Appello del Vescovo alla coerenza dei cristiani
Il suo ricordo a 46 anni dalla morte nella Concattedrale di Tropea
Il 29 giugno 1969 concludeva la sua esistenza terrena il Venerabile don Francesco Mottola. A distanza di 46 anni la comunità cristiana di Tropea e la famiglia degli Oblati del Sacro Cuore hanno voluto fare memoria di questo evento con alcuni momenti di preghiera e di riflessione che si sono svolti nella Chiesa Concattedrale, dove riposano le spoglie mortali del santo sacerdote tropeano.
Ad aprire la tre giorni “mottoliana” è stata una veglia di preghiera e di adorazione, presieduta da don Ignazio Toraldo, parroco della Concattedrale e fratello maggiore dei sacerdoti oblati, sabato 27 giugno. Si è trattato di un momento di preghiera silenziosa dinanzi all’Eucarestia. Ad accompagnare la riflessione dei fedeli sono stati alcuni brani tratti dal vangelo e alcuni pensieri tratti dal diario di Don Mottola.
Domenica 28, invece, nella vigilia della solennità dei Santi Pietro e Paolo, si è celebrata una messa, presieduta da don Francesco Sicari, sacerdote oblato e vicedirettore della rivista “Parva Favilla”.
Don Sicari ha definito don Mottola “martire tropeano della carità”, evidenziando come il suo messaggio e ideale è ancora attuale per i nostri tempi.
Il momento culminante delle celebrazioni commemorative è stata la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo della Diocesi Mons. Luigi Renzo. Insieme al Vescovo si sono ritrovati i sacerdoti oblati e quelli provenienti dai paesi vicini, le oblate e gli oblati laici e i fedeli della città, tutti in trepidante attesa della notizia riguardante il riconoscimento del presunto miracolo, che aprirebbe le strade per la beatificazione del sacerdote tropeano.
Nel corso dell’omelia, anche il Vescovo ha fatto riferimento alla causa di beatificazione, affermando di essere stato alla Congregazione dei Santi per chiedere notizie sullo stato della causa e confidando che “mi hanno suggerito la strada per facilitare il lavoro alla commissione medica che esamina il presunto miracolo. D’accordo col postulatore ci metteremo all’opera per non lasciare nulla di intentato. Ce ne vuole per arrivare al traguardo, come si vede. Il Signore è sollecito nel riconoscere la santità, noi dobbiamo andare più a passo d’uomo”.
Il Presule miletese ha ribadito che don Mottola “non è stato martire di sangue (come gli apostoli Pietro e Paolo) ma lo è stato di amore, di sangue spirituale versato in 27 anni di sofferenza, durante i quali si è spogliato di se stesso, delle sue velleità di predicatore stimato e richiesto in tutta la Calabria, per accettare la condizione, come lui stesso diceva, di uomo crocifisso, di uomo mangiato, tutto speso per il Signore e per le anime”.
Come don Mottola, per il Vescovo Renzo, “oggi più che mai i cristiani siamo chiamati ad essere testimoni, cioè martiri, in questo mondo così strano e contraddittorio”. Nessun condizionamento deve causare il rinnegare i valori sui quali si è costruita la civiltà cristiana. “Spesso cambiamo bandiera ad ogni tiro di vento. Soprattutto oggi, davanti alla cultura e alla mentalità che ci circondano, non certo favorevoli all’insegnamento cristiano, tiriamo i remi in barca e ci lasciamo trascinare dalla corrente”, così ha ammonito il Vescovo, facendo riferimento alla questione sempre più attuale e drammatica dell’ideologia del gender, che distrugge la verità circa la famiglia e il matrimonio.
Per il Vescovo” tutto ciò che non consente all’uomo di vivere con dignità non può andare d’accordo col Vangelo. Tutti i diritti sono da salvaguardare, ma non dimentichiamo che ad ogni diritto corrisponde un dovere. Se non c’è coerenza tra ciò che crediamo e come viviamo, siamo vuoti ed insignificanti per noi e per gli altri”.
Parole forti quelle pronunciate dal Vescovo che ha additato la santità di don Mottola, come “esempio e stimolo in questo nostro mondo così pieno di contraddizioni, ma anche così bello da vivere e da costruire insieme”.
Al termine della celebrazione, il Vescovo e i concelebranti si sono recati dinanzi alla tomba del Venerabile per un momento di venerazione e di preghiera.
Fratello maggiore dei Sacerdoti Oblati del Sacro Cuore
Don Francesco Sicari