Per ripristinarlo completamente ci vorrà un mese
Depuratore fuori uso, reflui scaricati a mare
L’esondazione di giorno 18 rischia di trasformarsi in un’enorme disastro ambientale. Agli innumerevoli danni provocati in più comuni della costa tirrenica del vibonese dalle valanghe di fango, dalle piene torrentizie, dagli smottamenti e dalle frane nei territori collinari, che hanno tra l’altro messo in ginocchio molte strutture turistiche presenti tra Briatico e Tropea, va ora ad aggiungersi l’emergenza del depuratore consortile La Grazia, che sorge sul territorio comunale di Parghelia, presso l’omonimo torrente. «Il depuratore è attualmente fuori uso – spiega il consigliere comunale di Parghelia Diego Stacciuoli – e sta scaricando a mare. Ci vorrà più di un mese, secondo quanto ci ha comunicato l’Ato, perché tutto torni nella norma». Nel frattempo, i rappresentanti dell’amministrazione si stanno dando da fare per venire a capo della situazione. Il sindaco Maria Brosio in testa, anche in qualità di responsabile comunale di Protezione civile, sta lavorando da due giorni fianco a fianco col delegato regionale Franco Di Leo che, come dichiara ancora Stacciuoli, «ha dato una mano enorme nelle fasi di coordinamento, garantendo la sua presenza in tutti i punti interessati dall’alluvione».
Più ottimista il delegato all’Ambiente del comune di Tropea Tonino Simonelli, che comunque riconosce la situazione generale come «di estremo allarme, per la quale è stato chiesto lo stato di calamità naturale». Relativamente al territorio comunale, l’amministrazione di Tropea «sta rispondendo all’emergenza – afferma Simonelli – provvedendo con delle ditte private, all’opera per ripulire l’area interessata dai riversamenti di fango e gli accumuli di detriti. Al mio fianco, già dalle dieci di due giorni fa, c’era l’ing. Sisto Scordo, responsabile del settore Lavori pubblici, e il tecnico Nicola Romano», ma per quanto riguarda il depuratore consortile, il delegato all’Ambiente garantisce personalmente il massimo impegno «affinché si possa giungere ad una riduzione dei tempi necessari alla riapertura dello stesso».
L’ingegner Vincenzo Augurusa, supervisore per la provincia alla segreteria tecnica operativa dell’Ato, spiega che«per ripulire totalmente l’area e portare a regime l’impianto ci vorrà almeno un mese». Attualmente «c’è troppa acqua – continua Augurusa – e in presenza di corrente elettrica può diventare micidiale». C’è infatti il rischio che un cavo da 20mila volt sia scoperto.
«Ho avvisato di questo il vice prefetto Ranieri – spiega Augurusa – , con cui sono in continuo contatto telefonico e, d’accordo con lui, siamo intervenuti con l’impresa Restuccia, per ripristinare l’alveo del torrente e far defluire le acque. Domani (oggi ndr.) completeremo i lavori sui cavidotti e potremo iniziare con la depurazione. Ma ci sono centinaia di metri cubi di detriti, e per eliminarli ci vorrà circa un mese». Nonostante ciò, Augurusa cerca di frenare gli allarmismi e afferma che «il depuratore sarà mandato avanti ad ogni costo».