Con la complicità del silenzio istituzionale
Hanno ri-messo il Duce al muro!
A Tropea, sul muro esterno di un antico palazzetto in Piazza Duomo è riapparsa l’effige del duce.
Quale significato si può dare ad una simile operazione politico-evocativa?
di Bruna Fiorentino
foto Salvatore Libertino
Tropea -
La bella Tropea rischia di essere indicata come località a vocazione
“nostalgica”. Tutta colpa di una pittura ripristinata e risalente al periodo
fascista che riproduce la testa di Benito Mussolini con l’elmo. Un’immagine che,
volenti o nolenti, ha provocato già qualche disappunto. Innanzitutto perché chi
ha deciso di riproporre una simile raffigurazione ha ben chiara l’idea di cosa
rappresenti, oltre ad istigare diatribe sociali.
Nonostante il fatto risalga a poco più di un anno fa ,
tropeani sembrano aver accettato passivamente il riapparire di questo “murales”,
alcuni per indifferenza, altri per apologia sul contenuto del ritratto. La
posizione degli amministratori comunali locali non è mai stata palesata.
Qualora
questo restauro volesse evocare un uomo ed un periodo storico, la condanna
democratica non potrebbe che essere ampiamente motivata. Difatti, dal punto di
vista costituzionale, nelle “Disposizioni transitorie e finali (XI)”, emerge che
è vietata la ricostituzione del partito fascista sotto qualsiasi forma e sono
anche previste sanzioni penali per chi ne esalti princìpi, metodi ed esponenti.
Inoltre, allo scopo di prevenire e impedire la
rinascita del fascismo e le attività neofasciste esiste un complesso di norme
penali, emanate nel 1945 nell'immediato dopoguerra e, successivamente,
modificate nel 1952 e nel 1975. Ma i politici di Tropea cosa intendono per
democrazia? Forse che sui muri di questa cittadina è possibile dipingere anche
immagini di Mao e Che Guevara?
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