Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Due dame di corte e l’imperatrice del Giappone.
Professare la propria fede senza fanatismo, ma con dignità e coraggio, ha favorevolmente attratto da sempre i persecutori dei cristiani, ieri come oggi. Ma tante volte, ragioni di stato” o “ragioni politiche” hanno indotto e continuano ad indurre i persecutori ad andare avanti nelle loro scelte. I martiri cristiani del Giappone, dopo l’annunzio del vangelo di san Francesco Saverio e di altri gesuiti, furono moltissimi.
Un sovrano del Giappone, di nome Faxiba [intorno al 1583-85 circa], aveva protetto molto i cristiani, tanto che ne aveva chiamati diversi a coprire importanti cariche a corte ; ma poi divenne tutto ad un tratto loro nemico e proibì veramente la confessione della religione cristiana.
Due dame cristiane dell’imperatrice domandarono allora a lei il loro congedo, poiché a corte non erano più libere di compiere le loro pratiche religiose. L’imperatrice, però, che le aveva particolarmente care, disse loro: «Non temete di nulla: io non vi comanderò niente che sia contro la vostra religione e sarò contenta che voi la nascondiate; sicché di cuore potete sempre restar cristiane».
Ma le due dame le risposcro: «Ci perdoni Vostra Maestà, ma la nostra religione non ci permette questa dissimulazione; da noi, chi non confessa la propria fede, è come se la rinnegasse».
Bibbia. Vangelo di Luca.
Dice Gesù: «Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio» (cap. 12,8-9).