Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Di fronte al Crocifisso.
Circa i terremoti che stanno devastando il centro Italia non c’è solo la spiegazione scientifica dei sismologi e dei geologi, ormai c’è anche l’interpretazione fondamentalista islamica ed ebraica: cioè di due poli nettamente contrapposti: “Il sisma punizione di Allah… Un segno per convertire i peccatori”. – “Il terremoto italiano è a causa della delibera su Gerusalemme per il voto all’Unesco su cui l’Italia so è astenuta”. Sono dichiarazioni che lasciano francamente esterrefatti… ma anche questa propaganda può guadagnare qualche consenso. – Gesù, nel vangelo di questa domenica, andando nella casa del pubblicano e peccatore Zaccheo pronuncia solennemente: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
♦ Il Vangelo di questa domenica – 31a del Tempo Ordinario C (Lc 19,1-10)
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
♥ Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Il Crocifisso restaurato in San Pietro
♦ È un crocifisso quasi dimenticato, certamente non conosciuto da molti, quello della basilica vaticana, il cui restauro è stato presentato venerdì 28 ottobre durante una conferenza stampa alla quale sono intervenuti il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana e presidente della Fabbrica di San Pietro, monsignor Vittorio Lanzani, vicario del Capitolo Vaticano e delegato della Fabbrica di San Pietro, e la restauratrice Lorenza D’Alessandro.
Il lavoro eseguito in occasione del giubileo straordinario della misericordia si è avvalso delle più moderne tecnologie ed è durato più di quindici mesi.
♦ Dalla fine del Cinquecento questa mirabile scultura è attribuita a Pietro Cavallini (1240-1330), definito da Giorgio Vasari «devotissimo e amicissimo de’ poveri», il quale in vecchiaia si dedicò con fervore alla religione.
♥ La figura del Cristo è colta nell’attimo della morte: il volto è meraviglioso, gli occhi sono ancora aperti, ma le pupille, attonite, sono ormai fisse nell’eterno; la bocca semiaperta ha le labbra tese dell’ultimo spasmo.
Si direbbe che viene colto l’istante evangelico del passaggio di Cristo da questa vita terrena, quando secondo i vangeli «Diede un forte grido» (Marco 15, 37) e anche esclamò: «Tutto è compiuto. E reclinato il capo emise lo spirito» (Giovanni 19, 30).
♦ Il restaurato Crocifisso sarà esposto presso l’altare della Confessione nella Basilica Vaticana il prossimo 6 novembre, in occasione del giubileo dei carcerati.
Sarà successivamente restituito alla devozione dei fedeli nella cappella del Santissimo Sacramento.
(fonte: Osservatore Romano, 28 ottobre 2016)