Don Sicari parroco di Paravati frazione di Mileto

Il video della cerimonia di insediamento a Paravati

A prendere il posto di don Barone è stato chiamato l’attuale rettore del seminario minore di Mileto

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Inizio del ministero come Parroco di Paravati.
Alcuni passi dell’omelia di don Francesco Sicari

“Carissimi,
con grande trepidazione rivolgo a voi questo mio primo saluto, nel momento in cui mi accingo ad iniziare il servizio di parroco in mezzo a voi….Questo incarico è stata davvero una piacevole sorpresa, perché non rientrava nelle prospettive attuali; considerato che nel nostro seminario minore, di cui sono e resterò Rettore, non si prevedeva una comunità stabile di ragazzi, avevo manifestato al Vescovo il desiderio di ritornare in parrocchia, ma le sue indicazioni in quel colloquio e soprattutto la successiva nomina a direttore dell’Ufficio regionale per la pastorale delle vocazioni, mi orientavano su altri orizzonti. E invece ecco arrivare questa inattesa chiamata a lavorare in questa vigna del Signore che è la parrocchia di Paravati. Grazie Eccellenza per la fiducia che ha riposto nella mia persona affidandomi questo ulteriore servizio pastorale.
E così consapevole dei miei doni, ma soprattutto dei miei limiti da questo momento e fin a quando il Signore vorrà, mi farò compagno di viaggio di ciascuno di voi.
E inizio questo cammino in punta di piedi, inserendomi dentro una storia che mi precede e raccogliendo il testimone che il carissimo don Pasquale Barone, che ha servito e amato questa comunità per 35 anni, oggi mi consegna. A don Pasquale va la mia e la vostra gratitudine per il suo amore e la sua testimonianza di vita sacerdotale. Sono altresì fiducioso che la permanenza di don Pasquale qui a Paravati all’interno della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime sarà ancora di beneficio per me e per la comunità intera.”.
Don Francesco ha continuato citando un martire della Chiesa Cristiana, Mons. Oscar Romero, Arcivescovo di El Salvador, assassinato il 24 marzo del 1980 che scriveva: “Questo è quello che facciamo: piantiamo semi che un giorno cresceranno, sapendo che essi conservano una promessa per il futuro. Non possiamo fare tutto e il comprenderlo da un senso di liberazione. Ci abilita a fare qualcosa e a farlo molto bene. Può darsi che sia incompleto, ma è un inizio, un passo lungo la strada, un’opportunità perché la grazia del Signore possa entrare e fare il resto.
Forse non vedremo mai i risultati finali, ma questa è la differenza tra il Capo costruttore e l’operaio. Noi siamo operai, non Capi costruttori. Siamo profeti di un futuro che non è nostro”. Nella chiara consapevolezza di essere operaio e non capo costruttore, don Sicari si è detto fiducioso di ricevere questo campo per continuare il lavoro della semina del vangelo. Poi ha continuato con emozione il suo discorso di insediamento: “E vengo a voi stasera chiedendo permesso, così come si chiede permesso quando si visita una famiglia e si bussa per entrare. Chiedo permesso per entrare con discrezione nel vissuto di questa comunità e per crescere nella conoscenza e nella stima reciproca.
Vengo a voi per annunciarvi il Signore perché altro non saprei o potrei fare. Questo è il cuore del servizio e della vita di un parroco. Tutto il resto è e deve essere corollario, altrimenti si diventa operatori e animatori sociali. Ed oggi più che mai questo annuncio deve risuonare ed esser ritrasmesso con forza perché solo l’incontro con Gesù può riportare in alto la nostra umanità.
Ogni volta che dobbiamo affrontare un viaggio, ognuno di noi prepara il suo bagaglio; anche io ho preparato il mio per il viaggio che faremo insieme. Cosa ho messo dentro il mio zaino? Nella mia esperienza con gli scout ho imparato a metterci dentro solo le cose essenziali perché uno zaino pesante rende più duro il cammino.
Nel mio zaino ho pensato di mettere questi oggetti: un bastone, un pane, il vangelo, un orologio… Il bastone mi fa pensare anzitutto al bastone della fede a cui mi devo appoggiare per avere io per primo la sicurezza da infondere poi nelle pecorelle che mi sono affidate; poi c’è una pagnotta di pane che ci ricorda quello che è il centro della vita della parrocchia e del ministero sacerdotale: l’eucarestia, soprattutto nel giorno del Signore, la domenica. Siamo invitati a custodire la domenica e a far riparlare al nostro cuore il rito dell’eucarestia. Mettere il pane nello zaino è altresì un richiamo anche allo stile eucaristico come stile del nostro essere parrocchia…Nello zaino metto anche il vangelo. Sarà la Parola del Signore la nostra bussola e cartina di tornasole. Il Vangelo nel cuore e nella tasca, sarà la guida delle guide per ogni momento di questo viaggio. Saremo la comunità del Signore se avremo il coraggio di metterci in ascolto di questa Parola, anche quando essa sarà scomoda e controcorrente.
E infine porto con me un orologio! Gli appuntamenti di un parroco saranno tanti e la puntualità è un valore. Ma l’orologio mi aiuterà a non diventare schiavo delle cose da fare, ma a valorizzare il tempo come un dono ricevuto e offerto. C’è un tempo speciale nel quotidiano di chi attende: è il momento opportuno, l’Infinito che si fa presente….”
Verso la conclusione e con la voce rotta dall’emozione don Francesco si è congedato dall’assemblea: “ …Ora non mi resta che affidare al Signore e alla Madonna questa avventura che oggi inizia, chiedendo anche la protezione dei santi, specialmente del Venerabile e speriamo presto beato don Mottola e della Serva di Dio Irma Scrugli, vissuti nella mia città di Tropea e la cui spiritualità oblata sta orientando il mio sacerdozio.
Ma anche Paravati è luogo di santità. Qui è nata e vissuta Natuzza Evolo, una donna che come ha ben ricordato il Vescovo Renzo nell’omelia dei funerali nel 2009 è stata grande non tanto per i diversi fenomeni straordinari e inspiegabili, ma per la sua fede…Qui tutto parla di Lei, di questa sublime testimone dell’amore, attraverso cui Dio ha saputo consolare tanti cuori. Da questa storia di amore, è nato un seme che sta germogliando e donando frutti spirituali a tutti i pellegrini e devoti che quotidianamente visitano i luoghi e le opere legati alla Sua vita. E’ il miracolo della fede e della santità. Sia anche Natuzza, questa donna semplice e umile serva del Signore a proteggere, accompagnare, sostenere e custodire questo cammino che oggi inizia”.
Alla fine della cerimonia l’intero popolo di Paravati ha voluto festeggiare l’arrivo dei nuovi sacerdoti e l’arrivederci a don Pasquale Barone con uno scambio di saluti sul sacrato della Chiesa di Santa Maria degli Angeli, preceduto dal taglio di una torta augurale.

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Caterina Sorbilli
Docente nelle scuole del I ciclo, collaboratrice storica di Tropeaedintorni.it, è giornalista pubblicista iscritta all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria nell'elenco pubblicisti.