e alla scuola di ogni ordine e grado, in assenza di investimenti pur necessari nel campo imprenditoriale, dell’edilizia pubblica e privata e delle strutture scolastiche, perché la scuola potesse svolgere i suoi ineludibili compiti formativi.
Tutto ciò ha determinato negli anni il grande divario tra Nord e Sud, divario esclusivamente economico che fonda la sua ragion d’essere sulle prebende milionarie, sugli interventi a pioggia per decenni elargiti a piene mani ai nordisti, sull’incapacità, dal dopoguerra in poi, di formulare una linea politica per lo sviluppo economico e sociale delle regioni meridionali che da un lato potesse favorire una pronta ripartenza del proprio tessuto produttivo e dall’altro potesse permettere il recupero progressivo dei divari economici e infrastrutturali rispetto al Nord. Parlare quindi di inferiorità dei meridionali è fuorviante soprattutto quando a farlo è un giornalista, come nel caso di specie, che è il tipico esemplare imbarazzante, radical chic, del tartufismo politico-culturale ed intellettuale che oggi impera nel panorama sociale italiano.
Un giornalista impetuoso contro i vizi altrui, sempre assolutorio nei confronti dei suoi, all’apparenza un uomo rigido, integerrimo, incorruttibile e perciò implacabile contro le umane debolezze, in realtà un Savonarola all’incontrario, un moralista immorale e predicatorio sempre pronto a puntare il dito contro chi la pensa diversamente da lui e a offendere i suoi denigratori, soprattutto se meridionali, che in passato sono anche morti nelle più sperdute contrade del Nord per renderlo migliore, più ricco ed efficiente.
Ai meridionali verrebbe facile ricordare che il “grande” giornalista non ha un pedigree culturale né raffinato né decente per ergersi sul piedistallo e profferire sentenze, per loro meglio il disprezzo e la ribellione intellettuale, alla maniera di Salvemini, che li considerava plasmati sui valori aristocratici della cultura classica, troppo colti per sopportare rozzi attacchi.
Consci di ciò i meridionali debbono operare per attenuare i loro stessi mali sino alla loro tendenziale eliminazione. Occorrerà, allora, ritornare al rigore dell’analisi. Operazione necessaria ed urgente, ma anche estremamente difficile fin quando si avranno attacchi grezzi e infondati, quali quelli di Feltri, non per nostra colpa direttore di un giornale non certamente eccelso che si tiene in vita grazie ai contributi dello Stato.

(Ex Sindaco di Zungri) (Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea)
Dr. Tino Mazzitelli

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Comunicato Stampa
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