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“ERRORI ED ORRORI” “INQUALIFICABILE L’OBIETTIVO DELLA DERESPONSABILIZZAZIONE”

“A coronare il dramma, si concretizza, quindi, l’ennesimo eclatante caso di negazionismo”

“Ne deriva l’inaccettabilità dell’intento di ridurre l’austerità di eventi palesemente delittuosi, tantomeno con l’obiettivo di mantenere la poltrona in stato di cattività”

Antonio Piserà – foto Libertino

Per quanto ogni revisionismo storico abbia diritto ad essere, non può prescindere dallo storico oggettivo, ampiamente consolidato in immagini, posto il sacrosanto rispetto del corso della giustizia: non può avere credibilità l’Istituzione preposta alla guida e alla tutela della Città, garante nel rappresentarla, se ostenta l’essere ignara della gravità delle azioni e del loro pondo criminale, persino a prescindere dal fatto che ne sia stata tempestivamente e sostanzialmente informata. Ne deriva l’inaccettabilità dell’intento di ridurre l’austerità di eventi palesemente delittuosi, tantomeno con l’obiettivo di mantenere la poltrona in stato di cattività. Schiaffeggia volgarmente e violentemente la dignità tanto di chi si esprime, quanto di chi riceve il messaggio, la volontà insidiosa ed ingannevole di confondere termini abissalmente distanti come “errori” ed “orrori”, che si aggrappa inutilmente allo specchio ridicolo di una pessima strategia di comunicazione (lungi da chiunque l’idea bassamente opportunista di farne questione meramente culturale). Risulta, così, inqualificabile l’obiettivo della deresponsabilizzazione, specificato nel disorientare l’attenzione dalla realtà, come accade con l’imbarazzante ingegno nel mostrare la velatura inconsistente sulle ferite profonde e sanguinolente di un’intera comunità, perché continui a rivelare l’unica immagine fiorente e leggera d’amena località costiera, quella vantaggiosa per le politiche turistiche: è proprio quanto accaduto che sradica impietosamente dal cuore delle priorità quel che era l’aspetto più ridente ed accattivante della splendida “Perla”.
Il vile proponimento di camuffare da politica una tragedia etica, sociale, umana, non lascia spazio ad alcuna valutazione, definendosi da sé.
A coronare il dramma, si concretizza, quindi, l’ennesimo eclatante caso di negazionismo, sempre ignobile ed umiliante per la storia di un Paese: lo era nel passato e lo è adesso, in quanto solitamente fondato sulla menzogna. Non solo. Lascia ancora e tuttora, per lo meno, basiti lo sconcerto del Sindaco Giovanni Macrì, davanti all’infinitamente macabro, nonostante la libera e sconsiderata stravaganza dei numeri delle sepolture. C’è da continuare a chiedersi senza tregua di cosa, dunque, sarebbe responsabile più o quanto il Sindaco stesso, la minoranza, sia essa con originale recisione limitata ai nomi dei Consiglieri Piserà e L’Andolina: di aver sospettato che potesse esserci abuso nella misurazione dei perimetri atti al seppellimento? Dell’inadempienza relativa al sistema igienico – sanitario? Le operazioni cimiteriali sono sempre state, dallo stesso Dott. Macrì, promosse ed incensate come fiore all’occhiello!
E, si sa, o si dovrebbe sapere, che la politica seria, sana, prevede aprioristicamente che l’avversario sia diametralmente distante, ma non oltre il sistema ideologico, altrimenti innalzerebbe muri impenetrabili persino sul minimo dialogo. La politica seria, sana, quando germoglia nella pianta bella e robusta della democrazia, ha nella propria linfa vitale, la scelta della tutela e della cura del bene comune, cui aspira il popolo che l’affida scientemente a chi ritenga inattaccabile rappresentante della propria etica e della propria dignità: una “svista” di tale portata, metterebbe in discussione persino lo “start” che, in altre circostanze, sarebbe, invece, ineccepibile: si tratterebbe di scegliere, ora, se risultare inconsapevoli o conniventi. Un’opposizione corretta ama discutere le operazioni politiche, le dinamiche progettuali, le tappe intermedie, le azioni diplomatiche, non l’anima, altrimenti non accetterebbe nemmeno il confronto: un piatto d’immorale non si assume con gusto, essendo completamente privo di sapidità.
Mai si sarebbe potuto immaginare che si fosse arrivati a tanto, altrimenti si sarebbe denunciato certamente! Il Sindaco per primo! E se si fosse della stessa pasta, quanto meno con l’obiettivo di un astuto ed orrendo gioco politico, che tuttavia avrebbe deposto assolutamente a favore della minoranza medesima, altrimenti deboluccia assai – nella logica subdola della controparte -, se non in grado di approfittare di tale convenienza: anche questa chicca strategica deve essere “sfuggita” alla sua arguta indagine…
Spostare scientemente l’asse della propria responsabilità per condividerla pariteticamente, se non vomitarla totalmente, sull’opposizione (ancora, stranamente, due nomi per tutti, Piserà e L’Andolina), non indica correttezza, né diligenza, né lealtà. Richiama un po’ l’uomo di veterotestamentaria memoria, che davanti all’interrogativo di Dio dà colpa alla donna… la donna al serpente: entrambi rifiutano la propria responsabilità. Almeno, però, l’uomo, scoprendosi improvvisamente nudo proprio a causa del tradimento suscitato dal serpente, prova vergogna, si guarda bene dall’indossare la toga dell’accusa, e ubbidisce in silenzio quando viene cacciato dal giardino di Eden. E, in silenzio, esce, per non rientrarvi mai più.

Consigliere Comunale
Antonio Piserà

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Comunicato Stampa
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