I sindaci chiedono la riapertura della sala operatoria
Salerno e Macrì incontrano Tarabbo e i commissari
Il presidente della Commissione Sanità della Regione Calabria, i vertici dell’Asp e i sindaci del Distretto n. 3 si sono recarti ieri, in due distinte riunioni, presso l’ospedale civile “Ignazio Toraldo di Francia” di Tropea. Al centro delle discussioni il problema della sala operatoria, chiusa da più di un mese, e quello della carenza di personale. La prima riunione, iniziata alle 16.30, è stata quella del Comitato dei sindaci del Distretto, presieduto dal sindaco di Spilinga Franco Barbalace. Alla riunione erano presenti i primi cittadini Nicola Brosio di San Calogero, Vincenzo Pizzuto di Filandari, Giuseppe Dato di Joppolo, Franco Galati di Zungri, Alessandro Porcelli di Drapia, Giuseppe Navarra di Rombiolo, accompagnato dall’assessore Massimo Aiello, Maria Luisa Brosio di Parghelia, accompagnata dall’assessore Anna Sambiase, e i delegati Vera Carone per il Comune di Ricadi, Sandro D’Agostino per Tropea, Pasquale Purita per Zambrone, Rosalba Cutuli per Zaccanopoli. Dei quindici Comuni non hanno potuto partecipare solo i primi cittadini di Briatico, Limbadi, Rombiolo e il commissario di Nicotera. Durante la riunione, i sindaci hanno badato al sodo, trovando un punto di accordo sui due problemi più urgenti sui quali fare forza comune: la riapertura della sala operatoria e la carenza di personale. «Tutti i sindaci, nessuno escluso – ha spiegato Barbalace – ritengono che l’ospedale sia anche il centro sociale del territorio, per questo bisogna chiarire alla gente che l’ospedale non si chiude e su questo non ci sono dubbi». Il sindaco di Spilinga ha riferito di essersi sentito telefonicamente con l’ingegnere Cappello, incaricato dalla commissione straordinaria di effettuare i rilievi e valutare gli interventi per la sala operatoria, e che «come data orientativa per la sua riapertura – ha affermato Barbalace – si è parlato del 20 giugno, per cui è necessario evitare forme di protesta eccessive, ma ritrovarsi al termine di questo periodo». Altro argomento su cui far sentire la propria voce ai livelli più alti della politica è quello riguardante il personale, perché «l’organico – hanno rilevato i sindaci – è in numero inferiore a quello previsto», per cui bisogna approfondire questa tematica. Per Porcelli l’ospedale «in questo momento non c’è, quindi è necessario che la politica coinvolga le altre forze nella prossima riunione, da quelle economiche a quelle sindacali, alle Pro loco». Sostanzialmente concordi con quanto relazionato da Porcelli anche gli altri rappresentanti delle amministrazioni del Distretto. Cauto D’Agostino, il quale ha definito quella del 20 giugno« una tappa per capire se sono giunti risultati» e ha sollecitato i presenti a stabilire una data per vedersi nuovamente prima di quel giorno (si è stabilito mercoledì alle 16), dopo aver preso visione delle relazioni del tecnico e gli sviluppi degli incontri con il management aziendale.
Sempre nella giornata di ieri, alle 18 circa, si è tenuta una riunione operativa tra il presidente della Commissione Sanità Nazzareno Salerno accompagnato dal consigliere provinciale del Pdl Giovanni Macrì, il direttore Sanitario aziendale pro tempore inviato dal ministero della Difesa Mario Tarabbo, i commissari Gerardina Basilicata e Marco Serra, e infine il direttore sanitario pro tempore del presidio ospedaliero locale Salvatore Accorinti. Tarabbo ha sintetizzato l’attuale situazione dell’ospedale di Tropea con una metafora, paragonandolo a un tavolino con tre piedi: «un piede – ha detto il Ds – sono le infrastrutture, e ce ne stiamo occupando noi, uno è rappresentato dalla qualità del personale, su cui non si discute, il terzo è la quantità del personale, e questo è ciò che compete alla politica». Tarabbo ricorda infatti che una norma regionale blocca le assunzioni e quindi a risolvere il problema ci deve pensare la politica. Tornando sulla riapertura della sala operatoria, il Ds ha detto che «non si può dare nessuna data, perché non sarebbe onesto pronunciarsi su date che possono essere smentite. Qui bisogna lavorare per la sicurezza dei pazienti e per quella degli operatori».