Riceviamo e pubblichiamo
Il rapporto di parentela, come emerge dalla stessa relazione prefettizia, non ha in nessuna occasione ed in nessun modo influenzato la mia attività politico/amministrativa
Ho attentamente letto le ragioni dello scioglimento del civico consesso e sento il bisogno di intervenire per chiarire un aspetto.
Pur escludendo ogni mia responsabilità e colpevole coinvolgimento in attività di dubbia legittimità, su un fatto in particolare sento il dovere morale di soffermarmi.
La relazione prefettizia, fatta propria dal Ministro dell’Interno, per quel che mi riguarda si sofferma sui “rapporti di parentela… con soggetti legati al contesto criminale”, con ciò riferendosi chiaramente ad uno dei miei più stretti e cari congiunti.
Sul punto, per me particolarmente importante sia sotto il profilo umano che politico/amministrativo, credo sia giusto evidenziare, perché fino ad ora non è stato fatto nella giusta e corretta misura, che tale ineludibile rapporto di parentela, come emerge dalla stessa relazione prefettizia, non ha in nessuna occasione ed in nessun modo influenzato la mia attività politico/amministrativa.
In altri termini, vero è che la relazione prefettizia ha evidenziato il fatto che il sottoscritto ha un parente che ha avuto problemi giudiziari (dai quali, puntualizzo, ne è uscito con sentenza assolutoria), ma è del pari vero, che nella stessa relazione la commissione – che certamente, proprio in virtù di tale rapporto di parentela, ha particolarmente scandagliato la mia breve attività amministrativa – ha escluso che il sottoscritto abbia avuto condizionamenti esterni nel suo agire amministrativo.
Dott. Domenico Tropeano