Un corso di aggiornamento-informazione rivolto ai docenti
Presso palazzo Collareto i docenti di Scuola Primaria e Secondaria di Primo grado hanno partecipato alla lezione tenuta dalla dott.ssa Cannatelli
Presso il salone delle conferenze di palazzo Collareto- Galli, sede dell’Istituto Comprensivo “Don Francesco Mottola”, nella mattinata di martedì si è tenuto un interessantissimo corso d’aggiornamento sulle problematiche inerenti i D.S.A, disturbi specifici dell’apprendimento. Ospite competente e di alta professionalità la dott.ssa Cannatelli del Centro diurno per autistici di Pizzo, che con chiarezza e competenza ha illustrato le tesi dell’argomento in questione.
A partecipare all’appuntamento tutto il corpo insegnate della Scuola Primaria “Giovanni Paolo II” di Tropea, che si accinge ad unirsi, da settembre, alla scuola secondaria di Primo grado sempre della cittadina Tirrenica, ed i docenti dei plessi di Drapia, Parghelia oltre che insegnati di scuola media.
A fare gli onori di casa il Dirigente Scolastico Prof. Franco Laganà il quale nonostante sia in procinto di andare in pensione, non tralascia occasione per promuovere attività di aggiornamento ed informazione rivolte ai suoi insegnanti.
Il Preside Laganà ha voluto sottolineare la necessità di programmare altri incontri per dare risposte esaustive alle mille domande che ogni valido insegnante si pone di fronte a difficoltà dei disturbi d’apprendimento dei propri alunni, e pertanto ha auspicato che questo processo informativo possa essere continuato da chi lo seguirà nella gestione delle scuole. “ I disturbi dell’apprendimento sono i più svariate- ha detto il Dirigente- già da tempo il MIUR con diversi decreti si stà interessando a queste problematiche tanto che da un punto di vista legislativo diversi sono i mezzi che permettono di focalizzare le situazioni. La sinergia con personale sanitario specialista e competente è necessaria per aiutare l’azione educativa didattica promossa nelle scuole”.
La dottoressa Cannatelli convenendo sul fatto che a questo è necessario far seguire altri incontri, ha cercato di offrire una classificazione dei DSA considerando il fatto che ancora oggi si tende a confonderli con problematiche di tipo comportamentale e di difficoltà di sviluppo, cosa assolutamente non giusta. “ C’è una grossa differenza tra DSA ed i disturbi della sfera comportamentale; è necessario avere una buona diagnosi in quanto gli interventi saranno diversi e pertinenti a seconda dei casi in questione.
I soggetti affetti da Dsa non sono persone con patologie; generalmente chi è affetto ad esempio da dislessia ha un normale Q.I., a volte anche superiore alla norma” ha sostenuto la dottoressa la quale ha riferito anche in merito a normative vigenti: “ Con la legge 170 del 2010 è stato stabilito che i DSA sono soggetti che non necessitano di sostegno didattico, ma di un diverso approccio educativo che faciliti la codificazione delle informazioni recepite da questi soggetti in modo distorto. E’ all’ingresso della scuola che è possibile effettuare una diagnosi attendibile, in prima e seconda classe delle elementari allorquando questi bambini non raggiungono obiettivi comuni alla classe”.
La specialista poi si è soffermata sulle svariate tipologie di DSA oltre alla dislessia, la disortografia, la discalculia, la disprassia ecc che se non bene conosciute soprattutto da un punto di vista dell’approccio metodologico di insegnamento possono poi far sfociare i soggetti in altre forme patologiche della sfera relazionale quali depressione e disistima. “E’ fondamentale la collaborazione con la famiglia, che deve innanzitutto accettare la difficoltà dei propri figli, collaborando fattivamente a ciò che la scuola offre con modalità educativa e didattica calibrata sulle difficoltà del proprio figlio, e ciò non significa rinunciare alla normalità, ma sollecitare un confronto e una positiva relazione costruttiva con gli operatori scolastici così come in genere avviene tra famiglia ed operatori sanitari. La dislessia così come le altre forme di DSA non è una malattia, ma una disabilità dell’apprendimento di origine neurobiologica” ha ancora sostenuto la Cannatelli, la quale ha voluto altresì sottolineare che un dislessico resta tale per sempre, sono le tecniche e le metodologie suppletive che cambiano e si modificano a seconda delle esigenze.
“ Vedere il mondo con gli occhi di un bambino con DSA è uno dei compiti che spettano a chi si pone in un rapporto educativo” ha concluso la dottoressa. A conclusione dell’intervento della specialista innumerevoli sono state le domande rivoltele dalle insegnanti presenti, sempre protese a fare della propria professione non solo un lavoro ma una missione di vita, spesso, troppo spesso, bistrattata e poco valorizzata.