Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
È Dio che ci deve importare.
– Si fanno gravi discorsi sull’avidità dell’uomo nel possedere denaro, ricchezze e successo e poi si scopre che l’uomo è anche un “romantico”, capace di rinunciare a tutto l’oro del mondo pur di raggiungere il suo amore.
– Lo testimoniano i film sempre-verdi di storie che chiamiamo romantiche, in cui lui o lei rinunciano al proprio mondo dorato per coronare il sogno di amore.
– Sono storie o parabole che intendono affermare una verità che fa piacere: in fondo al cuore continua a starci l’amore, richiamo all’Eterno. E Dio è amore.
– E così, anche dalle vicende della vita, impariamo che è Dio che noi dobbiamo amare, non i suoi doni! Siamo stati creati non per le cose che passano, ma per l’amore eterno.
– «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente».
♦ Un gran re attraversava il deserto.
Lo seguiva la corte, in carovana.
L’oasi ormai non era lontana, quando un cammello cadde, rompendo il baule, che portava sul dorso.
Una cascata di pietre preziose, di fulgidi diamanti, si sparse sulla sabbia.
Con gesto regale il re disse:
– Miei fidi, fermatevi pure a raccogliere gemme e preziosi. Lascio tutto a voi. Io proseguo il cammino.
♦ E fece un lungo tratto di pista, pensando d’essere solo. Chi non si ferma a raccogliere tesori?
Eppure sentì un rumore di passi. Si voltò: lo seguiva ancora un servo, un servo fedele.
Gli chiese:
– Perché non ti sei fermato anche tu a raccogliere perle e brillanti? Avresti potuto diventar ricco per sempre.
♥ Rispose il servo:
– Io seguo il mio re! E’ lui che m’importa!
E sorrise con uno sguardo d’amore.
(fonte: Firdusi, poeta persiano sec. XI)
- Dice Gesù:
♥ «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. (Vangelo di Matteo 22,37-38). - ♥ Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. (Vangelo di Matteo 6,33).