Personaggi di Tropea e dintorni
Emigrato a sette anni, fu scrittore, giornalista e importante uomo politico
Domingo (Domenico) Arena nacque a Tropea il 7 aprile del 1870, in una famiglia molto umile. Nel 1877, suo padre Francesco, che faceva il calzolaio, decise di emigrare in Uruguay, dove portò con sé la moglie Anna Di Lorenzo e la numerosa famiglia. Gli Arena si stabilirono in campagna, nel territorio di Tacuarembò. Il giovane Domingo iniziò presto a lavorare, facendo un po’ di tutto, anche come facchino e bracciante, senza però trascurare mai la propria formazione culturale. Esempio di laboriosità, modestia e intelligenza, Domingo non disprezzò infatti le più umili occupazioni.
Gli studi rappresentavano per il giovane emigrato calabrese l’unica occasione di rivalsa sociale e perciò, nonostante i sacrifici economici necessari, si pose come obiettivo quello di frequentare l’Università. Dopo i primi sette anni di scuola primaria, Domingo Arena si trovò di fronte alla necessità di ottenere il diploma di secondaria per poter frequentare i corsi universitari.
Così, secondo un aneddoto, si iscrisse a un corso annuale come autodidatta per ottenere il certificato necessario e suo padre, per garantirgli il successo, avrebbe promesso al preside della scuola le scarpe per tutta la sua famiglia.
Non sappiamo se questa storia sia frutto di malevoli detrattori o se conservi un fondo di verità, ma testimonia comunque la caparbietà e l’impegno di Arena nel portare avanti gli studi tra le tante difficoltà.
Trasferitosi quindi a Montevideo per ultimare le scuole secondarie, in questa città cercò di darsi da fare, fino a trovare il suo primo impiego stabile presso l’Ufficio di Stato Civile, dove migliorò la propria posizione raggiungendo la carica di vice direttore.
Nel frattempo, iscrittosi all’antica Università della Repubblica di Montevideo, l’umile giovanotto originario di Tropea iniziò una brillante carriera di studente alla facoltà di Medicina e Farmacia.
Grazie alla sua volontà e al suo impegno, riuscì ad emergere subito tra i suoi compagni per capacità intellettuale e talento oratorio, tanto che sulla rivista “Rosso e Bianco” Pedro Manini Rios, sotto lo pseudonimo Fray Martin, scrisse che “La sua carriera scolastica è stata una pagina di Murger, una leggenda di Salamanca, una scena del Quartiere Latino”, e prospettò per lui “il cammino delle grandi posizioni”.
Tra i tanti lavori in cui si cimentò a Montevideo, vi era quello di collaboratore nel periodico “El Dia” (Il Giorno), ottenuto grazie anche ai buoni rapporti stabiliti in precedenza con i soci responsabili della testata. L’attività di giornalista divenne ben presto un impegno a tempo pieno. Questo lavoro gli era congeniale, perché Domingo amava scrivere (nel 1892 aveva scritto Vida loca sulla rivista “Asir s/f”).
Per il giornale di Montevideo scrisse cronaca poliziesca, critica teatrale e commenti politici che gli consentirono di fare una rapida carriera e di passare dal semplice ruolo di collaboratore a quello di cronista, poi redattore ed infine editorialista. Si fece apprezzare a tal punto da arrivare ad assumere la co-direzione stessa del giornale nel 1904, insieme all’ormai amico giornalista Pedro Manini Rios.
Questa svolta nella sua carriera di giornalista avvenne anche in seguito la sua seconda laurea: dopo aver ottenuto quella in Farmacia, infatti, Arena si iscrisse poi nel 1899 alla facoltà di Diritto e conseguì a pieni voti la laurea in Legge, ottenendo quindi il titolo di avvocato nel 1903.
Vivendo già da tanto tempo nella capitale, gli era stata intanto concessa la cittadinanza. Negli stessi anni, sul piano politico fu un sostenitore fervente delle idee politiche di José Batlle y Ordóñez, più volte presidente in Uruguay (due mesi nel 1899, poi dal 1903 al 1907 e dal 1911 al 1915) e leader del Partito Colorato. Divenutone amico, al suo fianco Arena militò tra le fila del partito e come avvenne per gli studi e per la carriera giornalistica, anche questa esperienza lo vide protagonista di un’ascesa molto rapida. Fu eletto deputato per più legislature nei dipartimenti di Montevideo, Soriano e Tacuarembó. Nel 1903 Arena divenne senatore a Montevideo, andando a sostituire José Batlle, che rassegnò le dimissioni, perché nel frattempo era divenuto presidente.
