Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Esercizi spirituali per una trasfigurazione.
Anche quest’anno Papa Francesco, insieme ai collaboratori della Curia Romana, ha dedicato la prima settimana di quaresima agli esercizi spirituali, predicati nella Casa Divin Maestro di Ariccia da padre José Tolentino Mendonça: un tempo di trasfigurazione per ritrovare lo slancio generoso nel cammino quaresimale. La sorpresa offerta dal predicatore: tutti siamo cercati dalla sete di Gesù! Egli seduto al pozzo di Giacobbe ha atteso la donna samaritana e le ha chiesto “Dammi da bere”, volendo significare con questo “Apriti con fiducia a me!” Gesù si rivolge a noi per chiederci: “Dammi quello che hai. Apri il tuo cuore, Dammi quello che sei”. Senza dubbio, noi abbiamo sete di Dio, e ci premuriamo di incontrarlo; ma Dio ha sete di noi e ci vuole incontrare sin nel profondo del cuore.
Dal Vangelo di questa domenica (Marco 9,2-10)
Questi è il Figlio mio, l’amato.
♦ In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
♦ Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
♦ La Quaresima è il tempo dell’ascolto, ascolto per essere trasfigurati in Cristo. La sua Trasfigurazione è anticipo della gloria della sua Risurrezione. Non dobbiamo dimenticare che quest’uomo, che sta camminando verso una morte ignominiosa, è il Figlio amato da Dio. E il Padre indica Gesù come il Figlio prediletto e ordina di ascoltarlo: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!»
♦ Alla rivelazione della sua identità di Messia sofferente Gesù aggiunge quella della sua dignità divina e si trasfigura davanti a tre discepoli, che rimangono stupefatti per lo splendore delle sue vesti e per la presenza di Mosé ed Elìa.
Gesù è riconosciuto non solo “centro” della rivelazione dell’Antico Testamento, ma “vertice” di tutta la Rivelazione nella sua dignità di Figlio di Dio e perciò di rivelatore: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!».
♥ Come conciliare tanta gloria con la sofferenza, il disprezzo e la morte di Gesù? Ce lo svela San Paolo che parla dell’incomprensibile amore di Dio, «che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi».
La pesantezza della redenzione, che si riflette nella passione e morte del Signore, non ha lo scopo di mostrarci la severità di Dio, ma di esprimere in modo eminente la “gratuità” della sua azione salvifica.
E così il racconto della vita di Abramo in relazione al sacrificio del figlio Isacco (descritto nella I Lettura) ci à di aiuto per armonizzare l’amore paterno con l’amore-obbedienza alla volontà di Dio.
(Tarcisio Stramare, osj)
♥♥ La voce del Padre invita anche noi oggi alla confidenza: il Figlio trasfigurato è il Salvatore del mondo; ma passerà prima attraverso la morte di croce. In lui dobbiamo riporre la nostra fiducia: “O Gesù, Figlio prediletto del Padre, tu sei la luce per ogni uomo. Noi ti preghiamo: che la tua luce si riveli ai cuori che sperano in te”.
“È bello per noi stare qui”, esclama Pietro, dinanzi alla trasfigurazione, nonostante avesse un po’ di paura.
♥♥ La fede pone a tacere le nostre paure, soprattutto la paura di aprire la nostra vita a Cristo, senza condizioni. Tale paura nasce spesso dall’eccessivo attaccamento ai beni temporali e dall’ambizione, e può impedirci di sentire la voce di Cristo che ci viene trasmessa nella Chiesa.