Il 2 luglio 2005 a Tropea, presso l'Anfiteatro del Porto, si terrà la prima del film Non per tutti è Natale, prodotto dalla Trophaeum Movie. Si prevede un pubblico di circa settecento persone.
foto Salvatore Libertino
Roma – “La ricerca di un lavoro vissuta da un uomo, tra umiliazioni politiche e sociali, coinvolge la vita di una famiglia italiana del sud. Al centro del dramma l’amore per la propria terra, il coraggio di dichiarare che le persone serie non si interessano di politica e, non ultimo, il voler credere che si debba resistere alle avversità con valori inalienabili quali la dignità, l’amicizia e la fede in Dio”. Questa è la sinossi del mediometraggio Non per tutti è Natale. Ma al di là di queste poche righe che sono certamente la sintesi dei quarantacinque minuti di questo film girato a Tropea e che verrà presentato il 2 luglio alle ore 21,00 nello stupendo scenario del porto turistico dove ha sede un anfiteatro, c’è l’opinione del pubblico, della critica e degli amanti del cinema. Positive o negative che saranno di certo verranno accolte dalla produzione come un indicatore importante per il proseguio di questa bellissima avventura di lavori cinematografici.
Siamo lontani da “Un amore chiamato Tropea” il primo film della Trophaeum Movie e tuttavia molto vicini al corto “Karma” che ancora oggi sta riscuotendo discreti consensi. Cosa lega questi tre lavori? Niente, proprio niente. Siamo di fronte a differenti sentimenti espressivi distribuiti in storie che contengono una propria identità, e ognuna di esse rappresenta una testimonianza che non può essere paragonata alle altre. Ma se i contenuti delle tre sceneggiature hanno trattato argomenti sulla bellezza di Tropea, l’alternarsi delle esistenze e la lotta per la sopravvivenza, ci sarebbe ora da chiedersi (escludendo trame facete) dove una produzione indipendente, quale è la Trophaeum Movie, cosa andrà a cercare se vorrà continuare a proporsi con temi di un certo rilievo sociale e culturale. Questa è una domanda che oggi non ha nessuna risposta.
Oggi però è bene parlare di Non per tutti è Natale, degli attori che vi hanno preso parte, delle musiche, del montaggio e dell’impatto che avrà tra la gente. Andiamo con ordine. Per gli attori, Pasolini e credo non solo lui, avrebbe detto “ottima scelta”, per le musiche permettetemi di dire che Vincenzo Laganà è un vanto per Tropea e scommetto che è secondo, anzi terzo dopo i sommi Morricone e Piovani. Le riprese dello Studio Immagini (di Gasponi) sono la prova che il cinema quando è vero, ossia non di un certo tipo americano, può essere testimonianza e storia della nostra vita. Il montaggio, per corrispondenza, laborioso e stressante alla fine, grazie alla dedizione di Salvatore Libertino che ha firmato anche la fotografia, ha dato il risultato che volevamo. Rimarrebbe da incorniciare la sceneggiatura e l’incomparabile lavoro di editing di Bruna Fiorentino, rimarrebbe da plaudire alle tante collaborazioni, alle voci fuori campo, al Coro Polifonico G. Macrì, alla stupenda voce di Domenica Accorinti, alla maschera del “mendicante” interpretato da Francesco Esposito, ai ruoli dei protagonisti Franco Cimino e Maria Grazia Teramo ed al loro dramma esistenziale che incide sulla sensibilità del piccolo Simone (Scidà), e senza escludere nessuno degli altri improvvisati attori così spontanei, senza surrogati o riferimenti a chissà quali scuole, a partire dal frate Cusmai (Enzo Taccone) per finire all’avvocato Ambrogio. Rimarrebbe da parlare ancora della tenacia, degli ostacoli superati con un certo affanno ... e che aggiungere, poi, alla fine se “i cosi quandu si cuntunu parunu nenti”?
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