Fede e dintorni

DIO È PADRE MISERICORDIOSO

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Dio è Padre misericordioso.

– Dio è Padre ricco di misericordia, che ci ha tanto amati fino a donarci suo Figlio. Sì, Gesù è stato mandato dal Padre misericordioso ed egli è venuto in un mondo decaduto ed ha portato luce e vita nuova.
– Attraverso la sua passione e la sua risurrezione, egli restituisce al Padre ogni cosa redenta col suo sacrificio: in lui si rivela pienamente il volto di questo Dio pieno di amore e di misericordia; per mezzo di lui tutto è riportato alla luce. Perciò la venuta di Gesù, la sua vita, la sua croce e la sua risurrezione sono il segno più grande dell’amore del Padre per noi. Dio ci ha amato fino alla follia in Gesù sulla croce.
– In questa quarta domenica di quaresima, chiamata “laetare” (Rallegratevi), come non gioire per questa opera di riscatto e di misericordia? Già il salmo 30 invitava alla gioia: «Signore, hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l’abito di sacco, mi hai rivestito di gioia, perché ti canti il mio cuore. Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre» (Sal 30,12-13). – Ed oggi Dio continua ad amarci e a donarsi nel Figlio attraverso i sacramenti che Cristo ci ha lasciato in sua memoria.

Dal Vangelo di questa domenica (Gv 3,14-21).
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia ♦ innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
♦ Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
♦ E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

In Gesù vediamo il vero volto di Dio.
♦ “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14, 9).
♦ «Dio… da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo». La condizione di morte, di cui parla la lettera agli Efesini, non è solo una metafora, ma qualcosa di reale: ci dice che il peccato, come la morte, è una situazione dalla quale non riusciamo a uscire da soli.
♦ Nessuno nasce da solo e nessuno torna a darsi la vita da solo. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci tiri fuori, poiché sperimentiamo una radicale impotenza. Soltanto Dio può farlo e lo ha fatto nel Figlio, facendoci rivivere con lui.
Egli non solo ci libera ma, nel Figlio innalzato sulla croce, discende nella nostra morte per renderci partecipi della sua risurrezione. Il suo amore è potenza di vita nuova che opera nella morte, luce che rischiara le tenebre. Accoglierlo ci fa venire alla luce. Torniamo a nascere in Cristo come creature nuove, rigenerate dal suo amore.
(Fr. Luca Fallica, Comunità Ss. Trinità di Dumenza, in ladomenica.it).

Sacramento della confessione e misericordia di Dio.
♦ Papa Francesco nella udienza on-line del 12 marzo a 870 chierici ha usato parole appassionate per tratteggiare la forza del sacramento della Riconciliazione e ricordare al confessore di essere fratello, padre e consolatore.
«Nel confessionale si incontra “un raggio di amore accogliente”, che trasforma il “cuore di pietra in cuore di carne”, che opera un cambiamento grazie alla misericordia e all’abbandono “tra le braccia di questo amore”».
«Attraverso il sacramento possiamo corrispondere all’amore di Dio e alla sua misericordia con “un amore possibile”: chi è stato accolto dall’Amore, non può non accogliere il fratello; chi si è abbandonato all’Amore, non può non consolare gli afflitti; chi è stato perdonato da Dio, non può non perdonare di cuore ai fratelli».
«Andare a confessarsi non è come andare in tintoria a togliere una macchia, è un’altra cosa”.
La fede è l’incontro con la Misericordia, con Dio stesso che è Misericordia, – il nome di Dio è Misericordia –ed è l’abbandono tra le braccia di questo Amore, misterioso e generoso, di cui tanto abbiamo bisogno, ma al quale, a volte, si ha paura ad abbandonarsi».
«Il penitente che incontra, nel colloquio sacramentale, un raggio di questo Amore accogliente, si lascia trasformare dall’Amore, dalla Grazia, iniziando a vivere quella trasformazione del cuore di pietra in cuore di carne: una trasformazione che si dà in ogni confessione.
«Il buon confessore indica sempre, riguardo al primato del comandamento dell’amore, l’indispensabile amore per il prossimo, come palestra quotidiana nella quale allenare l’amore per Dio. Il proposito attuale di non commettere ancora il peccato è il segno della volontà di corrispondere all’Amore.
Il buon confessore sa accogliere in pace, accogliere con paternità offrendo tranquillità e incoraggiamento».

Per la preghiera.
♦ O Padre, che per mezzo del tuo Figlio operi mirabilmente la redenzione del genere umano, concedi al popolo cristiano di affrettarsi con fede viva e generoso impegno verso la Pasqua ormai vicina.
♦ Padre, tu sei un Dio fedele, che continui ad amare tutti coloro che hai chiamato all’esistenza. Donaci di camminare sulle vie che dalle tenebre conducono alla tua luce.
♦ O Dio, ricco di misericordia, che nel tuo Figlio, innalzato sulla croce, ci guarisci dalle ferite del male, donaci la luce della tua grazia, perché, rinnovati nello spirito, possiamo corrispondere al tuo amore di Padre. Amen.

In questa quarta domenica di quaresima, chiamata “laetare” (Rallegratevi): siamo invitati a gioire. – Dio è Padre ricco di misericordia, che ci ha tanto amati fino a donarci suo Figlio. Sì, Gesù è stato mandato dal Padre misericordioso ed egli è venuto in un mondo decaduto ed ha portato luce e vita nuova. La venuta di Gesù, la sua vita, la sua croce e la sua risurrezione sono il segno più grande dell’amore del Padre per noi. Dio ci ha amato fino alla follia in Gesù sulla croce. Oggi Dio continua ad amarci e a donarsi nel Figlio attraverso i sacramenti che Cristo ci ha lasciato in sua memoria.

 

Condividi l'articolo