Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Esplorare le possibilità.
Tutti corriamo il rischio di adagiarci nelle nostre abitudini, rinchiuderci nella convinzione di aver già fatto quanto dovevamo fare. E dimentichiamo che siamo e viviamo in un un mondo che si evolve continuamente e a volte cambia anche tragicamente, anche perché chi “poteva vedere” ha tenuto gli occhi chiusi. – Quanti sforzi inutili ieri, ma che che oggi otterrebbero ben altro successo; semplicemente perché è entrato del nuovo nella nostra storia e nella nostra vita.
– A livello religioso poi, sul piano della fede, molti si rifanno alle loro esperienze da bambini e concludono: “Io ci ho provato tanto tempo fa!” – San Paolo dice a questi tali. “Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato” (1Cor 13,11). E dopo averlo immaginato da bambino, Dio lo potremo vedere faccia a faccia.
♦ Una volta, un uomo vinse un cucciolo di elefante. Poiché non aveva un recinto, lo legò ad un palo in fondo al cortile, con una corda grossa, legata alla zampa dell’animale.
Nonostante fosse un cucciolo, l’animale era alto più di un metro. Il piccolo elefante forzava la corda ogni giorno, cercando di strapparla o di abbattere il palo. Non riuscendoci, accettò il suo destino di dover rimanere legato e smise di lottare.
♦ Allora l’uomo tolse la grossa corda e ne legò una più sottile. L’elefante non provò nemmeno a liberarsi.
♦ Dopo un certo tempo l’elefante crebbe, divenne enorme e l’uomo legò una cordicella alla sua zampa. Rimaneva ancora bloccato, senza forzare la corda.
♥ L’animale si ricordava degli sforzi fatti in passato, che erano stati inutili e perciò non ci provò più.
Quell’elefante non scappò perché credeva di non poterlo fare. Teneva registrata nella sua memoria l’impotenza. Semplicemente non si rendeva conto che la situazione era cambiata.
♥ Quanti di noi sono come quell’elefante!
Potrebbero anche camminare nella direzione di Dio, ma rimangono bloccati a sottili corde che potrebbero facilmente rompere.
♥ Manca, a volte, la volontà di esplorare le possibilità che ci sono. Non esiste vicolo senza uscita né barriera senza passaggio.
E allora? Bisogna smettere di dare testate inutili sulla barriera e uscire cercando una breccia.
♥♥ Anche a noi manca qualcuno che venga a dire che è possibile e facile essere felici. – Cancelliamo dalla nostra memoria tutte le registrazioni che ci dicono: “Non posso. Non posso e non lo farò mai”.
(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).