Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Delitto e perdono.
– Stiamo ancora nell’angosciante clima sollevato dall’assurda guerra tra Russia e Ucraina e il titolo di questo articolo non vuole fare il verso al famoso romanzo “Delitto e castigo” del russo Fëdor Dostoevskij, ma invitare ad entrare nel mistero della violenza che si abbatte nelle famiglie.
– Alcuni giorni fa è avvenuto un crudele femminicidio ad opera del marito della donna. Poiché la località mi era nota e conoscevo anche alcune persone “vicine al delitto” per parentela, ho telefonato per ricordare come sia importante pregare per chi compie il male, perché il Signore lo converta.
– Difficile avere una risposta positiva: alcuni delitti sembrano imperdonabili, come quelli che riguardano l’ambiente familiare. – La famiglia sembra non essere più il “santuario” dell’umanità: troppe iniquità avvengono al suo interno. Oltre all’illegalità, da sempre tentazione in agguato per “risolvere” i propri problemi creandone di grossi al proprio prossimo, si arriva con troppa facilità ai delitti di vario genere (violenze, prevaricazioni…) fino all’omicidio. – E l’aumento di delitti che avvengono in famiglia pone l’inquietante interrogativo: “Ma Dio perdonerà questi delitti?”
– In questo tempo di quaresima ecco la risposta: «Su, venite e discutiamo» dice il Signore: «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. – Il perdono di Dio non finisce di stupire; ma se grande è il perdono del Signore, più grande deve essere il nostro amore per Lui e per il prossimo. – Ecco una bella storia della vita di di Don Orione..
Il veleno nella scodella
♦ Una sera d’inverno San Luigi Orione predicava nella chiesa parrocchiale di Castelnuovo Scrivia, gremitissima di fedeli giunti anche dai paesi vicini. Tema: la misericordia di Dio! Argomento prediletto di molte sue predicazioni.
♦ A comprovare la grandezza del sacramento della Confessione disse questa frase: ” Anche se un figlio fosse giunto ad un tal grado di perversione da mettere il veleno nella scodella di sua madre per ucciderla, purché sinceramente pentito del proprio delitto, otterrebbe da Dio il perdono”.
♦ A celebrazione finita, Don Orione, avendo perso l’ultimo tram per ritornare a Tortona, vi si avviò a piedi.
Imbruniva e faceva freddo. Un uomo, avvolto nel mantello, dal fare molto sospetto, lo fermò ad un angolo della strada e, accertatosi di trovarsi di fronte il prete che aveva fatto la predica e che aveva parlato del veleno nella scodella, gli disse bruscamente:
– Lei mi conosce, perché ha parlato di me!
Don Orione continuava ad affermare il contrario e allora l’uomo, rompendo ogni indugio, dichiarò:
– Io sono quel tale di cui ha parlato lei questa sera; io ho messo il veleno nella scodella di mia madre!
Brivido e commozione in don Orione.
♥ Di lì a poco, su quel ciglio di strada, appena rischiarato nella notte invernale, l’apostolo della carità raccoglieva la confessione del penitente più bisognoso della misericordia di Dio e della sua pace.
♥ Ma prima di andarsene per la sua strada, quell’uomo, in un impeto di commozione per la grazia ricuperata, volle abbracciare con grande affetto ed entusiasmo il sacerdote che lo aveva riconciliato con la vita.
(fonte: dalla vita di Don Orione).