Fede e dintorni

Fedeltà a Dio e felicità eterna

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Fedeltà a Dio e felicità eterna.

– “Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Bello sentirselo dire da Dio!
– Gesù annuncia il giudizio universale: quando ritornerà, egli esigerà di sapere da noi come abbiamo usato il nostro tempo, cosa abbiamo fatto della nostra vita e dei talenti che abbiamo ricevuto, cioè delle nostre capacità.
– Il premio per il buon uso sarà la partecipazione alla gioia del Signore. I doni divini di salvezza non possono restare inerti nel nostro cuore. Essi vanno trafficati per produrre opere di carità.
– «Il Cristo risorto, dopo aver affidato ai suoi servi, cioè alla Chiesa, i suoi doni, torna di nuovo per chiedere conto dell’uso che ne è stato fatto» (san Gregorio Magno). Beati noi se saremo capaci di far fruttare i doni ricevuti. – Oggi ricorre la 4a Giornata dei Poveri: “Tendi la tua mano al povero” (cfr Sir 7,32).

Dal Vangelo di questa domenica. (forma breve Matteo 25, 14-15.19-21)
♦ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
♦ Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”.
♦ “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”».

Cosa conterà nel giorno del Giudizio.
La parabola dei talenti parla della venuta di Gesù per il giudizio universale. La parabola racchiude un insegnamento fondamentale: Dio non misurerà né conterà i nostri acquisti, le nostre realizzazioni. Non ci chiederà se abbiamo compiuto prodezze tali da suscitare ammirazione nel mondo. Ma terrà conto soltanto la nostra fedeltà, l’assiduità e la carità con le quali noi avremo fatto fronte ai nostri doveri, anche i più umili e i più ordinari. Dio non misurerà i risultati, ma l’impegno messo.

Tutti dovremo rendere conto di quello che abbiamo fatto.
♦ Il Padre ci ha donato tutto gratuitamente e ci ha dato fiducia, lasciandoci il compito di far fruttificare i suoi doni per lo sviluppo del suo Regno.
♦ Dovendo anche noi, un giorno, rendere conto a Lui della gestione dei talenti ricevuti, impegniamoci seriamente nell’investirli per la sua gloria e il bene dei fratelli. Non ci accada di imitare il servo malvagio e pigro, immagine di coloro che non hanno messo a disposizione degli altri il talento dell’amore. A cominciare dalla famiglia, dal lavoro quotidiano, dall’attenzione e ai poveri.
♦ Perciò occorre vivere e operare vigilanti nell’attesa della venuta gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo crocifisso e risorto, camminando nella luce, senza mai partecipare alle opere infruttuose delle tenebre.
(don Francesco Dell’Orco, in ladomenica.it)

Preghiera per accompagnare il nostro impegno
♦ O Padre, siamo consapevoli di non essere sempre capaci di usare bene e di far fruttificare i doni che tu ci hai affidato. Rendici operosi nell’attesa del tuo Figlio che verrà a giudicarci nel giorno finale.
♦ O Padre, tu affidi i tuoi doni alla Chiesa. Il tuo Spirito ispiri e sostenga il Papa e i vescovi nell’ardua missione dell’evangelizzazione di questa umanità ferita, avendo a cuore i più disagiati.
♦ O Padre, ti chiediamo che la nostra comunità attinga sempre dalla Parola e dall’Eucaristia la forza per essere laboriosa nella carità e vigilante nella speranza di raggiungere la meta finale.
♦ O Padre, che affidi a noi i tuoi beni, concedici la grazia di farne buon uso nella vita quotidiana e di saperli condividere con i fratelli, così che nell’ultimo giorno possiamo essere accolti nella gioia del tuo Regno. Per Cristo nostro Signore. – Amen.

“Tendi la tua mano al povero” (cfr Sir 7,32)
Dal Messaggio di Papa Francesco per la IV Giornata mondiale dei Poveri (2020):
♦ «Tendere la mano fa scoprire, prima di tutto a chi lo fa, che dentro di noi esiste la capacità di compiere gesti che danno senso alla vita».
♦ «Tendere la mano è un segno: un segno che richiama immediatamente alla prossimità, alla solidarietà, all’amore».
♦ «Questa pandemia è giunta all’improvviso e ci ha colto impreparati, lasciando un grande senso di disorientamento e impotenza.
♦ La mano tesa verso il povero, tuttavia, non è giunta improvvisa… Non ci si improvvisa strumenti di misericordia.
♦ È necessario un allenamento quotidiano, che parte dalla consapevolezza di quanto noi per primi abbiamo bisogno di una mano tesa verso di noi».

Tra i giovani testimoni della fede: Floribert Bwana Chui,
il funzionario che ha detto “no” alla corruzione.
Non ha accettato una mazzetta e, perciò, ha pagato con la vita il suo gesto.
È una storia di evangelico coraggio quella che vede protagonista Floribert Bwana Chui, congolese, membro della Comunità di Sant’Egidio, ucciso a Goma nel 2007, all’età di 26 anni.
♦ Nato nel 1981 nell’est della Repubblica Democratica del Congo, intelligente, carico di idealità e voglia di cambiare il mondo, Floribert si impegna nella Chiesa locale, si avvicina alla politica, infine si iscrive a Giurisprudenza, convinto che il diritto possa essere la base di quella giustizia sociale che tanto gli sta a cuore.
♦ Nel 2000 conosce la Comunità di Sant’Egidio e incomincia a dedicare il tempo libero ai bambini di strada e alla Scuola della pace animata dalla Comunità.
Una volta laureatosi, per lui si spalancano le porte di una possibile carriera all’estero.
Ma Floribert preferisce restare nella sua terra, pur se squassata dalla violenza.
♦ Diventa responsabile dell’ufficio della dogana di Goma dove, fino a quel momento, regnava la corruzione: il suo arrivo coincide con un deciso cambio di rotta.
Un mese prima di morire fa distruggere una partita di riso avariato: riceve, per questo, pressioni anche da parte di autorità pubbliche per chiudere un occhio e incassare una tangente in premio.
Egli, però, rimane inflessibile: «La salute della gente vale più del denaro».
♥  Una fermezza che gli costerà la vita: viene attirato in un agguato, torturato e ucciso.
Nel 2016 il vescovo Théophile Kaboy ha aperto il processo di beatificazione di Floribert.
– Il coraggio Floribert lo trova nella fede. Nella sua Bibbia aveva evidenziato le parole di Gesù ai soldati che lo interrogano: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe» (Lc 3,12-14).
(ladomenica.it)

“Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Bello sentirselo dire da Dio! – Ma Egli esigerà di sapere da noi come abbiamo usato il nostro tempo, cosa abbiamo fatto della nostra vita e dei talenti che abbiamo ricevuto, cioè delle nostre capacità. Il premio per il buon uso sarà la partecipazione alla gioia eterna del Signore. Beati noi se saremo capaci di far fruttare i doni ricevuti. – Oggi ricorre la 4a Giornata dei Poveri: “Tendi la tua mano al povero” (cfr Sir 7,32).

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