Il tropeano fece anche parte nel 1917 della Costituente, che sancì la separazione tra Stato e chiesa cattolica, realizzando oltre a una piena laicità anche lo sviluppo economico dell’Uruguay, con le statalizzazioni e le nazionalizzazioni di molte imprese d’interesse pubblico (elettricità, telefono, banche, assicurazioni ecc.).
Lo Stato, secondo l’idea batllista, non fu più neutrale di fronte al conflitto sociale, ma si schierò con i settori più deboli, quei settori dai quali proveniva proprio Arena, ed ebbe un occhio di riguardo per le donne, i lavoratori, gli anziani: nel 1907 fu varata la prima legge di divorzio per giusta causa e nel 1912 la legge di divorzio per volontà della sola donna; tra il 1914 e il 1915 fu approntata una legislazione a garanzia della giornata lavorativa di 8 ore, della pensione minima di anzianità, dell’indennizzo per incidenti sul lavoro.
Le politiche anticlericali, di statalizzazione, di nazionalizzazione e di protezione dei settori sociali più deboli andarono a creare uno Stato con una delle democrazie più consolidate dell’America latina, facendo divenire di fatto l’Uruguay un grande paese.
Tra i protagonisti di tale processo di sviluppo vi fu Arena, che intanto era divenuto membro del Consiglio Nazionale di Amministrazione dal 1919 al 1925 e figurò in seguito tra i riformatori della Costituzione del 1930.
Il suo è stato un percorso politico di tutto rispetto: nonostante la lealtà a Batlle, con cui ebbe un rapporto fraterno e di sincera amicizia, e il batllismo convinto, che lo vide tra i maggiori interpreti di questa corrente politica del Partito Colorato, fu apprezzato anche dagli altri settori dell’opinione pubblica uruguaiana.
Arena si sentì sempre un vero cittadino uruguaiano e la sua carriera pubblica fu definita dai suoi connazionali d’oltre oceano come brillante, efficace, onorata e costruttiva.
Non è esagerato dire che il figlio di un calzolaio emigrato dalla lontana Tropea giocò un ruolo importantissimo nel riformismo radicale del batllismo, che rappresenta un’esperienza unica per la sua epoca. Eppure, Arena mantenne sempre stretti i rapporti con gli italiani in Uruguay e vivo il contatto con la natia Tropea: fu presidente e promotore del comitato “Pro monumento caduti di Tropea”, assieme al cavalier Francesco Russo, ed è quindi grazie a lui se nel 1926 fu collocato in piazza a Tropea (commissionato all’Istituto di Belle arti di Napoli dal delegato in Italia del comitato di Montevideo Domenico Ferro).
Domingo Arena morì a Piedras Blanca (Montevideo), il 7 giugno del 1939, all’età di 73 anni. L’11 aprile del 2012, il parlamento di Montevideo gli ha tributato un atto di omaggio.
Fu scrittore, oltre che oratore e giornalista. Tra i suoi saggi e discorsi vanno menzionati: La presunción de legitimidad, comentario a los artículos 190 y 196 del código civil (Montevideo, 1910); Divorcio y matrimonio, discurso (Montevideo, O. M. Bertani, 1912); Batlle y el ejecutivo colegiado (Montevideo, Commissione nazionale del Partito Colorato, 1913); Reforma constitucional; conferencia (1913); Ley de horario obrero, discurso (Comitato Esecutivo del Partito Colorato); Discurso pronunciado en la sesión del día 28 de mayo de 1916 (Montevideo, Comitato Esecutivo Nazionale del Partito Colorato, 1916); Opiniones a la Legislación del divorcio de Eustaquio Tomé (Montevideo, Claudio García. 1927); Batlle: recuerdos, anécdotas, reflexiones. ¡La muerte! (Montevideo, 1930); Por el alivio del dolor humano; el pensamiento de Batlle en acción. Discursos parlamentarios y artículos periodísticos (Montevideo, 1931); Prólogo a El batllismo y el problema de los combustibles de Luis Batlle Berres (Montevideo, 1931).
Tra gli scritti pubblicati postumi vi sono ancora: Cuadros criollos y escenas de la dictadura de Latorre (Montevideo, Claudio García, 1939); Batlle y los problemas sociales en el Uruguay (Montevideo, Claudio García, 1939); Escritos y discursos del Dr. Domingo Arena sobre el Sr. José Batlle y Ordóñez (Montevi-deo, 1942); Batllismo y sociedad: La “cuestión obre-ra” en el Uruguay (Montevideo, Librosur, 1986).
Per approfondire
- D. I. Russell, Biografia di Don Domingo Arena (trad. L. Del Vecchio);
- S. Libertino, Don Domingo Arena , su www.tropeamagazine.it;
- Pagina in spagnolo da Wikipedia alla voce Domingo Arena.