L’Italia al pericolo di un deriva populista
La confusione che ormai regna sovrana nell’area moderata, l’incapacità a costruire una valida alternativa
I servizi televisivi e le interviste che hanno preceduto ed accompagnato la nascita del governo, soprannominato “Gentiloni”, rendono uno spaccato assai triste della vita politica italiana. Il rituale cerimoniale del giuramento e del passaggio delle consegne, con tutti gli annessi e connessi, è sembrato il concentrato di una squallida telenovela ove la solennità e l’importanza del momento hanno ceduto il passo alla goliardia ed alla miseria umana. Scambi di ruoli, sorrisi imbarazzati ed imbarazzanti, dichiarazioni molto autocritiche da parte degli stessi protagonisti, sono la plastica rappresentazione del più grande fallimento della politica Italiana dalla nascita della Repubblica. Un fallimento che non lascia indenne da critiche neppure il Quirinale, colpevole, a mio parere, di aver subito, senza colpo ferire, i diktat di un Renzi furioso – desideroso di vendetta e di una rapida rivincita a tutti i costi e a qualsiasi prezzo – che ha preteso un governo fantoccio, sottoposto alla costante tutela del giglio magico, manovrabile a suo piacimento e pronto ad immolarsi sull’altare del renzismo non appena gli verrà ordinato. Un governo molto debole, privo di legittimazione popolare, che rappresenta l’esatto opposto di quello di cui l’Italia aveva bisogno. Un esecutivo che contribuirà ad accentuare in modo irrimediabile la distanza tra il popolo sovrano e la politica di palazzo così da farci travolgere dall’ondata di populismo. Temo, infatti, che alle prossime elezioni politiche, salvo improbabili colpi di scena capaci di invertire la tendenza, molti Italiani, anche i più moderati, saranno fortemente tentati dal voto di protesta perché, evidentemente, privi di fiducia e stanchi anche di quei partiti che avrebbero dovuto rappresentare la normale alternativa al renzismo e che in questi anni, invece di vivacchiare e litigare, avrebbero dovuto attrezzarsi in modo da farsi trovare pronti all’appuntamento. La confusione che ormai regna sovrana nell’area moderata, l’incapacità a costruire una valida alternativa con un chiaro progetto ed con un leader riconosciuto e riconoscibile, il continuo tentennare, il senso di responsabilità all’italiana, hanno inferto un colpo mortale alla capacità di sopportazione degli Italiani che, alla prima occasione possibile, presenteranno il conto di cotanta arroganza. La vittoria di Grillo alle prossime elezioni, ritengo, sia uno scenario al quale dobbiamo preparaci. Un’ipotesi tutt’altro che remota alla quale sarà difficile porre un serio argine in questo momento storico: la sua imponente ed inarrestabile ascesa a dispetto della frittata di Roma ne è il più tangibile segnale.
Anche le manipolazioni di convenienza che si stanno approntando alla legge elettorale daranno dell’altro carburante al M5S e non è detto che una modifica della normativa in chiave totalmente proporzionale sottragga l’Italia al pericolo di un deriva populista. Effettivamente, sondaggi alla mano, è molto probabile che M5S, Lega e FLI superino insieme il 50% e che questi movimenti, in nome di un’Italia stremata e nauseata, diano vita ad un governo capace, quanto meno, di rinnovare le facce che dovremo vedere in TV per i prossimi anni. In altri termini, la pazienza si è esaurita e molti Italiani, non saprei dire se a ragione o a torto, pensano che sia il caso di testare i partiti c.d. di protesta dandogli per una volta fiducia anche perchè l’alternativa sarebbe quella di rivedere in TV i volti di Alfano, Boschi, Lorenzin, Lotti e, perché no, Casini & c. chissà per quanti anni ancora.
L’unico modo per impedire questo scenario tutt’altro che improbabile, potrebbe essere quello di un repulisti della classe politica che impera da decenni nei palazzi romani. Ma forse il tempo è ormai scaduto e, peraltro, non credo proprio che ci sia la voglia, la capacità e l’onestà intellettuale per una così profonda riflessione autocritica. Certamente, qualora questo illegittimo parlamento di nominati privasse per l’ennesima volta gli Italiani del diritto e dovere di scegliere i propri rappresentanti, moltissimi cittadini avranno una risposta conseguenziale.
Avv. Giovanni Macrì