Ecco la “Luce della Pace”

Il simbolo della fratellanza tra i popoli, la “Luce della Pace di Betlemme”, giungerà domani a Tropea, per allietare ancor più il clima natalizio con il suo messaggio di pace. Questo simbolo ha origine nella chiesa della grotta della natività, a Betlemme appunto, dove una lampada che arde in continuazione da molti secoli, alimentata dall’olio donato a turno da tutte le nazioni cristiane della terra, perpetua il ricordo dell’avvento di Gesù.
È grazie agli scout se l’eco di questa fiamma è stato così diffuso, essendo stati loro infatti a recarsi in Austria poco prima di Natale per distribuirla poi in tutto il mondo. Un comitato speciale è stato costituito nel 1994 in Italia, a Trieste, che si reca annualmente a Vienna per prendere questa scintilla e si adopera per farla arrivare in tante città italiane per illuminare il santo Natale, grazie alla collaborazione delle Ferrovie Italiane. L’evento è descritto con parole cariche di entusiasmo da Don Francesco Sicari, portavoce del gruppo Agesci “Tropea 1”, che scrive in un comunicato stampa: «Alle ore 2.55 della notte tra il 15 e il 16 dicembre, sfidando il freddo e il buio, alcuni capi e ragazzi del gruppo scout Tropea 1 accoglieranno la luce della Pace, proveniente con il treno Trieste – Palermo, alla stazione di Villa San Giovanni. Domenica 16 dicembre, la luce della Pace sarà accolta alle ore 10.30 davanti alla chiesa del Purgatorio e in corteo sarà trasferita nella Chiesa Concattedrale per la S. Messa delle ore 11.00».
Successivamente la luce della Pace visiterà le scuole superiori della cittadina tirrenica, l’ospedale civile e la casa di Carità, «col messaggio di farsi “ portatori” di una fiammella che ci vuole missionari di Pace e di Speranza nelle famiglie – prosegue Don Sicari – , nei gruppi, nei luoghi di lavoro e di sofferenza, e con l’invito a tenerla accesa quanto più a lungo possibile non solo nelle proprie case e nei luoghi del vivere, ma soprattutto nei cuori di ogni uomo». Perché, come ricorda ancora, la luce della pace rappresenta «la luce di Cristo che ci guida verso la Speranza, verso la costruzione di un mondo migliore dove regna amore e pace». E quindi accendere la luce della Pace serve a non dimenticare le guerre che in passato, ma anche oggi, lasciano profonde ferite ed umiliano l’umanità intera, serve a rafforzare la speranza di pace e di fratellanza, per fare propri i valori che sono patrimonio comune di tutti gli uomini, di tutte le religioni, anche di chi non professa una fede.
Don Sicari ricorda infine ai fedeli che «chiunque potrà attingere a questa luce portandola nella sua casa, attraverso un lumino e avrà lo stesso valore come se l’avesse acceso a Betlemme», ed invita tutti ad accogliere numerosi la fiammella, diventando operatori di Luce e diffondendola a quanta gente più possibile, perché «non dobbiamo avere timore ad accendere le candele e le lampade e portarle nelle nostre famiglie, nelle case di coloro che soffrono, negli ospedali, nelle comunità, nelle carceri, nelle realtà più difficili, alle persone più bisognose, agli emarginati e fare tutti partecipi di questo piccolo atto d’amore».

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Francesco Barritta
Docente ordinario di Lingua e letteratura italiana e Storia presso il Nautico di Pizzo (VV), è giornalista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, elenco pubblicisti. Ha diretto varie testate giornalistiche, tra cui Tropeaedintorni.it