Fede e dintorni

Da presentatore TV a sacerdote

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Da presentatore TV a sacerdote.

-E’ la straordinaria storia di Fabrizio Gatta ordinato sacerdote martedì 7 dicembre, concludendo un cammino che è durato otto anni, interessando molto la pubblica opinione.
– Fabrizio Gatta aveva una vita piena e ricca di soddisfazioni, ma alla fine ha capito che la sua via da seguire era quella del sacerdozio.
– «Avevo tutto quello che molti oggi vorrebbero: un buon lavoro, soddisfazioni, una posizione economica buona, visibilità e notorietà. Eppure dentro di me era apparsa un’inquietudine che mi ha portato a riflettere. Nessuna conversione improvvisa, bensì una consapevolezza cresciuta piano piano».
– Gli è stato vicino Fabrizio Frizzi che lo ha seguito nel cammino di discernimento e con il quale  e con il quale è rimasto sempre in contatto».
– Ed ora lo attende una ardua missione: quella di sensibilizzare i giovani che devono essere destinatari di una rievangelizzazione. I giovani, più che “contro”, vivono “senza” Dio, quasi possano bastare a se stessi. – I giovani hanno bisogno di incontrare testimoni credibili, come Don Fabrizio Gatta.

Traguardo? No, solo una tappa.
♦ Martedì 7 dicembre, alle 10, nella Concattedrale di San Siro a Sanremo, Fabrizio Gatta è stato ordinato sacerdote, dal vescovo di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta. Ne ha dato notizia Avvenire e di per sè non sarebbe una notizia incredibile. Ma la curiosità è che don Fabrizio, 58 anni, prima era un noto giornalista televisivo che per anni ha condotto «Linea verde» e «Linea blu».
♦ Un cammino iniziato otto anni fa, non sempre facile. Perché Fabrizio aveva una vita piena, privilegiata, ricca di soddisfazioni. «Nella mia vita precedente avevo tutto quello che molti oggi vorrebbero: un buon lavoro, soddisfazioni, una posizione economica buona, visibilità e notorietà. Eppure dentro di me progressivamente è apparsa un’inquietudine che mi ha portato a riflettere. Nessuna conversione improvvisa, bensì una consapevolezza cresciuta piano piano».
La sfida che vuole affrontare don Gatta da domani è quella di sensibilizzare i giovani che «devono essere destinatari di una rievangelizzazione. Hanno ricevuto un’educazione cristiana, ma non riescono a cogliere la rilevanza che la fede può avere nella loro vita.

Il 7 dicembre è stato giorno di festa nella Diocesi di Ventimiglia-Sanremo per l’ordinazione presbiterale di due nuovi preti. Il percorso vocazionale di don Fabrizio Gatta e di don Vincenzo Zito, che è di Sanremo.
  Per Fabrizio Gatta, ex conduttore Rai, è una svolta nella sua vita. Noto come volto di Uno mattina, Gatta dopo la laurea in Teologia è stato ordinato diacono proprio a Sanremo ed ora è diventato prete. Fabrizio Gatta ha abbandonato la televisione nel 2013 per dedicarsi al suo nuovo percorso umano e spirituale.
♦ Nell’Omelia il Vescovo della Diocesi, Mons. Antonio Suetta, ha detto: “Anche voi, carissimi ordinandi oggi avete scoperto che l’amore di Dio vi ha guardato con speciale predilezione, chiamandovi al suo servizio, ed avete risposto con gioia. Due peculiari percorsi, i vostri, accomunati dal marcato accento posto sull’attitudine a ‘lasciare’, trama squisitamente evangelica di ogni avventura di fede e di ogni vocazione.
  Per te, don Fabrizio, l’invito a lasciarti alle spalle un ambito tutto luccicante di carriera mondana: ti esorto ancora a perseverare nella risposta senza rimpianti e fuggendo dalla tentazione di trattenere o recuperare qualcosa.
 Per te, don Vincenzo, la faticosa e ricca esperienza della malattia, che ti esorto a considerare sempre segno di speciale benevolenza da parte del Signore e il suo modo di prepararti alla missione”.

La missione di don Fabrizio Gatta.
♦ Non usa a caso la parola «missione» don Gatta per indicare il compito che lo aspetta. «Quando ho iniziato il mio percorso di discernimento ho svolto una missione di strada assieme ai Missionari del Preziosissimo Sangue. Poi, confrontandomi con il mio direttore spirituale, ho scelto la via del sacerdozio in diocesi».
♦ Arriva così l’approdo nella Chiesa del ponente ligure e gli studi in Seminario. «Anche in questa terra siamo chiamati in missione: siamo luogo di confine, di passaggio, con una comunità che progressivamente è cambiata».
E poi ci sono i giovani, che sembrano essere una sfida in cui il novello sacerdote intende impegnarsi nel suo ministero nella stessa Basilica in cui oggi è stato ordinato. «I giovani devono essere destinatari di una rievangelizzazione. Hanno ricevuto un’educazione cristiana, ma non riescono a cogliere la rilevanza che la fede può avere nella loro vita. Diciamo che più che “contro”, vivono “senza” Dio. Quasi potessero bastare a se stessi. Ma non è così».
Don Fabrizio può diventare un testimone credibile dell’amore di Dio e di come la fede cambi la vita. «E i giovani hanno bisogno di incontrare testimoni credibili».

E la “vita precedente”?
«La riscoperta della fede mi ha permesso di rileggerla con occhi differenti e così ho compreso come Dio mi abbia sempre parlato attraverso i bei luoghi che ho visitato per le trasmissioni televisive, o attraverso le persone che ho incontrato in quelle occasioni.
Una bellezza del nostro Paese, del Creato, che ho raccontato in televisione e che ora porto con me. Una bellezza più ampia, una bellezza della vita, che vorrei poter mostrare ai giovani».
Accanto alla bellezza, don Fabrizio spera di poter presto donare la misericordia di Dio attraverso la Confessione: «Un dono di cui io per primo ho beneficiato».

(fonte: vario web tra cui Avvenire.it, 7 dicembre 2021).

Interessante la storia di Fabrizio Gatta ordinato sacerdote martedì 7 dicembre, concludendo un cammino che è durato otto anni e che ha interessato molto la pubblica opinione. – Fabrizio Gatta aveva una vita piena e ricca di soddisfazioni, ma alla fine ha capito che la sua via da seguire era quella del sacerdozio. – Dal piccolo schermo all’altare. Ma ora lo attende una ardua missione: quella di sensibilizzare i giovani che devono essere destinatari di una rievangelizzazione. I giovani, più che “contro”, vivono “senza” Dio, quasi potessero bastare a se stessi. Una bella sfida da vincere.

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