L’obiettivo era quello di raggiungere la soglia del 3% e non ci siamo riusciti
La nostra proposta politica è necessaria ancora di più adesso per fronteggiare le forze nazionaliste e sovraniste
Più Europa registra con chiarezza la propria sconfitta, l’obiettivo era quello di raggiungere la soglia del 3% e non ci siamo riusciti. Non ci consola certo essere il secondo partito della coalizione di centrosinistra.
Dobbiamo però ringraziare 9.414 calabresi che hanno creduto in questo progetto politico.
Il nostro è stato un progetto politico contro corrente. Abbiamo presentato una lista diversa, abbiamo presentato temi diversi con toni diversi.
E gli italiani, mossi probabilmente dalla volontà di dare uno scrollone alla classe politica attuale, non hanno votato la nostra proposta politica.
Forse non c’è stato il tempo di farla capire, e forse non ci avrebbero ascoltati comunque, stante l’ondata nazionalista che ha travolto il Paese
Il progetto di Più Europa è un progetto giovane, che ha parlato anche ai giovani e ai giovanissimi, ed in tanti di loro lo hanno votato. Non dobbiamo disperdere questo patrimonio.
La nostra proposta politica è necessaria ancora di più adesso per fronteggiare le forze nazionaliste e sovraniste che hanno vinto queste elezioni.
E proprio per questo è ancora più importante che il progetto politico continui. Nelle prossime settimane verranno individuate forme organizzative per continuare a parlare di Europa, perché abbiamo a cuore il futuro del nostro paese, il futuro dei nostri figli.
Perché quando pensiamo al futuro, immaginiamo un Paese dove la cultura dell’accoglienza e della solidarietà prevalga su quella della paura e dell’odio, dove vengano garantiti i diritti di tutti, dove la scienza sia veramente libera, dove la ragione prevalga sui pregiudizi. Parlare di Europa non significa rinnegare le proprie radici, al contrario significa garantire lo sviluppo democratico del nostro Paese, significa mettere al centro il valore della persona umana. Continueremo a parlare di equità, di sostenibilità, di giustizia, di efficienza, di diritti, di ambiente come modello di sviluppo non solo economico.
E proprio perché vogliamo bene al nostro Paese dobbiamo costruire un’Italia più umana ed efficiente in un’Europa più unita e democratica, partendo dal Mezzogiorno, che anche nel passato recente è stato messo ai margini del panorama politico nazionale. Il Sud è quello che, rispetto al resto del Paese, ha bisogno di rimettere al centro temi come quello di una sanità uguale per tutti, del lavoro, della tutela del territorio, risorsa tanto fragile quanto preziosa per uno sviluppo ecosostenibile.
Non sarà facile per chi ha vinto mantenere fede agli impegni assunti in campagna elettorale. Noi continueremo a portare avanti la nostra idea di Paese, con serietà, franchezza, convinti che sia necessario l’impegno di tutti.
Caterina Forelli