Fede e dintorni

Dare a Cesare, dare a Dio

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Dare a Cesare – dare a Dio.

– “Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”- Rispondendo così ai farisei, Gesù ne rivela la malizia e la falsità. È lecito pagare il tributo a Cesare, ma è ancor più necessario rispettare i diritti di Dio.
– Per il discepolo del Signore non ha importanza chi regna, se Cesare o un qualsiasi re pagano, oppure un figlio d’Israele. Ciò che a lui preme è l’avvento del Regno, è il compiere la volontà del Padre.
– Dare a Dio quello che è di Dio: e tutto è Dio! A Lui dobbiamo ogni fibra del nostro corpo e ogni respiro dell’universo. Ma l’orgoglio e la presunzione ci hanno accecato.
– Ci siamo illusi di essere padroni della storia, attori solitari sul palcoscenico del tempo.  Ma è bastato un virus microscopico (il Covid-19) per metterci in ginocchio, per farci ricordare che siamo fragili, creature perfettamente imperfette.  Tutto è di Dio, perché Dio è tutto. – Oggi ricorre la 94.a Giornata missionaria.

Dal Vangelo di questa domenica (Mt 22,15-21).
♦ In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
♦ Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
♦ Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Dare a Cesare e dare a Dio: ma Dio resta unico.
♦ “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare”. Gesù non è il capo di un movimento di rivolta: il suo discepolo deve compiere i suoi obblighi civici.
♦ È in questo modo che l’ha capito la prima Chiesa (Rm 13,1-7; 1Pt 2,13-17). Ma ciò che è importante e decisivo, e che invece non sembra preoccupare i farisei, è il seguito: “E a Dio quello che è di Dio”.
♦ Soltanto a Dio si devono l’adorazione e il culto, e né lo Stato né alcun’altra realtà di questo mondo possono pretendere ciò che è dovuto esclusivamente a Dio. Il martirio accettato per restare fedeli a Dio è l’espressione suprema della resistenza cristiana di fronte al tentativo assolutistico del potere temporale di usurpare il posto di Dio (Ap 20,4).
  A Dio ciò che è di Dio! Ma tutto appartiene a Dio, che è il creatore. Ed è per questo che non si può astrarre Dio durante la costruzione della città terrena, “quasi che Dio non meriti alcun interesse nell’ambito del disegno operativo ed associativo dell’uomo” (Reconciliatio et paenitentia , 14).
L’uomo può realizzare la pretesa blasfema di costruire un mondo senza Dio, ma “questo mondo finirà per ritorcersi contro l’uomo” (ivi , 18).
  L’uomo non può eliminare Dio nella costruzione del mondo. Ed anche quelli che si ritengono i puri, gli osservanti (= i farisei di ogni tempo) non possono strumentalizzare Dio, servendosi di Lui per chiudere le frontiere agli altri uomini di buona volontà, ma di altre condizioni sociali e religiose.
Israele ha avuto la tentazione di ritenersi il popolo di Dio chiuso in se stesso senza vedersi in missione di portare agli altri popoli quanto di luce riceveva da Dio. E Dio gli fa capire che Egli avrebbe operato il bene anche per mezzo dei pagani, come attraverso il re Ciro, a beneficio dello stesso Israele.
Così, anche chi non conosce Dio può diventare strumento di bene per gli altri se si lascia guidare dall’amore e dalla retta coscienza.

Un ricordo in tempo di coronavirus.
♦ Cesare ha autorità sulla moneta, perché sulla moneta è impressa la sua immagine. Ma Dio ha autorità sull’uomo, perché l’uomo – ogni uomo – è immagine di Dio. Il potere del sovrano, l’autorità del Cesare di turno, è limitata alla circonferenza della moneta, ma il primato di Dio nella vita del credente è un principio assoluto.
♦ Gesù dice che bisogna dare a Dio quello che è di Dio, e tutto è Dio! A Lui dobbiamo ogni fibra del nostro corpo e ogni respiro dell’universo.
Ma l’orgoglio e la presunzione ci hanno accecato: ci siamo illusi di essere padroni della storia, attori solitari sul palcoscenico del tempo.
Ma è bastato un virus microscopico (il Covid-19) per metterci in ginocchio, per farci ricordare che siamo fragili, creature perfettamente imperfette. – Tutto è di Dio, perché Dio è tutto.

Oggi è la 94.a Giornata missionaria mondiale: “Eccomi, manda me”
♦ “Eccomi, manda me” è la risposta di Isaia e vuole essere la risposta di tutti coloro che hanno preso coscienza del loro essere “battezzati e inviati”.
“La Missione da Gesù affidata alla Chiesa non si ferma mai. Dio che ha inviato e sostenuto Gesù è lo stesso che ci manda per il tramite del Suo Figlio e ci sostiene con la forza dello Spirito Santo.
  Ognuno di noi è inviato a portare l’amore di Dio a tutti e soprattutto ai più bisognosi. Questo significa fare la volontà di Dio ed agire secondo il piano divino di salvezza. Non dobbiamo avere paura! La missione va avanti grazie alla forza dello Spirito Santo. Senza di Lui non possiamo fare nulla”

Impegno concreto.
Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra cioè nei poveri, privi di panni per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e la nudità. (San Giovanni Crisostomo).

Oggi è la 94.a Giornata Missionaria Mondiale: “Eccomi, manda me” è la risposta di Isaia e vuole essere la risposta di tutti coloro che hanno preso coscienza del loro essere “battezzati e inviati”. – In particolare, la vocazione missionaria si caratterizza nel portare a tutti gli uomini l’esperienza dell’amore di Dio per tutta l’umanità: «Dio rivela che il suo amore è per ognuno e per tutti (cfr Gv 19,26-27)».  – La Giornata Missionaria Mondiale ci convoca attorno alla persona di Gesù, «il primo e il più grande evangelizzatore» e si celebra nella penultima domenica del mese di ottobre, con gesti concreti di aiuto e di sostegno per tutte le nuove Chiese del mondo. – Con le offerte ricavate in questa Giornata si sostengono progetti per rafforzare la Chiesa aiutando i seminaristi i catechisti ed offrendo assistenza socio-sanitaria per i bambini.

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